Nel primo anno dell'era post Kobe Bryant, i Los Angeles Lakers sperano che D'Angelo Russell, seconda scelta assoluta dell'Nba Draft 2015, possa mostrare tutto il talento lasciato intravedere ai tempi del college a Ohio State. La scorsa stagione, quella del lungo addio di Kobe, ha nascosto parte dei problemi dei gialloviola, tra cui la mancata esplosione di Russell e del giovane compagno di squadra Julius Randle. Ma ora il numero uno dei Lakers si dice pronto a prendersi lo Staples Center, come dichiarato in un'intervista rilasciata a Rob Perez di Fox Sports.

"Il mio anno da rookie non è stato positivo - ammette D'Angelo - diciamo che la stagione non è andata come mi attendevo. Però ho imparato molto cose in questi primi dodici mesi di Nba. E' tutta esperienza per il futuro, non vedo l'ora di ricominciare. Ora c'è un nuovo allenatore e penso che con lui potrò dare il meglio di me. La prima volta che ho incontrato Luke Walton mi è sembrato di conoscerlo da sempre. Con lui non ci sono silenzi imbarazzanti, nè sguardi che non si incrociano. Mi trovo molto bene con lui. Quando abbiamo cominciato le sedute di allenamento, si è messo a giocare con noi e ci ha fatto sentire a nostro agio. L'anno scorso non ero abituato a tutto questo, anche perchè era la mia stagione da rookie, dovevo imparare qualsiasi cosa. Il coach vuole che tiri ogni volta che sono libero. Per me è come avere la luce verde al semaforo, non potrei chiedere di meglio. Allo stesso modo, quando non si è in una buona posizione per tirare, bisogna passare la palla. Luke sta cercando di responsabilizzare tutto il gruppo. A me interessa solo vincere, anche il tiro della vittoria in Summer League contro i Sixers di Simmons è stato emozionante".

Sul rapporto con Kobe Bryant: "Ricordo bene la prima volta che l'ho conosciuto. Mi stavo allenando in un angolo della palestra e tutti hanno cominciato a dire che quel giorno sarebbe venuto (era prima del training camp, ndr). Aveva un sorriso strano, che non dimenticherò mai. Ora si è ritirato, ma non ho più parlato con lui dalla fine della scorsa stagione. Io non l'ho chiamato e lui non ha chiamato me". Russell racconta poi della sua esperienza al college con la maglia di Ohio State: "All'inizio non immaginavo che sarei diventato un giocatore professionista, nonostante entrare nell'Nba fosse da tempo il mio sogno. Le prime partite sono state dure per me, poi ho cominiciato a segnare i miei tiri, a subire falli, a fare assist folli, e soprattutto la squadra ha iniziato a vincere. Da quel momento in poi in molti hanno cominciato a conoscermi, anche attraverso Internet. Alla fine è arrivato il momento del Draft e mi hanno scelto i Los Angeles Lakers". Chiusura con un paio di domande su eventuali riti prepartita e altre arene Nba dove gli piace giocare oltre allo Staples Center: "Non ho alcun rituale da svolgere prima delle partite. Non faccio mai nulla per routine, non mi piace programmare la mia vita: ecco perchè vado semplicemente al campo e gioco. Per quanto riguarda le altre arene Nba, mi piace l'atmosfera che c'è a Cleveland, dove si avverte davvero il calore dei tifosi: vogliono vincere a tutti costi. Poi c'è la Oracle, naturalmente, e la Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City: lì dentro si crea un ambiente assolutamente folle".