Non si aspettava di essere liquidato con un annuncio all'Nba Media Day. Chris Bosh, deluso per non aver superato i test di idoneità fisica con lo staff medico dei Miami Heat, squadra con cui ha conquistato due titoli Nba nel 2012 e nel 2013, si sfoga ai microfoni di Uninterrupted, lasciando trapelare tutta la sua irritazione per il trattamento riservatogli da Pat Riley e dal resto della franchigia. 

"Non credevo che la mia carriera a Miami potesse finire in questo modo - dice il lungo texano - nessuno mi ha chiamato nè mandato un messaggio. Niente di tutto questo. Ok, l'Nba è un business, l'ho sempre saputo, ma quando costruisci un certo rapporto e vivi momenti indimenticabili come vincere due titoli insieme, allora non ti aspetti di scoprire cose del genere tramite i media. E' davvero dura, si parla spesso di fiducia, di fratellanza, e poi, per una ragione qualsiasi, a un certo punto sei fuori, o meglio, sei fuori in questo modo. Ecco perchè fa male. La mia storia con i Miami Heat è finita, ma la mia carriera non è ancora terminata. Ci sono altre ventinove squadre, una lega intera. Una squadra sola non può cambiare l'opinione di tutte le altre. Voglio dire a Miami, a tutta Miami, che non ho intenzione di iniziare una guerra legale con la franchigia. La realtà è che i tifosi non avrebbero voluto sentirsi dire che la mia avventura a South Beach era terminata, così come non avrebbero voluto veder andar via Dwyane Wade. Mi dispiace per loro (i tifosi, ndr), perchè pensavo di poter dare ancora molto, qualcosa di meglio di quanto abbiano già visto in passato. E perchè meritano un presente migliore di quello che stanno vivendo adesso".

Difficile immaginare ora quale possa essere il futuro di Bosh. Ciò che è certo è che il due volte campione Nba ha intenzione di continuare a giocare a pallacanestro da professionista. Ipotesi tutt'altro che scontata, perchè il giudizio di inidoneità fisica rilasciato dallo staff medico di Miami sa di pietra tombale sulla sua carriera. Al momento Bosh è sotto contratto con gli Heat fino al 2019, in virtù di un quinquennale sottoscritto nell'estate del 2014, quella in cui LeBron James lasciò South Beach per far ritorno a Cleveland. Nelle prossime tre stagioni Bosh avrebbe guadagnato ben 76 milioni di dollari, oltre venticinque all'anno. Il condizionale è però d'obbligo, perchè con ogni probabilità gli Heat rimuoveranno il suo nome dal salary cap, avvalendosi della clausola per l'inidoneità fisica e lasciando poi a un'assicurazione la copertura economica delle spettanze del giocatore. In tal modo Bosh diverrebbe free agent - ma il processo potrebbe non essere così breve, come riportato da Brian Windhorst per Espn - e avrebbe poi la possibilità di mettersi sul mercato, alla ricerca di una nuova squadra, che lo ritenga idoneo dal punto di vista fisico e dunque in grado di tornare a giocare a pallacanestro in Nba. Per bypassare i tempi potenzialmente lunghi della sua rimozione dal salary cap degli Heat, Bosh potrebbe anche negoziare una buonuscita con la franchigia della Florida, ottenendo però una somma decisamente inferiore rispetto a quella che gli spetterebbe attendendo che a fare la prima mossa sia la controparte.