La seconda prestazione consecutiva da 41 punti (16/27 dal campo, 11 assist e 8 rimbalzi) di LeBron James consente ai Cleveland Cavaliers di vincere il sesto episodio delle Nba Finals 2016 contro i Golden State Warriors e di garantirsi la possibilità di disputare gara-7 domenica notte alla Oracle Arena. Ospiti spazzati subito via dal campo, poi in grado di rientrare intorno alla doppia cifra di svantaggio grazie al solito Steph Curry, costretto a fronteggiare problemi di falli per tutto il corso dell'incontro, per poi capitolare nel finale, quando l'MVP della regular season si fa espellere per una protesta eccessiva nei confronti degli arbitri. Non bastano ai Warriors i suoi 30 punti per reggere contro la maggiore fisicità dei Cavs, che dominano sotto canestro con Tristan Thompson e trovano altre grandi giocate da Kyrie Irving. Finisce dunque con la vittoria di James e compagni, mentre Steve Kerr dovrà preoccuparsi delle condizioni di alcuni dei suoi giocatori più rappresentativi, a cominciare da Andre Iguodala, in netta difficoltà per problemi alla schiena.
I Warriors si presentano alla Quicken Loans Arena privi di Andrew Bogut, ma con Draymond Green di nuovo abile e arruolabile nel ruolo di centro del quintetto piccolo di Kerr. L'inizio è però da incubo per i campioni in carica, che non segnano per ben cinque minuti, subendo invece l'impatto violento in partita di James e Irving, coadiuvati da Smith e Jefferson, che rileva dopo pochi possessi Kevin Love, in panchina per problemi di falli. Gli stessi che deve fronteggiare Steph Curry, unico dei suoi ad attaccare la partita, mentre Klay Thompson fatica e il duo Barnes-Iguodala spara a salve. Con l'altro Thompson - Tristan - a fare il bello e il cattivo tempo sotto canestro, l'atmosfera diventa invivibile per Golden State, che offensivamente batte clamorosamente in testa e in difesa sbanda paurosamente, al punto da ritrovarsi sotto 31-11 alla prima pausa. Persino Williams e Jones si esaltano nella tonnara dell'Ohio, e l'avvio del secondo quarto è tutto di Kyrie Irving, che sembra proseguire sulla falsariga di gara-5. Curry rientra però in campo da vero leader e segna due triple delle sue, ricevendo l'inatteso aiuto del brasiliano Leandro Barbosa, superiore a Livingston per impatto dalla panchina. Thompson si impegna in difesa su Irving, Curry regge nonostante i falli e Golden State si riporta sotto fino al 46-38, prima di subire l'ennesima scarica di fisicità avversaria, firmata Tristan e LeBron, che vale il 59-43 all'intervallo lungo. Warriors che paiono intimiditi dagli avversari, soverchiati per intensità ed energia, senza adeguata protezione del ferro, e con un paio di esponenti (Thompson e Barnes) ben al di sotto dei loro standard abituali.
Andre Iguodala fatica tremendamente a giocare a due cilindri, e il rientro dagli spogliatoi è ancora a vantaggio di Cleveland, che trova punti anche da Love e J.R. Smith. Curry ha però il merito di non smettere mai di giocare, trascinando di puro orgoglio i suoi verso un'improbabile rimonta, con Klay Thompson che si sveglia anche nella metà campo offensiva. Non è però la solita pallacanestro fluida quella degli ospiti, sulle gambe e poco convinti della loro esecuzione, ma basta per spaventare i padroni di casa, che incappano in uno dei loro tipici passaggi a vuoto nel terzo quarto, con il solo LeBron James a reggere in attacco. Il Prescelto è ovunque, in difesa (dove stoppa prima Green e poi Curry), al ferro (dove vola appena può) e come uomo assist per i compagni, che si affidano completamente al loro leader, anche quando gli avversari si riportano sul meno sette nel quarto periodo (86-79) grazie alle triple di Curry e Barbosa. Steph è in campo da tempo con cinque falli e, a quattro minuti a mezzo dal gong, si vede fischiato il suo sesto personale per un contatto con LeBron: l'MVP reagisce in maniera scomposta, beccandosi un doppio tecnico che lo manda direttamente negli spogliatoi. Forse un segnale alla squadra e uno agli stessi arbitri per il numero trenta dei Warriors, che abbandonano la contesa su una tripla di Smith e si concentrano ora su gara-7, da giocare in casa tra tre giorni. Resta per Steve Kerr l'incognita legata alle condizioni di Iguodala, acciaccato e irriconoscibile, e all'inerzia sfavorevole di una serie controllata per le prime quattro partite e ora giunta al suo ultimo atto con troppi protagonisti assenti per i campioni in carica, sull'orlo di una comprensibile crisi di nervi.
Cleveland Cavaliers (57-25). Punti: James 41, Irving 23, Thompson 15, Smith 14. Rimbalzi: Thompson 16. Assist: James 11.
Golden State Warriors (73-9). Punti: Curry 30, Thompson 25, Barbosa 14. Rimbalzi: Green 10. Assist: Green 6.