A caccia di una scossa. Luke Walton alza la voce. Lo fa al termine della sconfitta, l'ottava consecutiva dei suoi Los Angeles Lakers, subita in casa dei Brooklyn Nets. "Ci sono stati dei momenti all'interno della gara che mi avevano dato la sensazione di poter mettere margine tra noi ed i Nets, invece abbiamo approcciato nel modo sbagliato quei momenti come squadra. Siamo stati molli". Duro, deciso. Forse anche molto più pesante sarà stato lo sfogo all'interno dello spogliatoio, come è giusto che sia in questi casi.

Dopo un confortante inizio dal punto di vista del gioco e dei risultati - con la squadra anche oltre il 50% del record - i Lakers si sono sciolti alle prime difficoltà, quali gli infortuni di Randle, Young e di Russell, che hanno compromesso parte delle ultime settimane di gare. Guai, però, a cogliere in queste sottigliezze le cause della striscia negativa, frutto di ben altri fattori, decisamente più importanti e influenti. Uno su tutti, secondo il coach, è l'atteggiamento della squadra, soprattutto nei momenti cruciali della sfida.

"Come squadra, come gruppo, ancora dobbiamo capire ed imparare cosa vuol dire la parola vittoria e quanto sia dura da raggiungere. E' frustrante, ma è dove siamo attualmente. Dobbiamo trovare il modo di uscirne, in qualche modo, e l'ho detto ai ragazzi. Questo è quanto, il tempo ci dirà se saremo in grado di farlo".    

Dalla parte del tecnico, a quella dei giocatori. Dopo un terzo quarto finalmente convincente e deciso, chiuso dalla clamorosa schiacciata di Nance su Brook Lopez che ha dato anche il vantaggio agli ospiti, i Lakers hanno incontrato nuovamente i fantasmi della sconfitta sul parquet di Brooklyn cedendo di schianto, soprattutto difensivamente, nel quarto periodo. Un'altra sconfitta che brucia eccome al gruppo, con D'Angelo Russell che commenta così lo sfogo del coach e ciò che si prefissa in vista della prossima gara.

"E' venuto negli spogliatio, ha detto quel che ha detto. E' una sfida. La cosa migliore adesso è che giovedì torniamo in campo ad allenarci per la prossima gara. Staremo a vedere chi davverò prenderà queste parole nel modo giusto e chi prenderà ciò che ha detto facendolo entrare da un orecchio ed uscire dall'altro. Non mi va di parlare dei problemi che abbiamo, ancora una volta. Non voglio parlarne con la squadra, voglio solo allenarmi e scendere in campo a Philadelphia e non dire nulla. Non voglio che nessuno parli ancora con gli altri. Voglio solo che tutti siano concentrati sulla prossima sfida". 

"Ha alzato la voce - ha aggiunto Nick Young - è andato oltre il punto stavolta, dicendoci di venire fuori da questo momento dove mentalmente siamo "soft". Dobbiamo fare un passo avanti, crescere. Io so bene di non essere un tipo soft, così come non lo sono i miei compagni di squadra. Adesso però è il momento di metterci alla prova e dimostrargli tutto ciò".  

Parola, come sempre, al campo. Domani sera, appuntamento a Philadelphia.