L'affaire J.R. Smith sembra essere orami la copia fedele della vicenda che lo scorso anno coinvolse i Cleveland Cavaliers e Tristan Thompson. In quell'occasione, il lungo canadese, free agent, attese fino alla seconda metà di ottobre per firmare nuovamente con la franchigia dell'Ohio, rientrando in squadra a pochi giorni dall'inizio della regular season. Come Thompson nel 2015, anche Smith non ha infatti ancora trovato l'accordo economico con il general manager dei Cavs David Griffin.
J.R., miglior sesto uomo della scorsa stagione, ha quest'estate rifiutato una player option prevista in suo favore (5.3 milioni di dollari), al fine di sondare il mercato e valutare eventuali offerte più vantaggiose. Ma, secondo quanto riportato in queste ore da Dave McMenamin di Espn, le uniche squadre in grado di garantire al fresco campione Nba uno stipendio intorno ai dieci milioni sono attualmente i Philadelphia 76ers, i Denver Nuggets, i Phoenix Suns, i Brooklyn Nets e gli Utah Jazz, tutte destinazioni non gradite al trentunenne Smith. Ecco perchè il suo agente Rich Paul (lo stesso di James e Thompson) continua a trattare con i Cavs, nonostante manchino ormai pochi giorni all'inizio del training camp di fine mese. "Cleveland la miglior opzione possibile? Sì e no - ha detto J.R. in un'intervista rilasciata ieri a Complex - dipende dai punti di vista. Sotto l'aspetto economico, da free agent potrei andare a giocare ovunque, ma se guardo invece alle squadre realmente disponibili, ci sono poche franchigie in cui potrei lavorare. Sì, certo, ci sono giocatori con cui mi piacerebbe giocare, ma anche altri con cui potrei tornare a dividere lo spogliatoio. Quando si è free agent bisogna però valutare anche altri aspetti, come la città, il sistema scolastico, ciò che è meglio per la vita familiare: tutto entra in gioco in questi casi. Tempo fa molte di queste cose non mi avrebbero interessato, ma ora ho una famiglia e devo pensare a quale sia il posto migliore per loro".
"Quando firmerò con i Cavs? Presto, spero, anche se non le nostre posizioni sono ancora distanti. Non siamo dove vorremmo essere con le trattative, ma è qualcosa che va oltre i numeri e lo stipendio. E' che non voglio apparire come uno che approfitta di Cleveland dopo tutto quello che loro hanno fatto per me. Direi che è una questione di rispetto reciproco". Chi preme per un ritorno alla Quicken Loans Arena di Smith è LeBron James, principale sponsor della ex shooting guard di Denver e New York, che ha trascorso l'estate a rincorrere il compagno di squadra (ex, attualmente) sui social network, manifestando in maniera inequivocabile la sua volontà di rivolerlo in squadra. Già ad agosto James aveva dichiarato che era ormai giunto "il momento di riprendersi J.R.", mentre pochi giorni fa, in occasione del compleanno di Smith, ha postato sul proprio account Instagram un messaggio di auguri, affermando di non "vedere l'ora di tornare ad allenarmi sul campo con te come mio compagno di backcourt". L'impressione generale è che alla fine le due parti troveranno un accordo, anche se i Cavs dovranno probabilmente ricorrere all'utilizzo di una player exception: la franchigia dell'Ohio ha infatti già dodici giocatori sotto contratto e attualmente potrebbe permettersi di ingaggiarne un altro solo al minimo salariale, ipotesi ovviamente da escludere, data la volontà di Smith di monetizzare dopo due stagioni disputate ad alti livelli.