Per ora sono rimasti tutti. Il grande ribaltone estivo in casa Los Angeles Clippers non è ancora avvenuto e, stando alle parole del presidente esecutivo e allenatore Doc Rivers, non avverrà nel 2016. Beffati nella corsa a Kevin Durant, che pure era stato favorevolmente impressionato dal progetto presentatogli da Lob City, la franchigia di proprietà di Steve Ballmer ha voluto mantenere l'ossatura del roster delle ultime stagioni, trattenendo il sesto uomo dell'anno della regular season Nba 2016 Jamal Crawford e il figlio del coach Austin Rivers.
Via Pablo Prigioni e Cole Aldrich, sono arrivati allo Staples Center gli esperti Brandon Bass (direttamente dai cugini dei Lakers), Raymond Felton (in uscita dai Dallas Mavericks) e Marreese Speights (lasciato partire dai Golden State Warriors). Bass, giocatore in grado di ricoprire le posizioni di numero quattro e numero tre, ritrova Doc Rivers dopo l'esperienza insieme ai tempi dei Boston Celtics, mentre Speights diventa con ogni probabilità la prima opzione alternativa ai titolari nel reparto lungi DeAndre Jordan e Blake Griffin. Felton sarà invece il backup di Chris Paul, ruolo negli ultimi anni rimasto scoperto e interpretato in maniera personale dai vari Crawford, Rivers e J.J. Redick. Proprio quest'ultimo, tiratore eccezionale, è un altro tassello del mosaico rimasto al suo posto per espressa volontà del suo allenatore, che in queste ultime ore starebbe pressando anche Paul Pierce per convincerlo a continuare per un'altra stagione. E, secondo quanto riportato ieri dal Los Angeles Time, il veterano ex Celtics sarebbe vicino al proseguimento della sua carriera Nba. Al Draft i Clippers hanno pescato Brice Johnson da North Carolina, lungo dotato di ottima mobilità e convincente nelle uscite dell'ultima Summer League. Completano il roster Wesley Johnson e Luke Mbah a Moutè, le uniche small forward a disposizione dello staff tecnico di Lob City (che, oltre a Rivers, comprende anche Mike Woodson, Lawrence Frank e Sam Cassell).
I Clippers ripartono dalla dolorosa sconfitta al primo turno di playoff della Western Conference contro i Portland Trail Blazers di Damian Lillard, serie caratterizzata dagli infortuni di Chris Paul (frattura alla mano) e di Blake Griffin (problema muscolare al quadricipite sinistro). Proprio Griffin è il giocatore chiave della banda di Doc Rivers: atleta straordinario, ha trascorso un'ultima stagione più a guardare i compagni giocare che sul parquet, soprattutto a causa di una scazzottata, con tanto di mano fratturata, con un magazziniere della squadra. Sospeso dalla dirigenza Clips per le conseguenze dell'episodio, Griffin è rientrato solo per gli ultimi scampoli di regular season e per lo psicodramma vissuto dai suoi contro Portland. Dopo quella sconfitta, in molti hanno pensato che la struttura del roster dei Clippers sarebbe cambiata, ma Doc Rivers ha invece assicurato di non avere alcuna intenzione di scambiare uno tra Griffin, Paul e Jordan, sostanzialmente accettando di provare un'altra cavalcata ai playoffs con la stessa squadra degli ultimi anni, ritoccata per quanto riguarda i panchinari. L'equivoco Griffin però rimane: trattasi di power forward non perimetrale, bensì di giocatore interno che finisce spesso con il pestarsi i piedi a centro area con il centro titolare, peraltro quasi mai coinvolto in attacco (se non con qualche alzata di Chris Paul). Il buon Blake, ormai ventisettenne, ha provato negli ultimi anni ad espandere il suo raggio di tiro, riuscendo a costruirsi un jumper abbastanza affidabile dalla media distanza ma non dalla linea dell'arco. Con Jordan rifirmato l'anno scorso a cifre iperboliche, rimane Griffin l'unico giocatore sul quale provare a imbastire una trade per modificare l'assetto della squadra, a meno di non voler proseguire così fino al 2018, quando scadrà anche il contratto di CP3.