Il gruppo A del torneo preolimpico di Torino è composto da Iran, Messico e Grecia. Andando ad analizzare proprio quest'ultima, la nazionale greca è arrivata a Torino in seguito al quinto posto ottenuto ad Eurobasket 2015 ed è considerata la grande favorita del suo girone. Tuttavia, i greci arrivano a questo importante appuntamento in pieno cambio generazionale: dopo gli europei dello scorso anno, hanno detto addio alla nazionale Georgios Printezis, Nikolaos Zizis e, soprattutto, Vassilis Spanoulis. Proprio quest'ultimo è stato il punto di riferimento per la squadra e per il movimento cestico greco per tantissimi anni, e la sua “perdita” sarà sicuramente una delle cose più complicate da gestire per coach Katsikaris.

Come detto, la Grecia arriva a Torino grazie al posizionamento ottenuto agli europei, dove i greci hanno perso ai quarti di finale contro la Spagna poi campione, e andando poi a vincere lo spareggio proprio per il quinto posto contro la Lettonia. Si può quindi affermare che la Grecia abbia disputato un buon europeo, vincendo il girone, e perdendo di misura contro la squadra che avrebbe poi vinto il torneo. È evidente però che da quel settembre, le cose sono cambiate. Come detto non ci sono più alcuni giocatori chiave, e trovare la nuova formula vincente non sarà facile. Dall'europeo in poi, la squadra ellenica ha giocato soltanto 3 partite, due contro la Turchia, entrambe vinte, ed una, l'ultima, persa contro la Serbia. Al di là dei risultati, è evidente però che Katsikaris non ha avuto tanto tempo a disposizione per poter testare sul campo i suoi giocatori e far sì che questi trovassero le nuove sintonie senza i senatori.

Tra gli uomini a disposizione, ci sarà sicuramente Giannis Antetokoumnpo: il giocatore dei Milwaukee Bucks ha confermato la sua presenza in nazionale per il torneo preolimpico e, ovviamente, anche per quello eventuale olimpico. Oltre a lui, già sicuri di un posto ci sono Nick Calathes, Konstantinos Sloukas, Evangelos Mantzaris, Kostas Koufos, Ioannis Bourousis, Stratos Perperoglu e Dimitrios Agravanis. In totale ne mancano quindi 4 ai 12 che Katsikaris potrà e dovrà portare a Torino.

È evidente dunque che, sebbene in qualche modo vi sia continuità con il nucleo formatosi a settembre in Fracia, la Grecia dovrà cercare un nuovo modo di giocare, di approcciarsi alla partita. La figura di Spanoulis dovrà essere adeguatamente rimpiazzata e verosimilmente, a meno di idee bizzarre, sarà proprio Antetokounmpo a prendere in mano il pallino del gioco. Il giocatore NBA ha giocato da playmaker praticamente per tutto l'anno sotto gli ordini e i consigli del suo coach Jason Kidd. Giannis sarà quindi la principale fonte di gioco, attacco e difesa, per la Grecia, l'uomo sul quale essenzialmente aggrapparsi. Il che, ovviamente, può risultare un grosso limite per due differenti problemi: il primo, è sicuramente legato ai limiti che lo stesso Antetokounmpo possiede, caratteriali e tecnici; il secondo, è che affidarsi ad un solo giocatore, come sempre, può risultare alla lunga contro producente. Sarà quindi compito di Katsikaris costruire un gruppo con piena fiducia reciproca e nel quale tutti debbano essere importanti.

Con queste premesse, l'obbiettivo minimo greco è il passaggio del turno. Ma sarebbe troppo poco per potersi dire soddisfatti, soprattutto se si va a vedere il valore delle altre squadre presenti alla competizioni. Di conseguenza, non è sbagliato pensare ad una Grecia in finale a Torino, nella speranza che in quell'ultimo atto ci arrivi anche la nazionale di Ettore Messina.