Appena quindici mesi fa, con la squadra qualificatasi per il primo turno di playoff della Western Conference (sconfitta per 4-0 nella serie contro i Golden State Warriors), il futuro dei New Orleans Pelicans appariva luminoso. Un nuovo allenatore come Alvin Gentry, stimato da Steve Kerr ed ex assistente di Gregg Popovich e Doc Rivers, e una superstar come Anthony Davis, lungo proveniente da Kentucky, all'epoca ventidueenne e addirittura candidato al premio di Most Valuable Player della regular season Nba. Poco più di un anno dopo, la franchigia della Lousiana si ritrova invece senza certezze, con un roster assemblato sfruttando seconde e terze scelte del mercato dei free agents e una valanga di dubbi sulla tenuta fisica di alcuni giocatori chiave.
Proprio gli infortuni hanno falcidiato il roster dei Pelicans durante tutta la passata stagione. Non solo Davis, ma anche Tyreke Evans, Eric Gordon e Jrue Holiday sono stati a lungo ai box per problemi di varia natura. Ora Gordon e Ryan Anderson (secondo violino della squadra in attacco) sono volati verso gli Houston Rockets di Mike D'Antoni, mentre al Draft è stato pescato Buddy Hield, shooting guard da Oklahoma. Altri innesti, stavolta di esperienza e dal talento discutibile, sono stati quelli di Solomon Hill dagli Indiana Pacers e di E'Twaun Moore dai Chicago Bulls. Da New York è arrivato poi Langston Galloway, nel tentativo di trovare esterni capaci di aprire il campo, laddove l'inserimento in squadra più affascinante è forse quello di Terrence Jones, ex Rockets, sparito dall'Nba che conta dopo un paio di annate interessanti. I vari Alonzo Gee, Quincy Pondexter, Dante Cunningham, Omer Asik, Tim Frazier, Alexis Ajinça rimangono onesti mestieranti della palla a spicchi, giocatori per certi versi affidabili ma lontani dagli standard di eccellenza della lega. Ecco perchè Alvin Gentry spera in una stagione senza stop and go di Tyreke Evans e Jrue Holiday per provare a risalire la china, anche se il rendimento di New Orleans continuerà a ruotare intorno a quello di Anthony Davis. The Brow ha bisogno di ritrovare i ritmi del 2015 e soprattutto continuità atletica e tecnica. Tra problemi alla spalla e alla schiena, Davis ha disputato una stagione al di sotto delle attese, senza lasciar intravedere quei miglioramenti nelle due metà campo che lo avrebbero reso definitivamente uno dei migliori dieci giocatori dell'Nba.
Invece questo ragazzone dal Kentucky alterna prestazioni da urlo a prove scialbe, giornate in cui segna persino da tre punti e altre in cui fa fatica a muoversi spalle a canestro. La sua personalità come leader è ancora da formarsi, così come alcune letture in episodi di difesa di squadra. In un contesto tecnico come quello dei Pelicans attuali, non sorprende dunque che ci sia tanta attenzione sul rookie Buddy Hield, considerato la shooting guard più forte dell'ultimo Draft. Eppure Hield ha fatto fatica in Summer League, un po' come il resto della squadra. Non sembra preoccupato del suo inserimento tra i professionisti Alvin Gentry: "Con Buddy non è mai un problema di impegno - ha detto il coach in una chiacchierata con Ian Thomsen di Nba.com - ha solo bisogno di imparare e fare esperienza. La prossima sarà una stagione da montagne russe per lui, potrà fare partite da oltre trenta punti e altre da 3/15 al tiro. Fa parte dell'essere rookie. E' potenzialmente un tiratore eccezionale, gli abbiamo fatto vedere video di J.J. Redick, Mike Miller e altri giocatori di questo tipo. Ciò che mi piace davvero di lui è che ha grande fiducia nei suoi mezzi, un elemento fondamentale per sfondare in questa lega. Sa già che con Anthony Davis e gli altri ragazzi del roster dovrà cambiare un po' il suo modo di giocare. Diventerà un giocatore solido, anche perchè ha tanta voglia di lavorare e migliorarsi. Al Draft non potevamo sapere che avremmo avuto a disposizione Buddy alla nostra chiamata, ma era esattamente il giocatore di cui avevamo bisogno. L'anno scorso in regular season abbiamo battuto squadre come gli Spurs, i Clippers e i Thunder, ora abbiamo l'opportunità di tornare ad essere un gruppo che torna a lottare per i playoffs. Questo deve essere il nostro obiettivo".