Ci siamo. Il giorno tanto atteso dall'Italia del basket è finalmente arrivato. Un anno fa, a Lille, gli azzurri lasciavano l'Europeo con la speranza, a distanza di 365 giorni o quasi, di ritrovarsi con l'opportunità di giocarsi la qualificazione olimpica. La nuova Italia di Ettore Messina si è guadagnata questa possibilità sul campo, dimostrando di aver voltato pagina quasi radicalmente, cambiando atteggiamento in campo e denotando - in primis - una dedizione ed un attaccamento alla gara mai visto prima d'ora. Gli azzurri sono protagonisti del proprio destino, e verrebbe da dire finalmente, consci delle proprie immense potenzialità, alle quali l'allenatore nativo di Catania ha abbinato la sua dottrina, soprattutto quella difensiva.
Messina ha avuto pochissimo tempo a disposizione per lavorare sulla squadra, ma è partito da un principio fondamentale per provare ad avere la meglio in competizioni di questo tipo, brevi e dall'intensità selvaggia: la difesa. La nozione base, di controllare la gara quando si è spalle a canestro, è stata rapidamente assimilata dal gruppo intero, rivoltando come un calzino quelli che sembravano i principi cardine dell'Italia pre-messiniana. Il gruppo al centro del villaggio, il sacrificio di squadra come dogma da mettere sul parquet: il risultato - non ultimo - è quello che ha visto gli azzurri concedere tra le altre cose 60 punti ad un attacco come quello della Croazia, che in maniera quasi beffarda sarà l'ultimo ostacolo dell'Italia sulla strada di Rio.
Già, dopo averli già superati non più tardi di tre giorni fa, Messina e Gallinari si ritroveranno contro Petrovic e Bogdanovic, caricati a molla dalla possibilità di riscattare la sconfitta. La Croazia è avversario durissimo, per qualità individuale dei suoi protagonisti e per tradizione, che la pone ai massimi livelli del basket continentale da sempre. Questa Italia, tuttavia, al netto della pressione che sarà ovviamente sulle spalle degli azzurri, è però capace di tutto, e dovrà far capo solo ed esclusivamente a sè stessa.
Freschezza atletica e mentale - Se i favori del pronostico, ed annesse aspettative del caso, sono tutti per i padroni di casa, c'è però un aspetto che potrebbe inizialmente favorire gli azzurri, che arrivano al match con un filo di gas in più nel serbatoio rispetto ai rivali. Messina ha saputo e potuto, nel corso del torneo, gestire al meglio le energie dei suoi protagonisti, riuscendo a ruotare il roster in tutti i suoi effettivi. Inoltre, la vittoria agevole contro il Messico ha permesso all'Italia di preservare preziosissime energie mentali in vista della finalissima: il primo posto nel girone - tutt'altro che effimero - conquistato proprio contro la Croazia è servito a consegnare ai balcanici una semifinale sudata e tirata fino ai minuti finali del match contro la Grecia.
Come fermare Bogdanovic - Contrariamente alle aspettative della vigilia, anche se per curriculim vitae ed esperienze cestistiche c'era da aspettarselo, la stella della Croazia è senza alcun dubbio Bojan Bogdanovic, con Mario Hezonja che fin qui ha pagato lo scotto della giovane età e dell'inesperienza. La ventisettenne guardia croata, sia contro gli azzurri che ieri contro la Grecia, ha trascinato a suon di giocate i suoi, caricandosi sulle spalle la squadra nei momenti cruciali. Ben conscio delle clamorose armi a disposizione nella sua faretra, Messina ha già adottato le prime contromisure nella gara d'andata giocata martedì: dopo lo stratosferico primo tempo, il vice degli Spurs ha piazzato Nicolò Melli sulle sue piste nel finale. Le lunghe leve dell'ala del Bamberg ex Milano hanno tarpato le ali alle conclusioni dalla distanza, oltre a limitarne le penetrazioni grazie alla lunghezza delle sue leve ed alla sua mobilità. Staremo a vedere se anche stasera Messina confermerà tale scelta.
L'arma in più - Si scrive DH, ma non è Dwight Howard: Daniel Hackett è l'immagine più bella dell'Italia in questo pre olimpico. Il nativo di Forlimpopoli sembra aver raggiunto finalmente la definitiva maturità, alla quale unisce la sana follia ed il furore agonistico che ha contraddistinto la sua carriera. Lucido in cabina di regia, un fiume in piena quando si tratta di aggredire difensivamenet il portatore di palla avversario e scatenarsi in campo aperto. DannyBoy è stato decisivo quattro giorni fa, piazzando tra le altre cose la tripla che ha dato all'Italia fiducia e l'allungo decisivo. Stasera, con i dovuti aggiustamenti del caso da parte di Petrovic, Hackett è chiamato a confermare i suoi progressi, offensivi e difensivi, mettendo la solita dose di energia a disposizione di Messina e compagni.
I roster
I precedenti - Quello di stasera sarà il trentaseiesimo incontro tra le due nazionali, con il bilancio sostanzialmente in equilibrio: 19 le vittorie azzurre, aggironato dopo la vittoria per 68-60 di martedì, 16 quelle dei croati.