Continuano a vincere e sorprendere i Los Angeles Lakers di coach Luke Walton, che in casa dei New Orleans Pelicans sfoggiano un'altra superba prestazione di squadra, culminata con i 126 punti messi a referto in una nottata in cui i gialloviola hanno tirato con il 53% da tre punti. Ciò che continua ad impressionare maggiormente - sebbene al cospetto dei Lakers stanotte non ci fosse la miglior difesa della NBA - è la spaventosa facilità degli esterni gialloviola di procacciarsi il cibo necessario per se stessi e per i compagni: spaventa la produzione offensiva di Russell e soci, che anche stanotte al di là delle mere statistiche, hanno prodotto una serie di tiri aperti che hanno successivamente permesso a Young, Clarkson e Williams - tra gli altri - di indirizzare positivamente il match dello Smoothie King Center. 

Ai microfoni della stampa, nel post gara, le impressioni dei protagonisti, con Lou Williams e Jordan Clarkson che hanno commentato così la vittoria. Il duo di panchinari di lusso di Walton, inoltre, si sta candidando sempre con maggiore prepotenza al ruolo di sesto uomo dell'anno. "Le chiavi del successo? La difesa, prima di tutto. Se non difendiamo non riusciamo ad andare in transizione. Quando corriamo riusciamo a leggere bene le situazioni e scaricare bene la palla, sul perimetro ma anche da sotto. Così abbiamo creato il break decisivo. Stiamo facendo un ottimo lavoro, riusciamo ad alzare l'intensità in difesa ed in attacco lavoriamo l'uno per l'altro, cercando sempre il tiro migliore, quello più aperto, il compagno più smarcato. Il ruolo di panchinaro? Non importa. Ciò che importa adesso è la squadra, l'impatto con la gara, pensare prima al bene comune che a sè stesso. Non mi interessa chi parte in quintetto e chi entra dalla panchina, guardiamo solo a giocare al meglio. Coach Walton ci ha dato tanta fiducia ed in campo penso si veda il risultato" ha detto il numero sei dei Lakers (nella foto principale).     

Chi era invece maggiormente abituato ad un ruolo da sesto uomo era Lou Williams, che ha così analizzato il momento della squadra e sottolineato l'importanza della second unit: "E' fondamentale! Ciò che però mi preme sottolineare è l'attitudine mentale di giocatori come Clarkson: io ero abituato a questo tipo di ruolo, mentre lui poteva guardare in maniera diversa a questa stagione, pensando da titolare e non da sesto uomo. E' un passo in avanti che ha fatto lui, in nome della squadra. Cerchiamo di dare il massimo nei minuti che abbiamo a disposizione. Lui è un giocatore pazzesco, che può crearti un parziale in qualsiasi momento: sono contento di essere con lui in campo, ci divertiamo molto". Inoltre, riprendendo un discorso molto caro ai Golden State Warriors dello scorso anno, Williams conclude: "Il nostro segreto? Strenght in numbers. Dobbiamo imparare a credere in noi anche quando le partite non sono così scontate nel finale. Abbiamo la possibilità di chiuderle con Russell, con Young, con Randle, con Clarkson, con me. Abbiamo molte alternative e in una stagione lunga come questa ci tornerà sicuramente utile".     

Uno dei momenti decisivi della gara viene riassunto così da D'Angelo Russell: "Abbiamo provato a sfruttare al meglio l'assenza di Davis dal campo. Certo, eravamo in vantaggio, ma lo stavamo soffrendo molto. Quando è uscito per i problemi fisici, abbiamo provato ad alzare il ritmo ed andar via nel punteggio, in modo da non facilitargli il compito quando successivamente è rientrato. Così è andata". 

Riguardo le potenzialità offensive dei Lakers ha parlato Julius Randle: "Abbiamo molte armi in faretra che ci possono permettere di segnare dalla posizione di playmaker a quella di centro. Questo ci mette in una posizione di vantaggio rispetto a chi deve sedersi a tavolino e pensare chi marcare. Non è affatto facile. Stiamo muovendo bene la palla, stiamo tagliando bene a canestro e correndo bene in transizione. Ci stiamo divertendo tanto. Per quel che riguarda me, cerco di mettermi sempre a disposizione di tutti, poi quando la palla si muove con continuità, diventa tutto contagioso. Ti permette di prendere tiri in ritmo e tutto viene quasi di conseguenza".

Molto meno loquace e decisamente più pragmatico coach Luke Walton, che non si siede ovviamente sulla vittoria ma guarda agli aspetti ancora da migliorare: "Dobbiamo imparare a credere maggiormente in noi stessi, e ci stiamo provando. Inoltre stiamo provando a crescere ancora di più a chiudere le gare punto a punto. E' impressionante quanto il gruppo stia crescendo in così poco tempo. Tuttavia, l'importante è continuare a concentrarci sulle piccole cose da fare gara dopo gara, non ai playoff. Se iniziamo a pensare ai playoff, a fine anno saremo molto più lontani dalla post season di quanto lo siamo oggi".