La serie che assegna lo scudetto 2015/2016 arriva ad un altro bivio a dir poco decisivo. Riuscirà la Grissin Bon Reggio Emilia a confermare il fattore campo anche nel quarto capitolo della sfida, lasciando il catino del PalaBigi con il punteggio nuovamente equilibrato? Oppure la EA7 Emporio Armani Milano porrà una prima ipoteca su queste finali, interrompendo proprio il fattore campo per la prima volta da quando è stata sollevata la prima palla a due della serie? Lo scopriremo al termine di quaranta minuti che si preannunciano infuocati e senza esclusione di colpi, con il palazzetto emiliano che farà da cornice e proverà a spingere i ragazzi di coach Menetti verso il pareggio, oppure dovrà assistere al nuovo allungo degli uomini di Repesa verso il 3-1.
Gara 3 ci ha insegnato che Reggio Emilia non va mai data per morta. C'è chi ha parlato di una serie quasi definitivamente indirizzata verso il secondo trionfo in tre stagioni per l'Olimpia Milano, sia per il modo in cui sono arrivate le due vittorie su altrettante recite al Forum per gli uomini guidati da Jasmin Repesa, sia per le condizioni precarie in cui versano diversi giocatori della Reggiana. Fuori causa già da un pezzo Stefano Gentile, uscito dai radar per infortunio Pietro Aradori, e anche il reparto lunghi ha subito qualche piccolo problema con Silins e Polonara. Problemi che non si sono rivelati tali durante la prima uscita in queste finali al PalaBigi, anche perchè coach Menetti si è affidato alla faccia cattiva e agli attributi di Amedeo Della Valle: spigliatezza e sregolatezza che sono stati messi sul tavolo dal playmaker di Alba, che affiancato dall'erpesienza di Lavrinovic ha costruito una prestazione quasi perfetta.
E Milano? La capolista della regular season si è messa in mostra in tutto il suo splendore solo ai due estremi della partita disputata a Reggio Emilia, ovvero nei primi e negli ultimi possessi di una serata che, per il resto, è stata a dir poco complicata per Alessandro Gentile e compagni. Il talento di Maddaloni ha mostrato poco talento ma soprattutto tanto nervosismo, tanto che Repesa ha deciso di fare a meno di lui nei minuti finali, in cui è arrivata una rimonta che stava quasi per rimettere l'Olimpia addirittura in corsa per la vittoria, nonostante un ritardo che ha più volte sfiorato la soglia dei 20 punti. Molto bravo è stato il coach croato nella gestione del roster: oltre a Gentile, infatti, sono stati tenuti fuori a lungo nell'ultimo quarto anche gli americani, con Sanders che è riapparso sul parquet solo negli ultimi secondi. Per il resto, un quintetto inconsueto e inusuale in cui Simon e Macvan hanno condiviso il campo con Magro e Cerella ha fatto vedere un volto nuovo all'ex allenatore della Fortitudo Bologna. Un volto che, chissà, potrebbe essere riproposto soprattutto per dare maggior consistenza difensiva, a discapito del talento offensivo.