Joy, Process, Pace. Ascoltando la conferenza stampa di presentazione di Luke Walton, nuovo head coach dei Los Angeles Lakers, sono queste le parole più ricorrenti. Gioia, uno stato d'animo quasi proibito durante l'era Byron Scott. "Man up!" Chissà quante volte i giovani dei Lakers avranno sentito risuonare questa espressione nelle loro orecchie. Un invito a comportarsi da uomini da parte di un padre-padrone che ha scelto fin da subito la via del bastone, convinto di dover ripristinare antichi valori e convinzioni cestistiche calpestate dagli scienziati moderni del Gioco. Ed invece l'unica missione compiuta dal sergente Scott è stata la distruzione quasi totale della fiducia dei giocatori losangelini.
L'affaire Russell-Young è solo il punto più basso di un climax discendente di emozioni deprimenti, intervallate qua e là da una vittoria su Golden State, un po' di ghiaccio nelle vene ed un commiato in pieno stile hollywoodiano. "Non c'è al limite al peggio" dicono. Ma forse, questa volta, i tifosi gialloviola possono sperare che questo detto non li riguardi.
Basta ascoltare le parole dei giovani Lakers, guardare i loro allenamenti e le loro partite durante la Summer League per notare immediatamente le differenze rispetto all'era Scott. I cambiamenti non sono tanto negli schemi offensivi e difensivi, ma nell'atteggiamento. Quella gioia e quella voglia di divertirsi delle quali parlava Walton le ritrovi nelle piccole e nelle grandi cose. Riscoprire il piacere di giocare e di crescere come squadra è fondamentale per ricostruire e questo Walton ed il suo staff sembrano averlo capito.
E qui veniamo al secondo termine più utilizzato dall'ex assistente allenatore degli Warriors nel suo primo giorno sulla panchina di LA: process. "Trust the process" ama dire Sam Hinkie, ex gm dei Sixers. I Lakers sembrano finalmente avere abbracciato questa filosofia, lasciando crescere con calma i giovani a disposizione. Negli ultimi cinque anni la dirigenza ha commesso diversi e gravi errori che hanno portato la franchigia nel punto più basso della sua storia.
A Mitch Kupchak, però, va dato il merito di aver saputo draftare degli ottimi prospetti, giocatori ancora acerbi e con diverse lacune, ma che hanno lasciato intravedere degli spiragli di luce sui quali lavorare. Negli ultimi tre anni sono arrivati Julius Randle, Jordan Clarkson, D'Angelo Russell, Larry Nance, Anthony Brown, Brandon Ingram ed Ivica Zubac, oltre a Tarik Black firmato dopo essere stato tagliato da Houston. Un nucleo interessante e anche piuttosto complementare, una basa solida sulla quale è doveroso provare a costruire qualcosa. L'unico modo per tentare di riportare i Lakers ai fasti che furono è scommettere sui giovani a roster, sperando che un giorno possano attrarre free agent di grosso calibro.
Quale free agency?
Dopo aver trascorso le ultime due off-season provando ad inseguire obiettivi irraggiungibili come LeBron James, Carmelo Anthony e LaMarcus Aldridge, quest'anno il front office di LA ha scelto di intraprendere una strada diversa. I Lakers hanno deciso di essere subito aggressivi su profili di terzo e quarto livello, ma capaci di coprire dei need tecnici e di portare esperienza ed etica del lavoro all'interno dello spogliatoio losangelino. In questo senso si spiegano le firme di Timofej Mozgov e Luol Deng e l'acquisizione via trade di Jose Calderon.
Molti tifosi losangelini e addetti ai lavori hanno criticato aspramente queste firme, soprattutto quella di Mozgov che andrà a prendere 64 milioni di dollari in 4 anni (!). Il russo è reduce da una stagione tormentata per via di un'operazione al ginocchio, per la quale ha affrettato i tempi di recupero e che lo ha portato ad avere un rendimento sul campo decisamente inferiore rispetto alla stagione precedente tanto da finire fuori dalle rotazioni dei Cavs ai playoff. Nonostante questo, i Lakers gli hanno offerto un ricchissimo e lungo contratto poche ore dopo l'inizio della free agency, probabilmente commettendo un errore di valutazione sui prezzi dei lunghi in questo mercato. Kupchak temeva che una strategia attendista lo portasse a strapagare determinati giocatori. In realtà gli ultimi contratti, come quelli di Mahinmi ed Ezeli, sono stati tra i più economici. Scommessa persa, Mitch!
