Si definisce "ringiovanito", Derrick Rose, nuova point guard dei New York Knicks. Una prima parte di carriera trascorsa a giocare per i Bulls, la squadra della sua città - Chicago - e ora atteso a una nuova avventura con la franchigia della Grande Mela, dove c'è grande entusiasmo per il roster allestito quest'estate da Phil Jackson. Gli arrivi di Joakim Noah, Brandon Jennings, Courtney Lee e dello stesso Rose - uniti alla permanenza di giocatori del calibro di Carmelo Anthony e Kristaps Porzingis - fanno sognare i tifosi del Madison Square Garden, e il prodotto da Memphis non fa nulla per svegliarli: "Giocherò in una grande città - dice il figlio della Windy City in un'intervista concessa a Las Vegas a Lang Whitaker di Nba.com - in un ambiente in cui c'è cultura di pallacanestro e in cui la gente ama chi gioca duro. Sono pronto, per me è una grande opportunità, e mi sto preparando già da ora".

Non potevano mancare domande sull'ormai famigerato attacco triangolo: "Quando si pensa al triangolo si dovrebbe pensare solo a un tipo di pallacanestro old-style. Con i giocatori che abbiamo credo possa funzionare: c'è Carmelo, c'è Kristaps che può giocare in post. Io posso iniziare isolato dal gomito, o in altre parti del campi, ho già parlato con coach Hornacek e mi ha spiegato che al Triangolo alterneremo pick and roll centrali e laterali. Devo solo farmi trovare pronto per i giochi che prepareremo. Penso che sia la prima volta che una point guard così atletica interpreti il triangolo. Chissà...Mi farò trovare pronto anche per il tiro da tre punti. Mi sono già allenato a Los Angeles con Porzingis, Jennings e Vujacic, non ancora con Carmelo perchè lui ora è impegnato con Team USA, mentre io gli ho spiegato che in questo momento ho bisogno di fare una preparazione tutta mia. So come giocavano i Phoenix Suns di coach Hornacek, erano entusiasmanti, in particolare per come tiravano dall'arco. Il coach è stato una guardia, un grande giocatore che è arrivato lontano nei playoffs durante la sua carriera. Credo che si divertirà, a volte potrà schierarmi da numero due, con Jennings point guard, Carmelo da ala piccola e Porzingis e Noah da lunghi. Per quanto mi riguarda, non ho bisogno di avere sempre la palla in mano per aiutare la squadra, non sono egoista".

"Ora voglio perfezionare il mio tiro dalla media distanza, perchè non potrò sempre basarmi sulle mie doti atletiche. Kobe Bryant è un esempio: si è saputo adattare a venti anni di cambiamenti del gioco e lo ha fatto lavorando duro su cosa era necessario migliorare. In questo momento nell'Nba bisogna saper tirare: se non sai tirare non c'è punto del campo in cui tu possa stare. Ecco perchè è tutta l'estate che lavoro sul mio tiro, ma non solo, anche sui fondamentali come la rapidità di piedi, le penetrazioni, i passaggi: in questa fase della mia carriera ho bisogno di giocare e segnare senza attaccare a tutta dal palleggio in ogni singolo possesso". Rose si sofferma poi sui superteams, squadre composte da più stelle Nba: "Ci sono alte aspettative nei nostri confronti. In questo momento si dice che noi e i Golden State Warriors siamo superteams, e che bisogna evitare di costruire squadre in questo modo. Lo ha detto Adam Silver, ma noi vogliamo solo vincere, e subito. Tutti noi abbiamo voglia di dimostrare per quale motivo siamo a New York, per vincere ogni volta che scendiamo in campo. Penso che vincere sia importante a qualsiasi livello, ancor di più per un atleta. In una lega come l'Nba la vittoria fa dimenticare gli errori fatti, nasconde i problemi che possono esserci in una squadra: ecco perchè sarà fondamentale costruire da subito una cultura vincente".