La vittoria in gara-4 delle Nba Finals 2016 ha certamente tranquillizzato i Golden State Warriors, che ora sono sul 3-1 nella serie conclusiva contro i Cleveland Cavaliers, dopo aver espugnato la Quicken Loans Arena la scorsa notte. Molte delle domande dei cronisti nel post-partita riguardano la prestazione di Stephen Curry (38 punti), l'MVP della regular season criticatissimo dopo le prime tre gare delle Finali e tornato ai suoi livelli nell'ultima notte in Ohio.
"Sapevo che voleva offrire una gran prova di sè - dice di lui Steve Kerr, coach dei Golden State Warriors - e pensavo anche che si sarebbe preso tiri difficili. Nel primo tempo ha segnato un canestro incredilmente difficile proprio davanti alla nostra panchina, non so quante persone al mondo siano in grado di mettere quel tiro. Quando l'ho visto segnare in quel modo ho capito che stasera si sentiva meglio e che la nostra partita sarebbe andata in una certa direzione. Ma non sono sorpreso, lui è Steph Curry. Non è l'MVP per caso. Non ha la stazza nè la forza per poter dominare le partite fisicamente, quindi deve farlo con le sue giocate, con il suo tipo di pallacanestro. Non è facile perchè quei tiri non possono entrare sempre, ma lui ha grande fiducia in se stesso e nel suo tiro, e stasera ha continuato a prenderselo e molti di quei tiri sono poi entrati". Sulla partita e sul parziale che nel finale ha mandato i Cavs al tappeto, Kerr si mostra come sempre lucidissimo: "Siamo convinti che se riusciamo a competere e difendere per quarantotto minuti poi siamo in grado a spaccare la partita in attacco. Vincere dipende soprattutto da noi e dal nostro modo di giocare".
Soddisfatto anche l'uomo più atteso e ricercato della notte di Cleveland, uno Steph Curry che sembra non aver mai dubitato che una gara del genere sarebbe prima o poi arrivata: "Abbiamo fatto il nostro, come d'abitudine - dice il due volte MVP - ovviamente era una partita molto importante e noi avevamo bisogno di rimbalzare sia individualmente che di squadra rispetto a gara-3 per trovare un modo per vincere in trasferta e metterci in una buona posizione all'interno della serie. Abbiamo risposto alla grande". Stessa opinione del gemello Klay Thompson, uomo fondamentale soprattutto nel terzo quarto: "Era una partita chiave, una pivotal game - le parole dello Splash Brother numero due - loro non volevano andare sotto 3-1 e noi non volevamo tornare più a Cleveland (per un'eventuale gara sei, ndr). Contatto Green-James? E' stata una partita molto dura, spigolosa, con contatti ovunque. Ci sono stati anche falli cattivi, ma queste sono le Nba Finals. I giocatori vogliono lasciare tutto in campo in questi momenti, quindi non la prenderei sul personale. Steph? Ormai sono cinque anni che lo vedo fare queste cose, molti dei suoi tiri sono dei pessimi tiri per chiunque altro in questa lega. Ma quando hai il suo raggio di tiro e la sua mano, puoi prenderli per tutta la sera. E' il nostro MVP, a noi non resta che seguirlo".