La Croazia, dopo la delusione della mancata partecipazione alle Olimpiadi di Londra 2012, vuole assolutamente riscattarsi conquistando il pass per Rio 2016. I croati però dovranno passare per il torneo preolimpico di Torino, che la vedrà impegnata in un girone con Italia e Tunisia. Due sfide sicuramente alla portata della squadra croata ma che dovrà stare attenta a non sottovalutare per non rischiare di dover guardare nuovamente le Olimpiadi da casa. Nel caso in cui la Croazia riuscisse a passare il girone dovrebbe poi vedersela in sfida secca con una delle qualificate dell'altro gruppo, che è composto da Grecia, Iran e Messico. La squadra di Aza Petrovic quindi è obbligata ad ottenere tre vittorie nelle sfide che è chiamata ad affrontare per poter centrare il proprio obiettivo.

La Nazionale croata è cominciata ad essere tale solamente nel 1992, in quanto fino al 1991, i giocatori croati militavano nella Jugoslavia. Dal '92 con lo scioglimento della Repubblica di Jugoslavia, si formò il team di basket croato, il quale inizialmente giovò dei giocatori dell'ex nazionale jugoslava, ed infatti nelle sue prime uscite internazionali ottenne un argento olimpico a Barcellona ed un bronzo mondiale. Successivamente conseguì due bronzi agli Europei del 1993 e 1995, ma da lì in poi ci fu un prevedibile calo di risultati, a causa del ritiro delle vecchie generazioni, e per questo la Croazia per anni non ha più partecipato a grandi manifestazioni internazionali. Da qualche anno ha ripreso a dare timidi segnali di ripresa, con il ritorno nelle massime competizioni sportive, avendo conquistato nel 2008, l'accesso per le Olimpiadi di Pechino, nel 2009, riuscendo a qualificarsi per il Mondiale 2010, grazie al 6° posto ottenuto nell'Europeo di Polonia.

La squadra di Petrovic arriva a Torino in discrete condizioni fisiche, considerando la lunga stagione a cui sono andati incontro molti dei protagonisti del roster croato, ma nello stesso tempo tutti i componenti della formazione balcanica sono assolutamente motivati nel raggiungere l'obiettivo predisposto e cioè quello di superare questo torneo pre-olimpico. In attesa della sfida del 5/7 con l'Italia, la Croazia ha svolto dei test preparativi contro il Canada, altra squadra impegnata in un torneo pre-olimpico, che hanno visto i croati perdere la prima per 80-91 e vincere la seconda per 70-78. L'arrivo dei giocatori, che sono stati impegnati nella post-season con le proprie squadre di appartenenza, ha fatto la differenza, come per esempio Krunoslav Simon.

Per il torneo pre-olimpico, Aza Petrovic, ha deciso di affidarsi a questo roster:

Luka Babic #4 SF: 202 cm 6'8" Cedevita Zagreb 29/9/91

Filip Kruslin #5 SG: 199 cm 6'6" Cibona Zagreb 18/3/89

Rok Stipcevic #6 PG: 186 cm 6'1" Dinamo Sassari 20/5/86

Krunoslav Simon #7 SG: 197 cm 6'6" EA7 Emporio Armani Milano 24/6/85

Mario Hezonja #8 SG: 203 cm 6'8" Orlando Magic 25/2/95

Dario Saric #9 F: 207 cm 6'9" Anadolu Efes Istanbul 8/4/94

Roko Ukic #10 PG: 195 cm 6'5" Cedevita Zagreb 5/12/84

Darko Planinic #12 C: 211 cm 6'11" Laboral Kutxa Baskonia 22/11/90

Miro Bilan #14 C: 213 cm 7'0" Cedevita Zagreb 21/7/89

Zeljko Sakic #33 SF: 203 cm 6'8" Lukoil Academic Sofia 14/4/88

Marko Arapovic #35 C: 207 cm 6'9" Cedevita Zagreb 20/7/96

Bojan Bogdanovic #44 SG: 200 cm 6'7" Brooklyn Nets 18/4/89

Una squadra guidata da Aleksandar Petrovic, nato a Sebenico il 16/2/59. Un allenatore con un'esperienza enorme alle spalle infatti già da giocatore ha conquistato con la Cibona Zagabria 3 campionati jugoslavi, 6 Coppe di Jugoslavia, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe delle Coppe. Inoltre ha vinto anche in Italia con Pesaro nel campionato '87-'88. Ha militato anche nel KK Zagabria, Racing Lussemburg e Postojna senza però ottenere grandi risultati. Dall'82 all'87' ha giocato nella Nazionale jugoslava conseguendo ben quattro bronzi, così suddivisi: Olimpiadi Los Angeles 1984; Mondiali Colombia 1982, Mondiali Spagna 1986; Europei Grecia 1987.  Dal 1991 comincia la sua carriera da allenatore vincendo ben 6 campionati croati con lo Cibona Zagrabia ed uno con lo Zadar. Sempre con lo Cibona ha vinto due Coppe di Croazia nel 1995 e nel 1999, mentre con il Cedevita nel 2011 ha avuto il riconoscimento come ULEB Eurocup Coach of the Year. Petrovic è passato anche per le panchine di Siviglia, Anwil Wloclawek, Lleida, Scafati Basket, UNICS Kazan e Lietuvos Rytas. Il tecnico croato ha allenato poi la nazionale bosniaca senza ottenere successi, mentre con la Croazia ha conquistato un bronzo agli Europei di Grecia 1995.

