La carriera da allenatore Nba di Scott Brooks ricomincia da Washington. Dopo essere stato per anni alla guida degli Oklahoma City Thunder (anche un'apparizione alle Finals nel 2012), Brooks è infatti ora il nuovo head coach dei Wizards, franchigia in cerca di riscatto dopo l'ultima deludente stagione, in cui non è stato centrato l'obiettivo dei playoffs. Diversi i volti nuovi nella capitale federale: da Trey Burke, talento inesploso ai Jazz, al ceco Tomas Satoransky, passando per i veterani Ian Mahinmi e J.J. Hickson. Ma le attenzioni di tifosi e addetti ai lavori sono tutte per il duo formato da John Wall, point guard scelto alla numero uno nel Draft del 2010, e il tiratore (ma non solo) Bradley Beal.

Tra i due non scorre buon sangue, come precisato dagli stessi protagonisti nelle ultime settimane, ma Brooks non sembra esserne preoccupato: "Ci sono molte cose di cui dovremo occuparci durante il training camp - dice Brooks in un'intervista pubblicata da Candace Buckner del Washington Post - ma la chimica di squadra non è certo un problema. Non ne ho ancora parlato con i miei assistenti, lo farò nei prossimi giorni. Ho intenzione di confrontarmi faccia a faccia sia con John che con Bradley, oltre che di discuterne con tutta la squadra. Sono due ragazzi molto competitivi, ma si preoccupano anche di trascinare i compagni: con queste qualità non avranno mai alcun problema con me, e neanche con il resto della squadra. Sono come fratelli, è normale che ogni tanti ci siano delle discussioni o dei litigi. Sarebbe un problema se capitasse il contrario. Quando giocavo negli Houston Rockets lo spogliatoio discuteva almeno una volta alla settimana, quindi non credo che il rapporto tra Wall e Beal costituisca un problema. Vedo solo due giocatori molto competitivi che stanno cercando di evolversi e trovare una posizione ben definita all'interno dell'Nba. Mi è già successo di trovarmi in questa situazione, ad Oklahoma City, con Westbrook e Durant, entrambi giovani e rampanti. In questi casi non è necessario che ci sia un rapporto d'amicizia o qualcosa di simile, l'importante è che non manchi mai il rispetto reciproco".

"Per vincere abbiamo bisogno di un gruppo che abbia voglia di competere ai massimi livelli. Il mio compito sarà quello di fare in modo che nessuno oltrepassi mai il limite: i ragazzi devono capire che è fondamentale giocare sempre per i compagni, che il rispetto reciproco è una componente molto importante in una squadra. Quando mancano questi fattori, si può andare incontro solo a serate disastrose. Prima di farmi firmare per i Wizards, nessuno dei dirigenti di questa franchigia mi ha mai parlato di questo presunto problema tra John e Bradley, e io non ho pensato nemmeno per un momento che mi avessero assunto per mettere ordine in una situazione del genere". All'ex coach dei Thunder è stato però richiesto di riportare la squadra ai playoffs, obiettivo fallito da Randy Wittman nella scorsa stagione. Dopo aver sfiorato la finale di Conference nel 2015, i Wizards sono andati infatti incontro ad un'annata negativa, che ha indotto il frontoffice della capitale federale a rimescolare le carte nel roster. Via tra gli altri Gary Neal e il brasiliano Nenè, dentro Ian Mahinmi e Trey Burke, con quest'ultimo che può occupare sia lo slot di point guard che quello di shooting guard. A Washington si attendono inoltre segnali di crescita dal giovane Kelly Oubre Jr., come accaduto lo scorso anno con Otto Porter, mentre il duo Andrew Nicholson e Jason Smith, pacchetto giunto da Orlando, sarà chiamato a portare esperienza e punti dalla panchina.