Si interrompe a dodici vittorie consecutive la striscia positiva dei Golden State Warriors di Steve Kerr, battuti alla Oracle Arena dagli Houston Rockets di Mike D'Antoni. Gara spettacolare e appassionante, decisasi solo dopo due tempi supplementari, con un fantastico James Harden (tripla doppia da 29 punti, 15 rimbalzi e 13 assist) per i texani. I Warriors pagano invece le difficoltà nel tiro da tre punti e si arrendono al secondo overtime, quando Steph Curry (28 punti e 5 assist) deve uscire per falli e Draymond Green ne combina una delle sua commettendo un flagrant one su Harden. Non bastano a Kerr i 39 punti di Kevin Durant, che attacca a lungo il ferro, ha anche in mano il pallone della vittoria ma finisce la sfida sulle gambe.
Alla Oracle Arena si inizia subito con i Rockets che mettono un mostra uno scatenato Ryan Anderson, vero uomo in più del nuovo quintetto di D'Antoni. L'ex giocatore di Orlando e New Orleans va a segno da tre e da sotto, mettendo in evidenza tutti i limiti di Zaza Pachulia come protettore del ferro. Steve Kerr corre ai ripari inserendo Andre Iguodala, e con l'MVP delle Finals 2015 Golden State comincia a carburare in difesa, sfruttando transizione e contropiede. Klay Thompson e Draymond Green vanno a segno per i padroni di casa, uno dall'arco, l'altro sull'asse con un Curry a corrente alternata, a lungo in panchina per problemi di falli. Houston rimane abbondantemente in partita, trascinata da un James Harden non perfetto al tiro ma fantastico nel coinvolgere i compagni, su tutti Eric Gordon, che dalla panchina produce punti a ripetizione per Mike D'Antoni. Warriors che ottengono invece poco dalle seconde linee (male McGee e McCaw) e che si affidano a Durant per mantenersi a distanza di sicurezza all'intervallo lungo (61-64). Nel terzo quarto ecco scatenarsi il solito Stephen Curry, che risponde per le rime ad Harden, coadiuvato da un Durant che sale di colpi in difesa. La gara rimane equilibratissima per tutto il secondo tempo, e i Rockets trovano in Capela ed Harrell due protagonisti inattesi (schiacciata monstre per il secondo all'overtime).
Kevin Durant segna da tre in apertura di quarto quarto, Golden State pare poter scappare via, ma nel momento decisivo ancora Ryan Anderson ed Eric Gordon colpiscono dall'arco. Gli ultimi cinque minuti dei regolamentari somigliano a una gara di playoffs. Draymond Green trova almeno un paio di giocate d'energia, a cui replica il giovane Sam Dekker. Curry segna ancora da tre, imitato da Gordon, poi Durant confeziona un gioco da tre punti per il 107-106. Altri cinque punti di Anderson riportano avanti i Rockets, rimontati per l'ennesima volta da Curry e da un Durant perfetto dalla lunetta. Sul 113 pari, è Harden ad avere la palla della vittoria, ma la sua tripla centrale finisce sul secondo ferro. Il primo overtime inizia con Golden State subito avanti di quattro lunghezze grazie a Steph, ma Dekker e Gordon controreplicano per il 121-123. A venti secondi dalla sirena, Klay Thompson si inventa un canestro che vale la parità. Nel possesso successivo i Warriors difendono per davvero e costringono Houston a far trascorrere i ventiquattro secondi senza tirare: sulla rimessa di Kerr, Durant si prende un tiro difficile, ben contestato da Harden, che non trova nemmeno il ferro. Secondo supplementare, in cui i Warriors non segnano più: a rompere l'equilibrio ci pensa il Barba con una tripla delle sue. Curry va fuori per il sesto fallo, Green si becca un flagrant per aver scalciato (ancora) Harden, e la gara finisce così ai Rockets, nonostante l'ultimo tentativo da tre di Thompson.
Golden State Warriors (16-3). Punti: Durant 39, Curry 28, Green 20, Thompson 15, Iguodala 10. Rimbalzi: Green 15, Durant 13. Assist: Green 9.
Houston Rockets (12-7). Punti: Anderson e Harden 29, Gordon 23, Harrell 13, Ariza 12, Dekker 11. Rimbalzi: Harden 15, Harrell 10. Assist: Harden 13.