Aldilà del contratto di Mozgov, sul quale pesa soprattutto la durata (ben 4 anni), i Lakers hanno intrapreso una strada ben precisa, agendo per quello che sono allo stato attuale, ovvero la seconda peggiore squadra della lega. E le compagini di basso livello difficilmente riescono ad attrarre i top free agent e nella maggior parte dei casi vengono rifiutati anche dai giocatori di livello più basso. Kent Bazemore, per esempio, ha rifiutato un'offerta più alta da parte dei Lakers per rifirmare con Atlanta, ma sono tanti gli esempi di free agent che quest'anno non hanno neppure preso in considerazione la proposta di LA. Di qui la decisione quasi obbligata di stra-pagare alcuni veterani di lungo corso, in grado, però, di coprire le lacune tecniche del roster e soprattutto di fare da mentori ai giovani.
Sarà proprio questo il compito di Calderon, Mozgov e soprattutto Luol Deng, giocatore amato da tutti i suoi ex compagni di squadra e dagli ex tifosi e che potrebbe diventare il punto di riferimento di uno spogliatoio che al momento ha in Nick Young uno dei veterani più esperti...
Nell'ultima stagione con gli Heat ha giocato un'ottima seconda parte di stagione, venendo schierato stabilmente da coach Spoelstra da numero 4. Questo consentirà a Walton di sperimentare anche diversi quintetti piccoli con Ingram e Deng in campo insieme. Una soluzione che si adatta alla perfezione al sistema simil Golden State che vuole implementare il figlio del grande Bill e che necessita di ottime spaziature e costante movimento sul lato debole.
Trust the process
Ma quali sono i margini di crescita dei giovani dei Los Angeles Lakers?
Il futuro di LA passa inevitabilmente dal talento e dalla personalità di D'Angelo Russell. La sua stagione da rookie non si può certo definire come un anno tranquillo. Aldilà delle normali difficoltà sul campo ed il rapporto non idilliaco con Scott, Russell si è attirato la diffidenza, se non addirittura il disprezzo, di ex-giocatori e commentatori per avere pubblicato su Snapchat un video nel quale il compagno di squadra Nick Young racconta le sue avventure extra-coniugali.
Spoiler: la relazione tra Nick Young e Iggy Azalea non è finita bene e non solo per colpa di questo video.
L'episodio, espressione dell'immaturità di un ragazzo di appena 19 anni, avrebbe infranto le leggi non scritte dello spogliatoio, secondo le quali tutto quello che avviene dentro lo spogliatoio non può uscire all'esterno. Russell dovrà iniziare, dunque, la sua seconda stagione nella lega con questo pesante fardello addosso. Sarà chiamato a mostrare miglioramenti sul campo e a riconquistare la fiducia dei compagni. Ma aldilà delle questioni extra-cestistiche, il prodotto di Ohio State ha mostrato in questi mesi enormi potenzialità.
Russell è un play completo, dotato di uno jump-shot fluido, sia da dietro l'arco che dal mid-range, e di un gioco interno in piena evoluzione. Dall'alto dei suoi 196 centimetri per 88 kg, è in grado di far valere la sua altezza e la sua stazza contro i pari ruolo più piccoli. Sul finire della passata stagione ha mostrato ottime potenzialità nel gioco in post (0.93 punti per possesso, il migliore tra le guardie al primo o al secondo anno), un aspetto sul quale ha lavorato nella off-season e che sarà chiamato ad implementare durante la stagione regolare. Alle doti da scorer, Russell unisce una notevole visione di gioco, abilità che spesso però lo porta ad eccedere nella ricerca del passaggio ad effetto sporcando il suo tabellino con diversi turnover. Sono molti gli aspetti del suo gioco sui quali dovrà lavorare (la selezione di tiro e la difesa off the ball in primis), ma la sensazione è che con il nuovo stile di gioco che vorrà applicare Walton, Russell non potrà che migliorare.
