L'affaire posse (termine utilizzato da Phil Jackson per descrivere l'entourage di LeBron James) continua a far discutere il mondo cestistico a stelle e strisce. In particolar modo in questi giorni, perchè stasera New York Knicks e Cleveland Cavaliers si sfidano al Madison Square Garden. Occasione per un incontro chiarificatore tra Jackson e LeBron James? No, ma intanto il Maestro Zen una precisazione l'ha fatta.
Intervistato dal network CBS Sport, Jackson ha ammesso che "il termine stesso (posse) ha una sua connotazione. E' stata una scelta lessicale di cui potrei pentirmi. Ma l'errore principale è stato quello di parlare di un giocatore di un'altra squadra: si è trattato di un argomento che avrei dovuto evitare, mentre invece ho violato uno dei principi che informano il lavoro di chi è nella mia posizione. Non ci sarà bisogno di un chiarimento con LeBron, è acqua passata. Penso che non sia nessuno che possa sentirsi offeso in tutta questa vicenda. Forse il suo amico (Maverick Carter, ndr) si è risentito, ma non è abbastanza per parlarci ancora su". Interessante anche l'opinione di Jackson sull'uso di marijuana in Nba, dopo le rivelazioni di Steve Kerr, che ha ammesso di averne fatto uso per alleviare i dolori alla schiena: "Ne ho fatto uso anch'io, nel periodo in cui ero fuori da questa lega. Per me si è trattato più di una distrazione che di uno strumento per alleviare i dolori: anzi non è mai pensato che potesse essere una soluzione medica per quel tipo di problemi. E' qualcosa che o decidiamo di accettare o altrimenti dobbiamo trovare un modo per risolvere il problema. Abbiamo a lungo provato a fermarne l'uso in Nba, ma non ci siamo riusciti. Penso che continui ad essere parte della cultura Nba".
Non potevano mancare riflessioni sull'andamento della squadra e sui suoi giocatori più rappresentativi: "Spesso Carmelo (Anthony, ndr) mantiene il controllo della palla più a lungo di quanto dovrebbe secondo le nostre regole: ritardando un passaggio di due secondi, fai un favore alle difese. Lui ha la tendenza a tenerla in mano per tre, quattro, cinque secondi, ma è qualcosa su cui sta lavorando per migliorare. Sa cosa deve fare, e ha voglia di vederne i risultati. Può giocare senza problemi nell'attacco triangolo, con un ruolo alla Michael Jordan o Kobe Bryant. L'ideale per lui è farsi trovare sul lato debole, dove può sempre avere un vantaggio se la palla gira con i tempi giusti. Attualmente la nostra è una squadra che sta cercando di capire se stessa. Abbiamo appena iniziato un lungo processo. Porzingis? E' un giocatore unico, un unicorno. Uno speciale. E' difficile vedere un ragazzo con la sua stazza giocare a pallacanestro con tanta grazia, rapidità e atletismo. Per non parlare delle sue capacità balistiche, perchè è anche un gran tiratore. Kristaps diventerà qualcosa di unico, una di quelle cose che in genere non vedi su un campo da basket. Fa cose che non hanno eguali quasi in ogni partita. La sua stazza è determinante. Dal punto di vista difensivo, sta cercando di cambiare un po' il suo gioco: non è ancora un grande difensore di forza, soprattutto nella difesa sull'attaccante in post. Dal punto di vista offensivo, tira da due o tre punti, può correre bene per il campo, e ci sono ancora molte cose che sta imparando a fare".