Houston Rockets - San Antonio Spurs 100-102

Un finale pazzesco, che ha del clamoroso. Quattro minuti e mezzo sul cronometro del quarto periodo, Ryan Anderson firma in lunetta il più tredici fissando il punteggio sul 96-83 per i suoi Houston Rockets. San Antonio è al tappeto, o quantomeno lo sembra eccome. La striscia vincente della squadra di D'Antoni sembra al sicuro, quando accade l'imponderabile. I padroni di casa danno per archiviata troppo presto la pratica, James Harden e compagni si perdono specchiandosi nelle proprie certezze, lasciando una porticina seppur minuta aperta alla rimonta degli ospiti. Il derby texano si conferma equilibrato per gran parte del primo tempo, condotto dagli ospiti che all'intervallo conducono di misura. Il terzo quarto è travolgente per i Rockets, che a suon di triple e di ritmo frenetico ribaltano la sfida portandosi ad un passo dalla vittoria finale. La tripla di Tony Parker, unita ad un paio di palle perse banali dei padroni di casa ed al canestro di Pau Gasol, danno ossigeno agli ospiti, che tuttavia si trovano a dover scalare una montagna in tre minuti. Houston non segna più, San Antonio trova in difesa la linfa per piazzare, con Ginobili e Green, due triple in rapida successione per il clamoroso -2. Gara riaperta: Harden ed Ariza respingono l'assalto, ma solo momentaneamente. Leonard accorcia dalla lunetta, poi lo stesso Ariza commette un banale fallo in attacco su Ginobili. Palla persa di capitale importanza. La preda sanguina davanti allo squalo: la tripla di Green fa crollare in un baratro i Rockets, che si perdono nel possesso offensivo successivo. L'ultima parola è affidata alla penetrazione di Ginobili che trova un tracciante per Mills, appostato fuori l'arco dei tre punti, per la bomba del definitivo sorpasso. Gordon ed Harden non hanno la forza per rispondere. Epilogo clamoroso. 

Houston Rockets (21-8): Harden 31 punti, 10 rimbalzi e 7 assist, Ariza 16, Gordon 13. 
San Antonio Spurs (23-5): Leonard 21, Aldridge 17 e 10 rimbalzi, Mills 13, Ginobili 12. 

Los Angeles Clippers - Denver Nuggets 119-102

Tutto facile per i Los Angeles Clippers che, tra le mura amiche dello Staples Center, travolgono i Denver Nuggets di Danilo Gallinari nonostante l'assenza di Blake Griffin. Partono con il piede giusto gli uomini di Rivers, che già nei primi dodici minuti di gioco archiviano in parte la pratica: è un Redick scatenato al tiro a dare il la al break che consente ai padroni di casa di raggiungere immediatamente la doppia cifra di vantaggio. Fatta eccezione per qualche sporadica conclusione da oltre l'arco di Chandler e Barton, i Nuggets non riescono a restare a galla, crollando sotto i colpi di Jordan e Mbah a Moute. I Clippers legittimano il vantaggio aumentandolo minuto dopo minuto, seppur l'attenzione e l'intensità difensiva vengano meno con il passare dei minuti: Denver ne approfitta per tornare sotto di tre, ma è soltanto un fuoco di paglia prima del ritorno in campo di Paul e compagni che piazzano il break che trascina i Clippers avanti di quindici all'intervallo. La musica non cambia nella ripresa, anzi: nei primi minuti i Nuggets faticano a trovare la via del canestro, mentre Pierce e Paul dalla distanza implementano ulteriormente il vantaggio. La tripla di Redick a quattro dal termine del terzo periodo mette la parola fine all'incontro: il punteggio recita 88-59, con la gara che prende la strada di un enorme garbage time fino alla sirena conclusiva. 

Los Angeles Clippers (21-8): Redick 27, Paul 16 e 15 assist, Jordan 13 e 13 rimbalzi. 
Denver Nuggets (12-17): Barton 22, Gallinari 17, Faried 15+11.