Una serie che sembrava scivolare placidamente verso il secondo titolo Nba consecutivo dei Golden State Warriors cambia ora prospettive e orizzonti, perdendo per gara-5 uno dei suoi protagonisti più attesi. Draymond Green, uomo ovunque e giocatore chiave del sistema dei campioni in carica, non potrà infatti disputare la sfida che questa notte vedrà opposti alla Oracle Arena di Oakland i suoi compagni di squadra ai Cleveland Cavaliers di LeBron James, già finito al centro delle polemiche per aver "indotto" la lega a riesaminare una situazione di gioco che gli arbitri avevano punito con un semplice doppio fallo.

Ovvio che i Warriors vivano come un'ingiustizia la squalifica comminata a Green (che forse sarebbe dovuta arrivare nella serie contro gli Oklahoma City Thunder), altrettanto naturale che i Cavs abbiano ora un'occasione ghiottissima per tornare a Cleveland con la serie ancora in bilico. Steve Kerr ha dimostrato per l'ennesima volta la sua lucidità commentando in modo asciutto i fatti riguardanti la sospensione della sua ala grande, dichiarando che è il momento di pensare solo alla partita senza ulteriori distrazioni. Meno diplomatico Klay Thompson, che non le ha mandate a dire a LeBron, per molti colpevole di aver prima innescato il groviglio laocoontico con Green e di essersi poi calato nella parte della vittima. Se la perdita dell'uomo barometro di Golden State possa divenire un propellente formidabile per i ragazzi della Baia, oppure un forte elemento di destabilizzazione, lo scopriremo solo al termine dei prossimi quarantotto (o più) minuti di gioco di queste Nba Finals. Di certo cambierà il quintetto iniziale dei Warriors, con Andre Iguodala chiamato con ogni probabilità a sostituire il compagno da Michigan State e Andrew Bogut saldo nella sua posizione di centro. L'assenza di Green influirà soprattutto sulle rotazioni di Kerr, che non potrà più permettersi di schierare il cosiddetto death lineup, quello con Dray da numero cinque e quattro esterni.

Ritornano dunque prepotentemente in gioco i membri del supporting cast di Golden State: da Festus Ezeli ad Anderson Varejao, da Marreese Speigths a James Michael McAdoo, sono questi i lunghi che si alterneranno con Bogut in gara-5, mentre verosimilmente saranno chiesti gli straordinari sia a Iguodala che a Harrison Barnes, fondamentale nella vittoria della Quicken Loans Arena. In ala piccola Kerr potrebbe tornare a concedere qualche minuto persino a Brandon Rush, mentre Shaun Livingston è forse il candidato più credibile a giocare da numero tre nei momenti di riposo che dovranno necessariamente prendersi gli stessi Iguodala e Barnes, con Leandro Barbosa e Ian Clark backup degli Splash Brothers. Mai come in questa circostanza Steve Kerr punterà sulla forza del suo roster, quella strenght in numbers che è diventata il grido di battaglia della franchigia della Baia. Dall'altra parte tutta l'attenzione mediatica sarà invece puntata su LeBron James, costretto senza alcuna logica a fare gli straordinari in gara-5 (quasi 46 minuti di utilizzo per il trentunenne da Akron), un po' come il compagno Kyrie Irving, splendido in attacco nelle ultime due partite anche se accusato di egoismo nel finale della scorsa sfida. Mentre Kerr ha concesso una chance un po' a tutti i giocatori a sua disposizione, Tyronn Lue ha finora ridotto all'osso le sue rotazioni, fidandosi davvero del solo Richard Jefferson - che tuttavia potrebbe tornare in panchina per far nuovamente spazio al redivivo Kevin Love - senza far entrare realmente nella serie giocatori come Channing Frye, Iman Shumpert e Matthew Dellavedova, per non parlare di Timo Mozgov e Mo Williams. Dai Cavs ci si attende una vittoria che allunghi queste Finals e contribuisca a soffiare sul fuoco delle polemiche, prima che la serie sia conclusa e il Larry O'Brien Trophy venga consegnato ancora nelle mani dei Golden State Warriors.