Una gara sette bellissima delle finali della Western Conference 2016 si conclude con la vittoria dei Golden State Warriors, trascinati ancora una volta dagli Splash Brothers (Curry e Thompson, rispettivamente 36 e 21 punti), sugli Oklahoma City Thunder, rimontati nella serie e nella partita. Finisce dunque qui l'avventura in post-season di Kevin Durant (27 punti con 10/19 al tiro) e Russell Westbrook (19 punti con 7/21 e 13 assist), che comunque danno prova d'orgoglio e durezza mentale anche nell'ultima apparizione stagionale, costringendo gli avversari agli straordinari nel secondo tempo. A decidere un incontro logorante per entrambe le squadre, le percentuali da tre punti di Stephen Curry (7/12) e Klay Thompson (6/11), che tolgono le castagne dal fuoco di Steve Kerr nei momenti decisivi della sfida. Non sono tiri facili quelli presi dal duo californiano, ma sono esattamente i tiri che fanno la differenza per i Warriors, che spezzano l'equilibrio nel terzo quarto per poi gestire il tentativo di rimonta dei Thunder. I campioni in carica avranno così la possibilità di difendere il titolo conquistato lo scorso anno nella prossima serie delle Nba Finals, dove affronteranno (a partire da giovedì notte alla Oracle Arena) ancora una volta i Cleveland Cavaliers di LeBron James. 

C'è subito una novità nel quintetto di partenza di Golden State, che non riguarda Bogut, bensì Harrison Barnes, lasciato inizialmente in panchina per Andre Iguodala. L'MVP delle scorse finali deve prendersi cura di Durant dal primo all'ultimo possesso, ma l'avvio di gara sette è dalla parte di OKC, che domina come d'abitudine di questi playoffs sotto i tabelloni, con Steven Adams (monumentale per un tempo) e Andre Roberson. Curry è costretto a mettersi subito all'opera con due triple consecutive per non lasciar scappar via gli avversari, anche perchè Thompson comincia sparando a salve. Più in generale, sono gli ospiti ad avere il controllo della partita sulle due metà campo grazie ai cambi difensivi e all'atletismo sotto le plance. Quando anche Durant si mette in azione, i Thunder volano sul 15-22 con Dion Waiters. Westbrook sembra giocare sotto controllo, Enes Kanter aggiunge fisicità dalla panchina e Billy Donovan vede i suoi volare sul 19-29 in apertura di secondo quarto. Speights trova una tripla nel deserto di Golden State, che non riesce quasi mai a chiudere al ferro, e anzi subisce ancora le giocate del turco e di Roberson (22-35). Time-out obbligatorio per Kerr, che ringrazia poi Klay Thompson: lo Splash Brother numero due trova nove punti in meno di due minuti per accorciare sul 33-37, mentre Iguodala si conferma fondamentale nelle piccole cose. Un paio di accelerazioni di Russell Westbrook sono la degna replica di OKC in una gara sette infernale, e spetta ancora a Curry e Thompson mantenere a galla i campioni al rientro negli spogliatoi (42-48 dopo un layup da favola dell'MVP).

La partita cambia volto nel terzo quarto, quando i Warriors avanzano a suon triple: sono i canestri che la difesa di Donovan non vorrebbe concedere, ma sono tiri di Stephen Curry, sui quali si può fare obiettivamente poco. Anche Andre Iguodala partecipa al festival dall'arco (che coinvolge ovviamente pure Klay Thompson), per il sorpasso sul 57-54. E' il primo momento di sbandamento dei Thunder, fin lì quasi perfetti anche in attacco, dove l'unica pecca riguarda il coinvolgimento di Kevin Durant, troppo marginale in una gara di tale importanza. Due palle perse delle stelle di OKC aprono la strada a un nuovo parziale dei padroni di casa, stavolta griffato dalle riserve di Kerr: sono infatti prima Shaun Livingston, poi Leandro Barbosa, infine Anderson Varejao a chiudere il terzo periodo sul 71-60, con in mezzo una tripla fondamentale di Barnes. Nel finale spazio al quintetto piccolo per Golden State, mentre i Thunder pagano rotazioni accorciate e un Andre Roberson pressochè nullo in attacco (non segna e poi non prende più tiri con spazio), eccezion fatta per i soliti rimbalzi offensivi. Speights e Draymond Green sbagliano un paio di layup facili facili, consentendo a Ibaka, Westbrook e Durant di rifarsi sotto sull'80-75. Il contributo del prodotto da Michigan State è però impareggiabile per intensità e lettura del gioco: un suo appoggio mette fine alla carestia dei campioni, che trovano poi altri punti dal solito finto pick and roll Curry-Thompson. Durant non si arrende fino alla fine, mentre Westbrook va fuori giri, ed è dunque Steph Curry a prendersi la scena in chiusura segnando gli otto punti consecutivi (ultimi tre con una tripla dopo essersi fatto il periplo del campo) che mandano definitivamente al tappeto Oklahoma City, rimontata da 3-1 nella serie e da oggi alle prese con la free agency di Kevin Durant. 

Golden State Warriors (73-9). Punti: Curry 36, Thompson 21, Green 11. Rimbalzi: Green 9. Assist: Curry 8. 

OKC Thunder (55-27). Punti: Durant 27, Westbrook 17, Ibaka 16. Rimbalzi:  Assist: Westbrook 13.