Ciò che l'ha reso così vincente è stato il suo sistema di gioco, che non è esattamente ben definito, in quanto si adatta facilmente alle caratteristiche dell'avversario. Infatti una peculiarità di Petrovic è proprio quella di studiare molto attentamente la squadra che si troverà ad affrontare, indicando ai suoi come colpire nei loro punti deboli e come limitare il loro raggio d'azione in fase difensiva. Non a caso il roster è molto misto, composto sia da guardie tiratrici (vedi BogdanovicHezonja, Simon e Kruslin) sia da giocatori pronti a far valere la propria forza sotto canestro, come Arapovic, Bilan, Planinic e Saric. Ciò rende la formazione croata assolutamente imprevedibile, in quanto si può tanto quanto assistere ad un gioco aperto per il tiro dal perimetro, sia ad un maggior utilizzo della fisicità nel pitturato. L'idea di Petrovic è quella di partire con uno starting five che non dia punti di riferimento all'avversario, e che presumibilmente dovrebbe essere questo: Stipcevic nel ruolo di play; ai suoi lati Hezonja e Simon; sotto canestro Saric e Planinic. Non ci sarebbe da sorpendersi se la Croazia dovesse eventualmente partire con un quintetto piccolo e quindi con ben quattro "shooting guard" presenti sul parquet ed un solo centro, oppure se la partita richiede maggior fisicità la presenza di due centri come Planinic ed Arapovic. Petkovic può sempre pescare dalla panchina le carte Ukic e Bogdanovic che possono cambiare il corso della partita.

Tra i 14 giocatori chiamati dal tecnico croato, colui che sarà chiamato a trascinare la squadra verso Rio 2016 è sicuramente Mario Hezonja, che proviene da una stagione NBA con gli Orlando Magic non proprio esaltante. Infatti il giocatore croato ha tirato non con percentuali altissime (43.3 % FG, 34.9 % 3P, 90.7 % TL) e per questo ha concluso l'anno con una media punti di 6.1 ed una media assist di 1.4 su 79 partite giocate. E' da considerare che era la sua prima stagione in un campionato così difficile come quello americano, per questo le speranze dei tifosi croati e di Petrovic sono riposte in lui. Il coach balcanico ha deciso di porlo al centro del suo progetto tecnico, affidando a lui le chiavi del gioco. Hezonja dovrà essere bravo nel tenere alto il ritmo della pallacanestro croata per permettergli non solo di tirare da oltre l'arco, ma anche di attaccare il canestro e servire i compagni. Infatti se c'è un elemento sul quale il talento della Croazia ha lavorato durante l'anno ad Orlando è proprio sull'utilizzo della propria fisicità. Grazie ai suoi 203 centimetri può assolutamente fare la differenza in Europa, non limitandosi unicamente al tiro da oltre i 6.75 metri. Ciò servirà anche in fase difensiva infatti Hezonja può non solo ricoprire il ruolo di guardia ma può anche dare una mano sotto canestro giocando da "4". 

Quindi l'obiettivo della Nazionale croata è assolutamente chiaro: andare a Rio 2016. Per far ciò dovrà superare il proprio girone composto da Italia e Tunisia per poi vedersela con una delle due qualificate dell'altro girone, che presumibilmente sarà la Grecia se la Croazia dovesse arrivare seconda nel proprio gruppo, l'Iran se invece dovesse concludere al 1° posto. Molto dipenderà dalla partita inaugurale contro l'Italia, infatti in caso di sconfitta sarebbe quasi sicuro il 2° posto, in caso invece di vittoria sarebbe praticamente aritmetico il 1°. Nella sfida finale se la Croazia si ritrovasse la Grecia allora la partita sarebbe assolutamente spettacolare ed equilibrata, con entrambe le squadre che avrebbero la possibilità di vincere ed andare a Rio 2016, mentre nel caso in cui i croati dovessero affrontare l'Iran o il Messico allora aumenterebbero le chances di vedere il roster croato in Brasile considerando il maggior tasso tecnico presente nella squadra guidata da Petrovic.