Inutile girarci intorno. Cleveland contro Golden State è la partita più attesa della prima fase di regular season Nba. Ad esserne consapevoli ne sono per primi i diretti interessati, i protagonisti in campo e in panchina, che si affronteranno stasera alla Quicken Loans Arena per il primo confronto stagionale tra due squadre candidate al titolo. Per Tyronn Lue, coach dei Cavs, si tratta di una rivalità destinata a durare nel tempo: "Se entrambe le squadre continueranno a vincere, la nostra diventerà una rivalità come quella che c'è sempre stata tra Boston Celtics e Los Angeles Lakers. Loro sono una grande squadra, proprio come noi, e d'altronde, quando si parla di pallacanestro, si parla di Golden State, Cleveland, San Antonio, non di altri. I Warriors hanno vinto sette partite consecutive, noi nove delle ultime dieci, e l'unica sconfitta l'abbiamo subita a Memphis, direi quasi per forfait (a riposo i Big Three, ndr)".
Non vede l'ora di scendere in campo LeBron James, MVP delle ultime Finals e assoluto padrone della Cleveland cestistica: "Ci faremo trovare pronti, eseguendo il piano partita che il nostro staff tecnico ha preparato per noi - le parole del Prescelto - ma è prestissimo per parlare di una serie al meglio delle sette partite. La nostra shooting guard titolare rimarrà fuori per quattro mesi, ora non avrebbe senso pensare a un'altra serie finale. Non siamo ancora pronti per quella, ma saremo ben preparati per una gara di regular season. I Warriors sono la squadra più difficile contro cui difendere che abbia mai incontrato nella mia carriera, insieme ai San Antonio Spurs. Lo erano già prima, figurarsi adesso che hanno aggiunto Kevin Durant, uno dei più grandi realizzatori della storia del gioco. E' fantastico poter giocare a Natale davanti al nostro pubblico: è l'appuntamento più importante dell'anno dopo l'All-Star Game e le Finals". Dice la sua anche Kyrie Irving: "Per quanto ci riguarda, si tratta solo di giocare la nostra pallacanestro e di divertirci. In fin dei conti è solo una partita. Siamo in regular season, ma sono certo che sarà emozionante per entrambe le squadre. E' un privilegio poterla giocare: se qualcuno non è pronto per scendere in campo in una sfida in cui ci sono - tutti insieme - i migliori al mondo, allora non dovrebbe proprio presentarsi sul parquet".
L'altro lato della vigilia è animato dai ricordi della rimonta subita alle ultime Finals. Da 3-1 a 3-4, con quell'episodio della sospensione di Draymond Green in gara-4 che nessuno dalle parti di Oakland ha dimenticato. "Non penso che LeBron stesse dormendo fino a quel momento - le parole al riguardo di Klay Thompson - nè che abbia utilizzato quanto accaduto con Draymond come motivazione per vincere. Se l'ha fatto, buon per lui. La realtà è che noi abbiamo avuto tre occasioni per chiudere la serie, ma non ci siamo riusciti. Quindi non credo che quell'episodio abbia cambiato l'esito delle Finals. Non conta più cosa è stato detto lo scorso anno. Abbiamo perso, ma siamo andati avanti e ora siamo entusiasti della nostra stagione". Allo Splash Brother numero due è stato poi chiesto se è pentito di aver commentato quell'incidente rispondendo che "certe cose accadono sul campo e rimangono lì. Ovviamente qualcuno si offende se gli viene rivolta una parolaccia, forse LeBron c'è rimasto male". Klay continua a pensare che non è stato quello il punto di svolta della serie: "In quel momento ho solo risposto a una domanda, dicendo ciò che pensavo. Ma con le nostre parole ci sono già molti fitri, è tutto un business basato sull'intrattenimento: all'epoca ho detto ciò che mi passava per la testa, ho risposto a una domanda, è semplice". Quanto alla gara di stasera, Thompson non ha dubbi: "Non vedo l'ora, loro sono la miglior squadra ad Est, noi ad Ovest. Stiamo lottando per avere il vantaggio del fattore campo ai playoffs, è anche questo un aspetto che conta qualcosa. E' sempre bello giocare contro i migliori della lega e capire a che punto sei".