Siamo a Milano in un pomeriggio di piena estate, di solito le palestre sono chiuse ed i giocatori si godono qualche giorno di meritato relax. Ma ieri chi è passato in zona Palalido si sarà chiesto il perchè di tutta quella gente: Kobe Bryant è tornato in Italia dopo 5 anni.
Fresca di ritiro ma attiva più che mai, l'ex stella dei Los Angeles Lakers è sbarcata in italia con il suo tour "Mamba Mentality": un evento allestito da Nike che condurrà The Black Mamba in tre tappe a Hilversum (Olanda), Parigi e appunto Milano. Una rassegna per spiegare i concetti del basket che lo hanno portato ad essere uno tra i giocatori più forti di sempre: ossessione per i dettagli, passione per il gioco, voglia di competere e resilienza alle avversità.
LA GIORNATA MILANESE DI KOBE BRYANT
Ieri mattina Kobe è stato intervistato da Flavio Tranquillo, noto giornalista di Sky Sport e molto vicino al mondo del basket. Bryant qui in Italia è cresciuto, si è trasformato da bambino a uomo e non ha mai nascosto quanto è legato al nostro bel paese: "Ho imparato a superare le mie paure proprio qua, quando ero giovane, in un camp a Pistoia. Sono rimasto italiano nella passione e nell’immaginazione. In questo Paese tutto è storia e da piccolo ero pieno di curiosità".
Il 16 aprile ha dato l'addio all'Nba dopo 20 anni: "Mi mancherà un po’ di tutto, ma non su un livello da voler tornare in campo." Kobe ha già deciso cosa fare nel futuro, insegnare ai più giovani: "Devo sempre lavorare al prossimo progetto. Non posso mai fermarmi". Sui Lakers: "Hanno molti giocatori giovani, con ottimo talento. Cosa faranno non so, però so che sono bravi" Un pensiero sull'affare dell'anno, cioè il passaggio di Durant a Golden State: "Sono contento di non giocare più, saranno fortissimi. E’ stata sicuramente una scelta difficile, ma lui vuole vincere ed ha fatto la scelta che lui crede migliore per riuscire a farlo".
Il Black Mamba ha provato ad indicare la via per rilanciare il basket italiano: "Dobbiamo iniziare con i giocatori giovani, il futuro della pallacanestro inizia lì. Dobbiamo pensare ai ragazzi da quando hanno 10-15 anni e farli giocare con questa mentalità, con attenzione ai dettagli. Tornerò spesso in Italia. Voglio insegnare il gioco qua ad alto livello, tramite camp, scuole e academy". In chiusura due parole su Ettore Messina, allenatore azzurro: "Ha la stessa passione che ho io. Ero molto triste quando è andato via dai Lakers. Mi piacerebbe molto lavorare con lui per far crescere questa generazione di giocatori italiani".
Poi nel pomeriggio si è spostato al Palalido, dove era in programma il Kobe Elite Clinic: i migliori Under 17 d'Italia sono stati allenati da Kobe in persona, assieme al coach della Nazionale Ettore Messina. Un'emozione unica per quei ragazzini seguire le indicazioni del Black Mamba e dell'assistente di Popovich a San Antonio.
Infine, Bryant si è diretto in centro a Milano dove lo attendevano moltissimi tifosi in delirio da Foot Locker, in corso Vittorio Emanuele, per cooncludere la sua intensa giornata.