Vince, finalmente, la Supercoppa Italiana versione 2016 l'Emporio Armani Milano di Jasmin Repesa, che davanti al pubblico amico del Mediolanum Forum conquista il primo trofeo stagionale battendo in finale la Sidigas Avellino di Pino Sacripanti. Decisivo, ai fini del punteggio finale, lo strappo creato dai padroni di casa, trascinati da un Krunoslav Simon - votato MVP della manifestazione - semplicemente perfetto dalla distanza e non solo. Troppo più forte, e soprattutto più lunga nelle rotazioni, la squadra meneghina. Per gli irpini si salva un ottimo Obasahon, mentre Green e Ragland nel finale, con orgoglio, accorciano il passivo.
Repesa deve fare a meno di Raduljca e sceglie Macvan in quintetto assieme a Pascolo, mentre i tre esterni sono Simon, Zoran Dragic e Cinciarini. Sacripanti recupera Fesenko e lo manda in quintetto assieme a Maarten Leunen nello spot di ala grande. Thomas da tre, Ragland in cabina di regia e Obashoan da guardia.
Nemmeno il tempo di battere ciglio e Milano è già avanti. L'intensità difensiva è altissima, Avellino non riesce a contenere la sfuriata, Cinciarini e Simon firmano il parziale di 7-0. Obasohan e Ragland mettono fine all'emorragia con la tripla e la pennellata mancina che valgono il meno due. La squadra di Repesa muove bene la palla e trova spesso soluzioni perimetrali che le consentono di mandare a bersaglio tiri piazzati facili, ma gli irpini non sono da meno, anche se trovano maggiori soluzioni dalla distanza piuttosto che nel pitturato. La guardia belga ospite, Leunen, e Ragland bersagliano ancora dalla distanza, il croato mancino di casa risponde prontamente (18-23 con tredici personali). Il contropiede e le migliori rotazioni sembrano favorire i meneghini, ma Thomas dalla lunetta accorcia alla prima sirena.
E' con l'atletismo nella propria metà campo che Avellino riesce a tener testa alla fisicità di Milano, che troppe volte ferma la palla in attacco e stenta a scappar via nel punteggio. La squadra di casa si arraMpica sul più sette con i primi squilli di Sanders, ma sempre Obasohan risponde dalla parte opposta. Simon resta rovente da oltre l'arco (quarta tripla su baltrettanti tentativi) e con l'aiuto del primo canestro dal campo di Gentile, Repesa costringe Sacripanti al time out sul -10. Avellino esce benissimo dal minuto di sospensione e grazie ad un 6-0 di mini-parziale torna sotto di quattro lunghezze (29-33), ma è nella metà campo difensiva che gli irpini non riescono a contenere gli schemi milanesi: Hickman firma con un parziale personale il più 13 (massimo vantaggio), prima del canestro di Cusin per il 34-44 dell'intervallo.
Botta e risposta, in avvio di ripresa, sempre dalla lunga distanza con Simon che riprende dove aveva lasciato e Leunen che tiene a contatto Avellino. Un antisportivo alquanto dubbio su Cinciarini della stessa ala grande statunitense permette a Milano di piazzare un 7-0 di parziale che va dalla tripla di Dragic al canestro di Pascolo, vale il più 15 (39-54). Alla penetrazione di Ragland segue la zona di Sacripanti, che però non riesce a mettere la musoliera a Simon (quinta tripla personale, 54% per Milano). I padroni di casa sono in fiducia e costringono Avellino a tiri sbilenchi, che valgono la transizione dalla parte opposta: Macvan scrive più 18, e mentre le percentuali degli irpini crollano alla distanza, Dragic firma il gioco da tre punti che manda già i titoli di coda ed acuisce le difficoltà di Fesenko. Con il cuore, e con sette punti di fila, Avellino prova a scuotersi, ma alla penultima sirena il tabellone è impietoso (51-67).
Nell'ultimo quarto la stanchezza, e di conseguenza anche la confusione, la fa da padrone, con la sfida che è apertamente segnata e decisa. Milano si limita a gestire il vantaggio, a volte in transizione, più spesso a difesa schierata, rallentando i ritmi del match che Avellino cerca di innalzare. McLean dalla distanza firma il nuovo massimo vantaggio sul più venti, con gli irpini che stancamente si trascinano verso la fine, preferendo le iniziative individuali a quelle corali e di squadra. Gli ultimi minuti sono di puro garbage time, utili a fissare il punteggio sul 56-73 finale.
Il tabellino finale.