Girandola di microfoni in NBA: è la frenesia del Media Day, un'intera giornata dedicata da tutte le franchigie del basket oltreoceano a foto, video, interviste e quant'altro la stampa necessiti. Particolare attenzione cade, ovviamente, sulla baia di San Francisco, dove inizia a rombare il motore dei Golden State Warriors, freschi di clamorosa rimonta da 3-1 dei Cleveland Cavaliers ma soprattutto della trade più discussa degli ultimi anni, quella di Kevin Durant.
A parlare per primo è stato Kevin Looney, rookie arrivato lo scorso anno in uscita da UCLA, che ha saltato quasi tutta la scorsa stagione per problemi prima all'anca destra e poi alla sinistra. Due interventi chirurgici, qualche apparizione in D-League con Santa Cruz e poco altro. Questa può essere la stagione del suo vero decollo tra i grandi. “Mi sento molto meglio. Prima anche solo giocare mi provocava dolore, non mi sentivo a mio agio con determinate movenze. Ora ho più fiducia in me, mi muovo meglio, sento molto bene queste nuove anche, non gioco una partita vera da tanto, ma ho buone sensazioni e non vedo l'ora di iniziare col training camp. L'anno scorso abbiamo fatto la storia, ma personalmente mi sento ancora un rookie".
I microfoni hanno raggiunto, anche se solo in via ufficiosa, anche il coach Steve Kerr, che ha parlato appunto dell'impegno annuale di incontrare la stampa. "E' normale, è una cosa necessaria. Ovviamente faremo un sacco di cose oggi che serviranno per tutta la stagione in arena ed in televisione, dobbiamo farlo quindi lo facciamo". Non è mancata però la pungente domanda sull'inserimento in squadra di Kevin Durant: "una distrazione? Se lo dovesse essere, la affronteremo un giorno. Kevin è uno dei migliori giocatori nella lega. Siamo contentissimi di averlo qui, ed ovviamente siamo pronti ad affrontare tutto il caos mediatico che lo accompagna".
Il più atteso, però, è sempre lui: uno dei due (evitiamo polemiche in questo modo) giocatori più forti del pianeta nonché doppio-MVP, Steph Curry. "Terzo MVP di fila? Sicuramente è possibile. Non giocherò pensando a quello particolarmente: l'obiettivo di squadra, il campionato, viene prima dei premi individuali. Io lavoro ogni giorno per essere al meglio e per essere pronto ad inizio stagione. Non so cosa accadrà, ma sono sicuro che abbiamo davanti a noi una buona opportunità per fare qualcosa di speciale in campionato".
La domanda successiva, invece, ha riguardato la chimica di squadra, e l'ingresso nel roster di Kevin Durant: "Dovremo lavorare bene insieme, non solo noi, ma anche Klay [Thompson] e Draymond [Green]. In realtà non cambierà molto, tutte le squadre cambiano quintetto, ma il nostro gioco rimane lo stesso. Non posso dire ora come saranno distribuiti i tiri, quanto correremo o come ci muoveremo, questo dovremo stabilirlo con Coach Kerr".
Infine, il 30 ha parlato di un tema molto sensibile negli Stati Uniti, quello della violenza della polizia sulle persone di colore: "Io rispetto la voce di tutti, qualsiasi piattaforma e l'opportunità ed il diritto a protestare. Sentono nel cuore qualcosa che voglono cambiare. Rispetto quello che ha fatto Colin [Kaepernick, che si è inginocchiato in segno di protesta durante l'inno americano, ndr], spero che il suo messaggio abbia risalto, ma penso di rimanere in piedi durante l'inno prima delle partite".
Qualche battuta è stata rilasciata anche dall'uomo del momento, proprio Kevin Durant, riguardo al suo gioco: "gioco perche mi piace la pallacanestro, non contro qualcuno o qualcosa, non mi piace giocare arrabbiato. Il passaggio ai Warriors anche in chiave Nike, per sfruttare il mercato della Bay Area? No, non sapevano nulla. E' stata una mia decisione".