Le speranza di LA non sono circoscritte, però, al solo Russell. Il back-court dei Lakers sarà completato da Jordan Clarkson, fresco di rinnovo contrattuale da 50 milioni di dollari in quattro anni. La convivenza tra due giocatori che amano entrambi agire da portatori di palla nel pick and roll è ancora da verificare. Sarà compito di Walton cercare di integrarli sviluppando il loro gioco lontano dalla palla.
Ma uno degli aspetti più interessanti della stagione dei Lakers potrebbe essere la lotta per i minuti di power forward tra Julius Randle e Larry Nance. Il prodotto di Kentucky è sicuramente il giocatore di maggior talento ed il miglior rimbalzista: nella passata stagione con 10.2 rimbalzi di media è stato il decimo rimbalzista della lega, il primo tra i giocatori al secondo anno. Può vantare una grande esplosività che lo porta sovente a battere dal palleggio i pari ruolo.
Randle, però, possiede un tiro ancora inconsistente (26.2% con il jump shot l'anno scorso) che permette agli avversari di chiudergli l'area, limitando fortemente le sue conclusioni al ferro. Non a caso l'anno scorso ha chiuso solamente con il 42.9% dal campo ed il 43.5% di effective field goal. La settima scelta assoluta del draft 2014 dovrà per forza di cose sviluppare un tiro affidabile e migliorare nelle scelte offensive. Randle ha più volte detto di ispirarsi come tipo di giocatore a Draymond Green. E nelle intenzioni di Walton sembra ci sia proprio di svilupparlo come playmaker four, sfruttando le sue abilità da passatore e la sua capacità di portare palla e alzare il ritmo in transizione.
Purtroppo per i tifosi Lakers, però, di atleti versatili come Draymond Green ne nascono pochissimi e Randle non possiede l'attitudine difensiva della stella degli Warriors. Per questo motivo in molti sostengono che nello spot di ala forte, il miglior fit per LA sia Larry Nance jr. Il prodotto di Wyoming si è distinto soprattutto in Summer League, dove con schiacciate da urlo, stoppate spettacolari ed un'intensità agonistica unica per il contesto in questione è diventato l'idolo di Las Vegas. Come accennato in precedenza, Nance non possiede il talento individuale di Randle, ma è un potenziale role player, un tipo di giocatore che fa sempre comodo nella nba moderna. A differenza di Randle, non ha bisogno di avere la palla in mano per incidere sulla partita; sono al contrario le cosiddette intangibles il suo punto di forza. Nance è inoltre un buon difensore di squadra ed un ottimo bloccante, oltre ad essere un atleta fuori dal comune.
Se riesce a sviluppare un tiro affidabile (recentemente ha esteso il suo range a dietro la linea dei tre punti) potrà diventare un ottimo partner di Russell nelle situazioni di pick and roll e pick and pop. I compagni di squadra, inoltre, lo considerano uno dei leader dello spogliatoio e questo è un aspetto da non sottovalutare, sopratutto per una squadra giovane e ancora alla ricerca di una guida in campo e fuori dal campo.
Quest'anno i Lakers hanno aggiunto due ulteriori giovani al loro young core: Brandon Ingram e Ivica Zubac. L'ex giocatore di Duke è un prospetto estremamente intrigante soprattutto per la sua combinazione di doti atletiche e tecniche. Ingram è infatti un'ala di quasi sette piedi, con un'impressionante lunghezza delle braccia, alle quali abbina una notevole coordinazione e delle promettenti abilità al tiro (41% da tre al college). Il nuovo giocatore dei Lakers, però, presenta una struttura muscolare insufficiente, soprattutto nella parte superiore del corpo, il che lo porterà inevitabilmente a soffrire, almeno inizialmente, contro avversari più dotasi fisicamente.
Prima di valutare un giocatore in uscita dal college si deve passare necessariamente dai video breakdowns di Mike Schmitz e Draft Express.
Non bisogna dimenticarsi, però, che Ingram ha solo 18 anni e che negli ultimi due anni è cresciuto esponenzialmente sia in altezza che in termini di massa muscolare. Arriverà, inoltre, in Nba come uno dei giocatori più giovani: basti pensare che circa la metà degli atleti proiettati al primo giro nel prossimo draft sono addirittura più "anziani" di lui. I margini, dunque, per crescere ancora, sia dal punto di vista fisico che tecnico, ci sono tutti. Alcuni lo hanno addirittura paragonato al Kevin Durant in un'uscita dall'Università di Texas e c'è chi come Mike Schmitz di Draft Express crede sia un prospetto migliore di Simmons.
