Clamoroso allo Staples Center, verrebbe da dire. Non per la vittoria dei Los Angeles Lakers beniamini di casa, che oramai da anni battono tra le mura amiche i Golden State Warriors, bensì perché i gialloviola dimostrano di giocare al gioco che fanno Kerr e soci, riuscendoci anche piuttosto discretamente. Certo, le proporzioni della sconfitta dei finalisti NBA della passata stagione fanno il paio con le pessime percentuali di una delle serate più nefaste al tiro degli ultimi tre anni per i ragazzi della Baia. Stephen Curry interrompe la striscia di 157 partite con almeno una tripla a bersaglio e lo fa nella notte in cui tutta la squadra non centra praticamente mai il fondo del secchiello dalla distanza (5/32 per un misero 15%). Di contro, invece, una squadra viva, tonica, che sprizza energia da tutti i pori e che, a suon di alley-oop, va via nel punteggio legittimando nell'ultimo quarto grazie a Lou Williams e ad una prova corale di assoluto valore.
La vendetta sportiva dell'ex di giornata Luke Walton si consuma praticamente fin dalle prime battute. Se il buongiorno si vede dal mattino, il 7-0 iniziale dei Lakers non lascia presagire nulla di buono a Steve Kerr sulla sua panchina. L'atteggiamento è quello sbagliato da parte degli ospiti, che raramente riescono a leggere le soluzioni degli avversari sui pick and roll: D'Angelo Russell punisce praticamente sempre il mancato aiuto, Nick Young è efficace e reattivo come mai. Dalla parte opposta è il solo Durant a tenere a galla la barca, con la tripla di Iguodala sulla sirena che pone parzialmente rimedio alle innumerevoli disattenzioni difensive (24-15). Randle banchetta in post e, una volta uscito, ci pensano Black e Larry Nance a continuare a punire le pessime rotazioni degli uomini di Kerr. Curry litiga con i ferri dello Staples, e fatta eccezione per qualche penetrazione non riesce a mettersi in ritmo ed in partita. Il secondo quarto spacca ulteriormente in due la gara, con i padroni di casa che chiudono a quota 41 (!) punti segnati in dodici minuti: Durant e Thompson provano in tutti i modi a tenere a galla i propri colori, ma sono Clarkson ed ancora uno scatenato Young al tiro a firmare il più 16 all'intervallo lungo (49-65).
L'avvio di ripresa, quando ci si attendeva un moto d'orgoglio da parte dei Warriors, vede invece ancora Russell e Mozgov protagonisti: l'alley-oop, l'ennesimo, dei padroni di casa sigilla il massimo vantaggio sul più venti. Dalla parte opposta sono i soli Durant e Klay Thompson a trascinare Golden State, con il back to back da tre di uno degli Splash Brothers che permette agli ospiti di tornare leggermente a contatto con i Lakers (68-75). E' il momento peggiore per Walton ed i suoi, che però trovano da Randle e dalle giocate di D'Angelo Russell la linfa per ritornare in doppia cifra di vantaggio. Lou Williams - sonnecchiante fino a quel momento - si mette in ritmo nel finale di quarto, rispondendo a Durant e permettendo ai Lakers di conservare un vantaggio considerevole (82-93). La tripla di Sweet Lou ed i quattro punti di fila di Nance valgono il nuovo allungo dei gialloviola, che di fatto chiudono i conti a cinque dalla sirena conclusiva, approfittando ancora delle difficoltà nella metà campo difensiva dei Warriors che si sfaldano ulteriormente con il passare dei minuti. Curry prova quantomeno a tenere in vita il suo record di triple, ma non è serata: Golden State si mostra fragile e poco squadra, mentre i Lakers sigillano il successo con la schiacciata di Ingram (117-97).
I tabellini della serata.