Il fallimento di un'altra sessione del mercato dei free agents ha confermato tutte le difficoltà del frontoffice dei Dallas Mavericks nel reclutare superstar Nba. Dopo il dietrofront della scorsa estate firmato DeAndre Jordan - il lungo dei Clippers che aveva scelto i texani salvo rimangiarsi la parola data - la franchigia di Mark Cuban ha dovuto subire diversi rifiuti anche nel mese di luglio appena trascorso.
Non solo non è mai stata in corsa per accaparrarsi le prestazioni sportive Kevin Durant, ma ha anche incassato il "no, grazie" di Mike Conley, playmaker a lungo richiesto dall'allenatore Rick Carlisle, poi rimasto a Memphis. E in Tennessee ai Grizzlies è finito anche Chandler Parsons, per due anni a Dallas e considerato come il giocatore franchiga del prossimo futuro. Snobbati clamorosamente dalla media dei giocatori Nba - soprattutto per essere una squadra che giunge ai playoffs con grande continuità - i Mavs hanno però tratto benefici dall'approdo di Kevin Durant ai Golden State Warriors. Da Oakland è infatti arrivato Harrison Barnes, small forward il cui destino era strettamente legato a quello di KD, oltre ad Andrew Bogut, centro australiano scambiato con il georgiano Zaza Pachulia. E proprio da Barnes intende ripartire Mark Cuban, l'eccentrico proprietario della franchigia texana. Ottimo difensore, tiratore alterno ma con enormi margini di miglioramento nella metà campo offensiva, Barnes sapeva che quest'estate avrebbe dovuto lasciare Golden State: "La firma di Durant per i Warriors non è stata una sorpresa, tra i giocatori se ne parlava da tempo, poi le voci si sono fatte più insistenti proprio all'inizio della free agency - ha detto il giocatore adesso membro di Team USA per Rio 2016 in un'intervista rilasciata a Marc J. Spears di The Undefetead - e quando ho ricevuto la notizia, ho mandato un messaggio di ringraziamento a tutti i miei compagni di squadra e ho cominciato a pensare alla mia futura destinazione. Ho parlato con il mio agente e mi sono sentito più vicino ai Dallas Mavericks. A Golden State ho vissuto anni fantastici, è una grande franchigia con tifosi eccezionali. Nei loro confronti non nutro rabbia nè amarezza. E' come se mi sentissi ancora uno di loro, ma quando tornerò alla Oracle Arena in regular season sarà diverso".
"Per tutta una serie di motivi, non dimenticherò mai le ultime Nba Finals. Innanzitutto, perchè ci è sfuggito il titolo. Abbiamo vinto così tante partite in regular season e poi siamo arrivati a un passo dal trionfo. Non ho segnato i miei tiri, a volte ho giocato bene, ma non è bastato. Non si può dare per scontato di arrivare alle Finals ogni anno. Nelle ultime stagioni vieni giudicato ormai solo per ciò che fai alla fine, e nelle ultime due partite dell'anno non ho segnato molto. Da lì ecco le critiche, ma se avessimo vinto gara-7 poi anche la percezione del nostro gioco sarebbe stata diversa. Ora dovrò pensare ai Mavs. Hanno un allenatore che ha vinto un titolo, un frontoffice stabile e un bel gruppo di giocatori: c'è Nowitzki, che è un Hall of Famer, Wesley Matthews, con cui giocherò per molto tempo, Deron Williams e tutti gli altri. Sono convinto che anche Bogut darà un contributo importante". Barnes ha dunque snocciolato quello che dovrebbe essere il quintetto base della prossima stagione dei Mavericks, con Bogut e Nowitzki da lunghi, Matthews da shooting guard e Deron Williams da point guard. Mentre sul rendimento del tedesco non ci sono dubbi - garantirà il solito spettacolo in attacco per altre due stagioni - sul playmaker ex Utah Jazz e Brooklyn Nets è lecito avere delle riserve. A lungo vittima di infortuni di varia natura, Williams ha perso gran parte dell'esplosività dei primi anni Nba, al punto che spesso Carlisle lo ha affiancato ad altri playmaker come Devin Harris e J.J. Barea.
Mancherà invece Raymond Felton, finito ai Clippers, mentre è atteso a una stagione di conferme Justin Anderson, rookie dimostratosi giocatore interessante lo scorso anno. Completano il roster dei Mavs i due arrivi da Sacramento Quincy Acy e Seth Curry, oltre ai lunghi già presenti a Dallas come Dwight Powell e Salah Mejri. Curiosità infine per vedere all'opera il ventitreenne argentino Nicolas Brussino, ala piccola che dovrà sgomitare parecchio per trovare minuti in una squadra che lotterà ancora una volta per garantirsi un posto ai playoffs.