Le statistiche non sono tutto. Come ogni allenatore che si rispetti deve sapere, a prescindere dal suo sport di competenza, tutti quei numerini possono ingannare tanto quanto, se non più, delle parole del peggior balordo. Ogni statistica va valutata, contestualizzata, verificata in un periodo di tempo abbastanza lungo per renderla credibile. Allo stesso tempo, però, ad un livello di competizione così alto (la NBA rappresenta a tutti gli effetti la vetta della piramide del sistema cestistico internazionale), la differenza la fanno i dettagli. Sapere dove gli avversari vorranno giocare, quali sono i loro punti di forza e quali le loro debolezze, potrebbe rivelarsi fondamentale sul lungo periodo. 

La celebre agenzia Synergy ha progettato un'infografica molto interessante su cinque giocatori molto discussi nel recente passato. La tabella a sei colonne mette a confronto possessi per partita (POS/G) ed i punti derivati da ogni possesso personale (PTS/POS) per George Hill, Kevin Love, Kristaps Porzingis, Zach LaVine e CJ Mccollum. I risultati sono molto interessanti e meritano una lettura giocatore per giocatore.

George Hill, scavallati i trent'anni e salutati gli Indiana Pacers, sta trovando la sua seconda giovinezza con la canotta degli Utah Jazz. La squadra di Coach Snyder sta portando avanti una stagione di tutto rispetto, che pochissimi avrebbero previsto così rosea già dopo un mese e mezzo. A Salt Lake City non ci sono stelle, col solo  Gordon Hayward a potersi fregiare del titolo, ma tanti elementi di qualità e concretezza incastrati al meglio tra loro. Qui in mezzo, però, spicca Hill: l'ex-allievo di IUPUI si è da subito imposto come faro del team dentro e fuori dal campo,ed i suoi numeri lo dimostrano. Il ricavato di ogni possesso supera il punto (1.22), così come le azioni palla in mano passano da 12 a 16 in ogni match, se confrontati con quelli della scorsa Regular Season. A questo si aggiungono i 20 punti e 4 assist piazzati di media, che rendono palese come il nostro uomo sia un pericolo offensivo reale ed insidioso per qualunque difesa.

Altro nome caldo è quello di Kevin Love, alla terza stagione ai Cleveland Cavaliers. Questa sembrerebbe la stagione in cui lo 0 si trova più a suo agio da quando è alla corte di LeBron, ed anche a lui la tabella strizza l'occhio e non poco. Love rimane in campo in media 32 minuti a match, gestendo il 20% dei 99 possessi che i campioni in carica hanno a disposizione ogni partita. Calcolando che questa rimane la squadra di King James, il dato assume un significato molto più cruciale. Se la percentuale realizzativa (1.11 punti/possesso, 22 a partita) rimane questa, attenzione in post season: Lue potrebbe tirare fuori il jolly in qualsiasi momento.

Il dato più clamoroso arriva però dalla grande mela: Kristaps Porzingis, ala grande da 221 (221!) centimetri, gestisce 19.2 possessi a partita per 20.1 punti in 35 minuti a New York. La notizia, qui, è che uno con quel tipo di fisico dovrebbe tenere la palla in mano solo per attaccare dal post, muovendosi per il resto del tempo alla ricerca della miglior posizione nel pitturato, a rimbalzo. Ed invece il lettone, seppur con laghi margini di miglioramento, ha messo in mostra un repertorio invidiabile anche lontano dal ferro. Oltre al tiro dall'arco, il passaggio e la giocata dopo pick'n'roll sono qualcosa di raramente visto addosso ad un giocatore di questa stazza a quest'età. Certo, le scelte spesso potrebbero essere migliori, ma andando avanti così l'efficienza fronte a canestro di KP6 rischia di volare verso l'infinito ed oltre.

Altra grande promessa, una delle  mille che stanno ancora attendendo la consacrazione definitiva in quel di Minnesota, è Zach LaVine. Alla terza stagione in NBA, il ventunenne di Renton sembra aver trovato sintonia con la one-man-band di Tom Thibodeau, che in cambio gli sta affidando 19 palloni a partita (oltre 4 più della media 15/16) impiegandolo volentieri anche da point guard. In quel ruolo, LaVine rappresenterebbe l'anello di congiunzione tra l'esperto Rubio ed il rampante Dunn, ma con oltre 20 punti e 37 minuti di media sul parquet, questa stagione potrebbe essere molto più di un semplice passaggio di testimone.

A chiudere questa speciale analisi è un uomo già messosi in luce lo scorso anno: CJ McCollum coi suoi Portland Trail Blazers presenta dati simili a quelli della stagione passata. In soldoni, ventuno possessi a partita, ognuno dei quali frutta un punticino. Con Lillard unico all-star rimasto, il venticinquenne di Canton sta cercando di fare di tutto per caricarsi parte del peso della responsabilità, con risultati personali tutt'altro che deludenti.