Per essere un sophomore, un giocatore al secondo anno di Nba, Devin Booker, diciannovenne figlio d'arte proveniente da Kentucky, si è già fatto notare dal grande pubblico degli appassionati di pallacanestro e stelle e strisce. In una stagione negativa per i suoi Phoenix Suns, Booker, guardia di piccola taglia ma tiratore formidabile, ha impressionato per personalità e pulizia di tiro. E nell'edizione 2016 della Summer League, che si sta chiudendo proprio in questi giorni a Las Vegas, il ragazzo ha dimostrato una volta di più di essere forse il maggior talento a disposizione della franchigia dell'Arizona. 

Presi al Draft due giocatori interni come Marquese Chriss e Dragan Bender, anche se il croato ha un ottimo range di tiro, Booker potrebbe essere il leader dei Suns nel reparto esterni, che in quest'estate ha visto aggiungersi un veterano come Leandro Barbosa. Nella scorsa stagione Booker è stato raramente impiegato da point guard, soprattutto nella fase in cui sia Eric Bledsoe che Brandon Knight sono stati sani. Poi gli infortuni dei due hanno dato maggior spazio al prodotto da Kentucky, che ha collezionato già una partecipazione con vittoria alla gara del tiro da tre punti all'All-Star Game di Toronto ed è ormai sulla bocca di molti executive Nba. La Summer League 2016 sembra averlo ulteriormente lanciato tra i migliori giovani della lega, come spiegato dal compagno di squadra Alan Williams: "E' stato il miglior giocatore qui a Las Vegas, non lo dico solo io, lo pensano in tanti", il riconoscimento pubblico. Dal canto suo Booker pare pronto a reggere la pressione che gli verrà messa addosso dall'etichetta di nuovo Curry: "Mi sento sempre più a mio agio - racconta Devin - non solo qui alla Summer League. Ho grande fiducia in me stesso, so che ci sono altri giocatori che pensano di essere più forti, ma ogni volta che metto piede in campo qui mi sento sempre più esperto, soprattutto rispetto alle nuove matricole. Voglio essere il migliore, mi interessa solo giocare al meglio. E' la mia etica del lavoro. Mi piace allenarmi in palestra e, cosa più importante, voglio provare a vincere sempre. Quando gioco, mi sento come se avessi qualcosa da dimostrare".

"Non voglio che si dica che la scorsa stagione sono stato fortunato a causa degli infortuni dei miei compagni di squadra. Durante le vacanze ho lavorato duro per migliorare in ogni aspetto del gioco. Innanzitutto, prendendomi cura del mio corpo, mangiando sano e aumentando la mia elasticità muscolare. Poi perfezionando alcuni fondamentali. E' questo il motivo per cui sono venuto alla Summer League di Las Vegas, per conoscere meglio i nuovi compagni di squadra e insegnare loro qualcosa". Molto soddisfatto di Booker anche l'allenatore dei Suns nella rassegna estiva, Nate Bjorkgren, intervistato da Jovan Buva di Espn. Bjorkgren, assistant coach di Earl Watson insieme a Tyron Corbin e Jay Triano, si dice impressionato dalla crescita del ragazzo: "Migliora ogni giorno che passa, continua a farlo dalla scorsa stagione fino a quest'estate. Con il lavoro che ha fatto, sarà un grande protagonista già dal prossimo anno. Sappiamo tutti cosa è capace di fare dall'arco, può gestire il pallone come un playmaker, anche se dovrebbe utilizzare un minimo il gioco in post. Sta diventando sempre più versatile, è pericolosissimo sui blocchi e anche il suo tiro dal gomito funziona. Può attaccare il canestro e trovare tiri liberi. Dove potrà arrivare? Sembra già un grande giocatore, solo il tempo ce lo dirà". Tutto da verificare però il suo impatto nei Phoenix Suns 2016-2017, in cui rientreranno a pieno regime Eric Bledsoe e Brandon Knight, con l'aggiunta di Leandro Barbosa. Con loro Booker dovrà lottare per avere più minuti in campo, ma intanto in Arizona sono convinti che sia spuntato un fiore nel deserto.