E' un Manu Ginobili riposato e convinto di poter ancora dire la sua quello che ha iniziato la sua quindicesima stagione da giocatore Nba, tutte trascorse con la maglia dei San Antonio Spurs. L'argentino da Bahia Blanca, reduce da un'estate impegnativa con la sua nazionale alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (quarti di finale raggiunti dall'Albiceleste nel torneo a cinque cerchi), racconta di essere stato vicino ai Philadelphia 76ers durante l'offseason. 

Non solo dunque la scelta di continuare a giocare, ma anche la decisione su dove farlo. Una novità per Manu, da sempre legatissimo ai colori neroargento. E' lo stesso Ginobili a raccontarlo a Flan Blinebury di Nba.com, al termine di uno dei primi allenamenti di questa fase del training camp agli ordini di Gregg Popovich: "Sono stato davvero lusingato dalla proposta dei Sixers - spiega il giocatore argentino - con Brett Brown (allenatore di Philadelphia, ndr) ho costruito uno splendido rapporto ai tempi in cui lui era membro dello staff tecnico qui a San Antonio. E' stata una figura molto importante per me, che mi ha aiutato tantissimo nello sviluppo del mio gioco. Il fatto che mi volesse con tanta insistenza a questo punto della mia carriera e che mi abbia detto che sarei stato molto importante per il loro progetto è stato davvero un onore. In quel momento non sapevo quanto importante sarei potuto essere per gli Spurs. Poi, quando sono iniziate le trattative per il rinnovo del contratto, la franchigia ha dimostrato di volermi trattenere a tutti i costi: anch'io volevo rimanere, ovviamente. Poi ho preso la decisione che tutti conoscete, ma all'inizio sono stato tentato dalla proposta di un allenatore che apprezzo e rispetto tantissimo. Sapere che Brown mi voleva a Philadelphia è stata davvero una bella sensazione".

Per quanto riguarda la decisione di continuare a giocare, a differenza dell'amico ed ex compagno di squadra Tim Duncan, Ginobili spiega come in realtà non sia stata "una scelta così difficile da prendere. Ho detto in più occasioni che l'anno scorso ho disputato un'ottima stagione. Nonostante l'anno non sia finito come tutti noi speravamo finisse, sono stato bene per tutta la regular season e i playoffs. Mi sono sentito bene, mi sono divertito quando ho giocato, non ho avuto infortuni, eccezion fatta per quel colpo all'inguine. Quindi, non appena ho avvertito l'entusiasmo della squadra nel riavermi, non ho avuto dubbi. Voglio continuare ad aiutare questo gruppo, che ha bisogno di me. Ecco perchè è stato facile decidere di proseguire nella mia carriera Nba. Generalmente al termine della stagione mi prendo sempre un paio di settimane per riflettere sul mio futuro, anche perchè negli ultimi anni, appena finiti i playoffs, cambio spesso idea e sono indeciso su cosa fare. Quest'anno invece già a metà giugno ero convinto di voler proseguire. Non so se questa sarà la mia ultima stagione. Ho sempre detto che a me piace giocare ogni stagione come se fosse l'ultima. Se a fine anno mi sentirò bene ci penserò su, ma al momento non vedo perchè dovrei prendere una decisione del genere dieci mesi prima".