"Dobbiamo cambiare qualcosa in vista di gara-2, la difesa di Golden State ci ha costretto a giocare molti isolamenti e uno contro uno, è il momento di alzare il ritmo". Le parole in conferenza stampa di Tyronn Lue al termine di gara-1 delle Nba Finals 2016 risuonano ancora nella mente dei suoi giocatori, passati dal segnare 120 punti di media ai playoffs della Eastern Conference a raccogliere il misero bottino di 89 nell'episodio inaugurale della serie che assegna il titolo alla Oracle Arena. 

Evidentemente l'attacco troppo stanziale dei suoi Cleveland Cavaliers non è piaciuto affatto a coach Lue, convinto che accelerare un minimo le operazioni (senza esagerare ovviamente, perchè dall'altra parte ci sono i Golden State Warriors) possa giovare a una squadra mai realmente in ritmo in gara-1. Non si tratta solo di giocare a un numero di possessi superiore, ma di entrare presto nei set offensivi, piuttosto che essere costretti a prendersi un tiro allo scadere dei ventiquattro secondi. "E' qualcosa che ha sempre funzionato da quando è arrivato Lue - ha confermato LeBron James - quindi dobbiamo provare ad essere più veloci, anche per far entrare in partita i nostri tiratori, a cominciare da J.R. Smith". In realtà il primo a trarre benefici da un'entrata più rapida nell'attacco, o da una transizione effettuata a ritmi diversi, sarebbe Kyrie Irving, che ha solo da guadagnare da qualche isolamento prolungato in meno. Resta però il dualismo con il Prescelto: entrambi hanno bisogno di avere a lungo la palla in mano per trovare le sensazioni giuste in attacco, mentre troppo spesso la scelta numero uno del Draft 2011 è costretto ad attendere sul perimetro gli scarichi del più esperto compagno di squadra. Golden State ha difeso alla grande nel primo episodio della serie, sfruttando il concetto di "aiuto e recupero", eseguito con buona efficaca anche da Steph Curry, che Kerr è riuscito per certi versi a nascondere nella propria metà campo. Ma i Cavs si sono scavati la fossa da soli, finendo nelle fauci di una difesa molto dinamica, che ha accettato tantissimi cambi in situazioni di pick and roll, giovandosi della buona prova di Klay Thompson, Andre Iguodala e Harrison Barnes.

Ecco perchè Cleveland non vuole che si ripeta il copione già recitato giovedì notte in California, quando il tiro da tre è praticamente sparito dal radar degli ospiti e lo stesso LeBron ha finito il terzo quarto con un paio di palle perse di troppo. Dimmi come attacchi e ti dirò come difendo, sembra questa l'idea di pallacanestro di Tyronn Lue: un tiro in ritmo (che entri o meno) consente alla difesa di recuperare bene per la transizione, fase del gioco da cui i Cavs hanno dimostrato di essere terrorizzati. Mandati almeno due uomini su Curry in ogni situazione di blocco, gli ospiti si sono persi via via in gara-1 altri giocatori avversari, come Barnes, Iguodala e Green, che li hanno puniti soprattutto al ferro. Niente di tutto ciò potrà invece accadere stanotte, quando James e compagni saranno chiamati al riscatto, per pareggiare una serie che si farebbe così molto interessante dal loro punto di vista. Intanto è dovuto intervenire Jerry West - che di Golden State è più di un apprezzato consulente - per difendere LeBron dai soliti attacchi piovutigli addosso dopo la sconfitta nell'incontro inaugurale: "Discutere un giocatore del genere, un giocatore totale è semplicemente ridicolo - ha detto Mr. Logo - questo ragazzo si porta da anni le sue squadre sulle spalle, giungendo sempre in finale. E quante volte è partito da favorito alle Finals? Nessuna. Vorrei davvero che lo lasciassero in pace". Sostegno anche da parte degli avversari per il Prescelto, che ha dimostrato in carriera di non aver bisogno di difensori d'ufficio, ma che avrà certamente apprezzato il riconoscimento pubblico di una leggenda del gioco come West, alla vigilia di una gara-2 che sente di poter far sua.