Non vuole saperne di chiudere precocemente la sua carriera, Chris Bosh. Il lungo dei Miami Heat, fermato dallo staff medico della franchigia lo scorso febbraio dopo che erano stati riscontrati coaguli di sangue nel suo polpaccio sinistro, è infatti inattivo da oltre sei mesi. Un problema di salute grave e soprattutto non inedito per l'ex giocatore dei Toronto Raptors, che già nella stagione 2014-2015 aveva dovuto alzare bandiera bianca alle soglie della primavera. Il ripresentarsi di una simile patologia mette ora a rischio l'intera carriera di Bosh, che pure avrebbe voluto partecipare all'ultima avventura ai playoffs dei suoi Miami Heat, conclusasi con la sconfitta in sette gare in semifinale di Conference ad Est proprio contro i Raptors.
Con l'avvicinarsi della nuova regular season, il due volte campione Nba ha intensificato i suoi allenamenti personalizzati, postando sul proprio profilo Instagram i relativi video, quasi a voler dimostrare di essere in buone condizioni e pronto per giocare. "So di aver rischiato molto - le parole sul social network dell'undici volte All-Star - ma ora sono tornato. Tutti mi chiedono se spero nel rientro in campo. Ovviamente sì, lo spero". Un mese e mezzo fa Pat Riley, presidente dei Miami Heat, aveva dichiarato di non sapere come si sarebbe evoluta la situazione medica relativa a uno dei suoi giocatori più rappresentativi. Oggi Bosh sembra voler tornare sul parquet per la nuova stagione ma, secondo quanto riportato da Michael Wallace di Espn, lo staff medico della franchigia della Florida si prenderà altre settimane per valutare al meglio l'evoluzione clinica della patologia, in modo tale da avere un quadro più chiaro per il 27 settembre, giorno del ritrovo al training camp agli ordini di Erik Spoelstra. In una Miami che nel giro di una sola estate ha perso giocatori del calibro di Dwyane Wade, Luol Deng e Joe Johnson, Chris Bosh rimane l'unica superstar del roster, supportato dal playmaker Goran Dragic, dal centro Hassan Whiteside e dai due giovani Josh Richardson e Justise Winslow. Anche per questo motivo la franchigia ha deciso di puntare sul suo lungo come testimonial per la campagna abbonamenti alla American Airlines Arena, nonostante permangano molti dubbi su un suo rientro a pieno regime.
Ecco perchè l'allenatore Erik Spoelstra starebbe pensando di cambiare la struttura della squadra, dando le chiavi del suo attacco allo sloveno Dragic, nelle ultime stagioni costretto ad abbassare i ritmi della sua pallacanestro per adeguarsi alle caratteristiche di veterani come Wade e Johnson. Secondo quanto riportato dal Miami Herald, Spoelstra avrebbe incontrato il suo playmaker direttamente a casa sua, in Slovenia, per spiegargli quale sarà il suo nuovo ruolo negli Heat di domani. Quella del ritmo viene vista come una questione cruciale per il gioco di Miami, anche perchè nello staff tecnico di coach Spo (in cui non c'è più David Fizdale, nuovo capo allenatore dei Memphis Grizzlies) ritengono di avere in Hassan Whiteside un centro in grado di correre senza troppi problemi lungo i ventotto metri di campo. Proprio Whiteside dovrebbe fungere da punto di riferimento in area, mentre il resto del quintetto avrà la possibilità di spaziarsi sul perimetro per il tiro da tre punti, con Dragic a dispensare assist ai compagni. A questo scopo sono stati ingaggiati due tiratori come Luke Babbitt da New Orleans e Dwayne Ellington da Brooklyn, mentre Dion Waiters avrà con ogni probabilità il compito di inventare dal palleggio, pur sempre in un contesto tecnico di continuità offensiva. La speranza degli Heat è ovviamente quella di avere a disposizione anche Chris Bosh, unico giocatore del roster in grado di abbinare un gioco a due dimensioni, in post e come tiratore dall'arco.