Gara cinque delle Western Conference Finals è appena andata agli archivi con la vittoria dei Golden State Warriors, ma la sensazione è che la testa, e non solo, dei protagonisti presenti in conferenza stampa fosse già rivolta a gara-6. Una serie tutt'altro che banale, che ha visto i pronostici della vigilia ribaltati dagli Oklahoma City Thunder di un clamoroso Russell Westbrook e del solito Kevin Durant. Ciò che ha sorpreso, fin dalle prime battute, in campo e fuori, è stata la spensieratezza, mista a sfacciataggine, dei cosiddetti underdog, che fu confermata dalle parole dello zero alla vigilia di gara-1: "Curry? Un tiratore, niente che non abbia mai visto".
Insomma, che l'atmosfera resa già calda di per sè dall'importanza della posta in palio, si stesse facendo sempre più rovente, lo si era capito da tempo. Mai pago, il ninja turtle non ha perso l'occasione per aizzare ancor di più il fuoco, mettendo ulteriore pepe sulla pietanza del match previsto a Oklahoma City in arrivo, ridendo alla domanda di una cronista che esaltava le due palle rubate di Curry ai danni del compagno Durant nei momenti cruciali della contesa. Mentre il malcapitato Kevin, tra l'imbarazzo più totale, si limitava a rispondere in modo signorile, il compagno si prendeva beffe della domanda con una grossa e grassa risata, mal celata dalla mano che provava a coprire il volto. Nella fondina di Westbrook c'è sempre stata la voglia di rivalsa, sportiva e mediatica, nei confronti di Curry, fin troppo elogiato ed esaltato dai media secondo la meritocrazia Russelliana. L'evidente risata andrebbe proprio in tal senso, denigrando l'ennesimo complimento al rivale davanti all'evidenza del risultato di una serie che fin qui ha parlato soltanto in favore dei Thunder. Un gesto di stizza che conferma il rapporto tutt'altro che idilliaco tra i due, soprattutto al di fuori del parquet di gioco, dove la rivalità sportiva ha esaltato ugualmente le qualità dell'uno come quelle dell'altro.
A rendere ancor più gradevole la contesa, in vista della decisiva gara-6, ci ha pensato Espn America, che ha pubblicato quest'oggi una foto che sottolinea le percentuali di Westbrook quando viene marcato da Stephen Curry: il play-tuttofare dei Thunder vede notevolmente calate le sue percentuali al tiro quando davanti a lui c'è il numero trenta dei Warriors, con i punti per possesso che scendono del 30%. Dei dati che quantomeno confermerebbero la validità della domanda sollevata dalla cronista statunitense.
Punzecchiata alla quale non è seguita la risposta di Curry, che invece si è limitato a commentare così la questione: "Ho un compagno di squadra che è ovviamente un difensore migliore di me sul perimetro. Tuttavia mi piacciono le sfide e cerco sempre di fare le cose al meglio delle mie possibilità. In queste situazioni, prendo l'uomo che mi dice di marcare coach Kerr. Il mio lavoro è quello di seguire il piano partita, l'ho fatto per gli ultimi quattro anni della mia carriera, provando ad innalzare il mio livello di presenza difensiva. Questo è quanto".
Di certo la personalità non manca al nativo di Long Beach, che ha voluto appositamente caricare l'ambiente in vista dell'ultima gara casalinga della serie. Era necessario provare a sfidare ulteriormente il can che dorme? Soltanto il tempo, ed ovviamente il parquet, potranno emettere il verdetto finale, con la sfida tra Westbrook e Curry che, semmai ce ne fosse stato il bisogno, entra ancor di più nel vivo. Oklahoma ha il secondo match point sulla propria racchetta, i Warriors non vogliono abdicare al trono anche lontani da casa: la tavola è apparecchiata, non ci resta che aspettare la palla a due.