Ovviamente è presto per effettuare delle previsioni, ma Ingram ha già mostrato alcune qualità di primissimo livello. Guardandolo giocare, la prima impressione che si ha di lui è di un giocatore che raramente forza una scelta, un cestista molto intelligente e dagli ottimi fondamentali. Dovrà per forza di cose aumentare la propria massa muscolare (pare stia assumendo circa 5.000 calorie al giorno, facendo incetta di bistecche di carne), perché tende ancora ad evitare il contatto vicino a canestro e questo rischia di essere un problema al piano di sopra. Qualora dovesse riuscire in questo obiettivo allora Ingram potrà diventare un'arma tattica interessante su entrambi i lati del campo.
La sorpresa dell'ultimo draft di LA rischia, invece, di essere Ivica Zubac. Nelle cinque partite di Summer League il croato ha sorpreso persino i propri compagni di squadra, grazie soprattutto a degli istinti innati da rim protector. Nell'ultimo incontro ha piazzato addirittura 6 stoppate, rendendo merito ai suoi ex compagni in Croazia che lo hanno soprannominato "Zublocka". Zubac ha le sembianze di un lungo vecchio stile, molto abile in post e con eccellenti doti da rimbalzista offensivo. Il croato è già diventato un idolo dei tifosi losangelini che durante i match di Summer League hanno accompagnato ogni sua giocata con il brusìo "Zuuuuu".
Pace and space
Toccherà, adesso, a coach Walton far crescere questi giocatori, inserendoli in un contesto tecnico diverso dall'iso-ball dell'era Scott. E qui veniamo alla terza parola chiave: pace. L'ex assistente allenatore degli Warriors ha intenzione di far correre la propria squadra, applicando alcuni principi di transition offense che hanno reso grande Golden State. Come abbiamo già visto nei match di summer league e nei pochi allenamenti effettuati, sia Randle che Nance hanno il via libera per attaccare subito dopo aver catturato un rimbalzo difensivo.
A scuola da coach Kerr e dai Golden State Warriors.
I nuovi Lakers proveranno a creare delle opportunità per segnare nei primi secondi dell'azione e a limitare le situazioni di isolamento. L'anno scorso i Lakers sono stati la squadra che è andata più di tutte in isolamento (10.6% dei propri possessi offensivi), essendo però al contempo una delle meno efficienti (0.77 punti per possesso, solo quattro squadre hanno fatto peggio). Probabilmente vedremo molti più pick and roll centrali con Russell o Clarkson come portatori di palla e Mozgov o Black come rollanti. Nella scorsa stagione D'Angelo ha dimostrato di innalzare il livello del proprio gioco quando ha calcato il campo con un rollante di discreto livello come Black. La presenza di Hibbert, al contrario, ha frenato la crescita offensiva di Russell e ha reso estremamente stagnante tutto l'attacco di LA. L'arrivo di un buon bloccante come Mozgov dovrebbe migliorare, inoltre, l'esecuzione sia on the ball che off the ball.
Per quanto riguarda i giochi dal lato debole, Walton dovrà lavorare molto soprattutto su Ingram, che risulta essere ancora piuttosto restio a tagliare alle spalle della difesa, prediligendo gli scarichi per il tiro da tre o attaccare dal mid-post. Senza dubbio, nonostante il livello attuale del roster sia ancora mediocre, il nuovo allenatore dei Lakers potrà sperimentare diverse soluzioni offensive, giocando con quintetti lunghi oppure provando alcune varianti tattiche. Sarà interessante, ad esempio, vedere se potranno giocare insieme Randle e Nance, oppure valutare il rendimento di un quintetto con Ingram, Deng ed un centro tradizionale.
Sul futuro dei Los Angeles Lakers pesa senza dubbio la lotta di potere tra i fratelli Buss. E non è escluso che a fine anno Jeanie possa scalzare Jim, rivoluzionando l'intero front office. La sensazione, però, è che nonostante il posto di Jim Buss e di Mitch Kupchak sia in pericolo, i Lakers abbiano intrapreso con convinzione la strada della ricostruzione. Una via certamente lunga e piena di sali e scendi, ma l'unica in grado di rendere più luminoso l'orizzonte gialloviola.