Ai Clippers entra tutto, agli Spurs funziona poco o niente. La sfida dell'AT&T Center vede prevalere largamente i losangelini, con un punteggio che già di suo racconta moltissimo della partita. Finisce infatti 92-116, un risultato che rappresenta la seconda sconfitta stagionale per San Antonio a fronte di 5 vittorie, tante quante i Clippers, i quali però contano solo una L.
L'apertura di gara lascia in realtà presagire un epilogo diverso, visto l'incredibile parziale di 8-0 piazzato dai texani nel giro di 94 secondi, costringendo Doc Rivers al time-out immediato. Da lì, qualcosa nei meccanismi psicologici degli Spurs si rompe: gli ospiti ingranano e si appoggiano sul roccioso Griffin, autore di una straordinaria prova da 28 punti con 13/19 dal campo, per scavare il primo enorme solco, chiudendo il primo parziale 39-24. San Antonio ha bisogno dell'apporto della panchina per ricucire, in particolare dell'uomo che non ti aspetti, Nicolas Laprovittola, il quale non ha paura a prendersi responsabilità e lo dimostra con una shot selection a tratti coraggiosa, ma allo stesso tempo efficace. Non bastano però gli 11 punti dell'argentino, con 3 triple e un solo errore dal campo, a ricucire lo strappo, già troppo ampio.
Prova così a dargli una mano LaMarcus Aldridge, il cui inizio di terzo quarto lascia ben sperare: due sue triple sistemano il punteggio, dopo il 73-55 dell'intervallo, ma i Clippers rispondono colpo su colpo, come testimoniano le percentuali elevatissime. Anche la second unit dei californiani reclama la propria parte, sono soprattutto Speights e Crawford a trovare spesso e volentieri la via del canestro, mantenendo a debita distanza gli avversari, per poi affondare nuovamente il colpo a inizio quarto quarto, raggiungendo un 98-76 che Popovich vede come il momento per alzare bandiera bianca e dare campo alle terze linee, scatenando il classico garbage time. Il finale rispecchia la partita: la difesa Spurs naufraga, l'attacco dei Clippers ride.