Con sette sconfitte nelle ultime dieci partite, i Chicago Bulls di Fred Hoiberg sono sprofondati nuovamente in una crisi di risultati che rischia di lasciarli fuori dalle prime otto ad Est per il secondo anno consecutivo. Tutte difficoltà prevedibili, per una squadra che ha in Dwyane Wade e Jimmy Butler due giocatori simili, e in Rajon Rondo un playmaker che non aiuta a trovare le giuste spaziature in attacco.
Problemi affrontati nel post-partita della sconfitta contro i Washington Wizards proprio dall'ex stella dei Miami Heat: "Diciamo le cose come stanno - le parole di Flash, riportate da Nick Friedell di Espn - stiamo mettendo troppa pressione a Jimmy (Butler, ndr), in particolar modo nel quarto quarto. Facciamo sostanzialmente sempre la stessa azione, mentre invece dovremmo muovere le difese avversarie. Dipende ovviamente sia da noi giocatori che dal nostro playbook. Stiamo chiedendo a un ragazzo giovane di mettere ogni tiro che prende, con tutta la difesa su di lui: sono tiri in step-back, contestati, tutti molto difficili. Nel quarto quarto arriva un momento in cui dovremmo muovere la difesa avversaria: se il pitturato è affollato perchè cavalchiamo sempre la stessa giocata, poi per chiunque è difficile segnare. Anzi, per fare canestro, bisogna mettere tiri incredibili. Spesso non ci sono le giuste spaziature nel nostro attacco: ecco il perchè di tutti quei tiri complicati, che qualche sera puoi mettere, ma altre no. Dobbiamo trovare il modo di uscire da questa situazione, continuando a giocare insieme anche nel quarto quarto, parlando delle nostre spaziature per crearci occasioni migliori. Ci sono tantissime opzioni su un campo da basket". Wade non vuole però puntare il dito sull'allenatore, Fred Hoiberg: "Con il coach parliamo spesso, oggi ad esempio, soprattutto all'inizio, abbiamo eseguito degli ottimi set offensivi. Ora dobbiamo continuare a lavorare sull'esecuzione nel quarto quarto. Siamo in costante comunicazione per quanto riguarda le cose da fare, ma dobbiamo migliorare".
Opinione simile anche per Jimmy Butler, chiamato in causa e difeso dal più esperto compagno di squadra: "Probabilmente ha ragione - dice il numero ventuno dei Bulls - ma io devo lavorare meglio da playmaker. Prendere subito la palla, guardarmi intorno, capire la situazione. Gioco sempre per vincere, quindi dobbiamo migliorare tutti, me compreso. Senza dubbio, più le partite vanno avanti, più le difese avversarie si concentrano su me e Dwyane: dobbiamo essere bravi a coinvolgere anche gli altri, cercare di metterli in una buona posizione, ma è anche un problema difensivo, perchè difendiamo bene solo per alcune fasi delle partite. Non so se sia un problema di quarto quarto: se giochiamo male per tutta la partita, si tratta poi di difficoltà che ci portiamo dietro fino al quarto quarto. Quindi non so se il problema sia realmente il quarto periodo, perchè se facessimo quello che dovremmo fare negli altri tre quarti, poi non avremmo più problemi nell'ultimo, o comunque non saremmo in una certa situazione. Quantomeno, io la vedo così". Non è un caso che a parlare della stagnazione dell'attacco di Chicago siano due giocatori spesso coinvolti in situazioni di isolamento, che nelle fasi finali di una partita Nba (in particolar modo di regular season) vengono anche raddoppiati dalle difese avversarie. Ecco perchè per Hoiberg sarebbe importante ritrovare subito il miglior Nikola Mirotic e avere un contributo costante da Doug McDermott, per aggiungere pericolosità perimetrale a un attacco in cui Rajon Rondo è battezzato con continuità al tiro (1/10 contro i Wizards). Anche il rookie Denzel Valentine potrebbe tornare utile nella metà campo offensiva, ma resta la sensazione che uno tra Wade e Butler sia di troppo, specie se la point guard della squadra è tutto fuorchè un tiratore.