In gara 4 delle finali playoff della Western Conference i Golden State Warriors ripetono la medesima imbarazzante partita della precedente sfida e si fanno nuovamente asfaltare dagli Oklahoma City Thunder, trascinati dalla furia e dall'impeto di Russell Westbrook (36 punti, 11 assist e altrettanti rimbalzi). Ma non è solo il numero zero da UCLA a dominare atleticamente contro i rivali, è tutta la squadra di Donovan che spazza letteralmente via dal campo i campioni in carica, con Kevin Durant altro protagonista con 26 punti e 11 rimbalzi. Decisivo anche il contributo dei vari Ibaka, Adams, Roberson e Waiters, mentre dall'altra parte il solo Klay Thompson prova a scuotere i suoi nel terzo quarto segnando diciannove punti consecutivi, senza che però nessuno lo supporti. Male, malissimo Stephen Curry (17 punti con 6/20 al tiro e sei palle perse), indifendibile Draymond Green, fuori partita e fuori ritmo dall'inizio alla fine. Al di là delle prestazioni individuali, talmente negative da far sorgere qualche sospetto sull'ambiente nello spogliatoio, Golden State paga dannatamente a rimbalzo (56-40) e offre la peggiore versione di sè in attacco, dove perde ben 21 palloni (sei di Green) e non riesce mai a scrollarsi di dosso la pressione avversaria. Con la serie sul 3-1, gli uomini di Steve Kerr proveranno a vincere la prossima partita a Oakland per tornare su un campo che li ha visti soverchiati in due gare consecutive.
Il primo quarto di gara 4 è la copia fedele di quello di due giorni fa: Golden State parte a rilento, con Thompson e Barnes costretti a divenire penetratori dalla difesa di Donovan, che ha comunque grandiosi tempi d'aiuto al ferro. Adams e Ibaka difendono forte anche sulle guardie avversarie, mentre dall'altra parte del campo Bogut è spazzato via a rimbalzo. L'energia dei Thunder si scatena a causa delle palle perse dei Warriors: Curry e Green sembrano non comprendere l'importanza della sfida, giocano in maniera incredibilmente superficiale e alimentano il contropiede di Westbrook e Durant, che vale un parziale di 16-0 che spacca in due la partita. Ibaka e Waiters trovano punti in transizione, Adams è inarrestabile, Roberson si scopre realizzatore nella tonnara della Chesapeake Energy Arena. Kerr accantona molto presto l'idea del quintetto piccolo, e deve poi rinunciare anche a Thompson per problemi di falli. I campioni rientrano in qualche modo sul 30-26 alla prima pausa grazie all'orgoglio di Andre Iguodala e Festus Ezeli, sembrano reggere fino alla metà del secondo quarto, ma vengono nuovamente travolti da un Kevin Durant meno preciso del solito ma sempre pericoloso. E' poi Russell Westbrook a far saltare il banco con le sue accelerazioni, aggiungendovi anche triple che evidenziano le difficoltà difensive dei Warriors, che si ritrovano in un lampo sotto di venti lunghezze (68-48). Curry pare capitato in campo per caso e anche le sue rare triple (2/10) non modificano un linguaggio del corpo imbarazzante per un doppio MVP e leader della sua squadra. Ci pensa Westbrook a rispondergli dall'arco per il 72-53 con cui si rientra negli spogliatoi.
A questo punto ci sarebbero tutte le condizioni per un k.o. tecnico come accaduto in gara 3, ma i Thunder mostrano per un attimo alcuni dei limiti tenuti nascosti dalla loro furia agonistica. Fermano la palla e vedono uscire qualche tiro di troppo in isolamento di Durant, mentre la scena se la prende tutta dall'altra parte Klay Thompson, unico a salvarsi nel naufragio collettivo di Golden State. Lo Splash Brother numero due segna la bellezza di diciannove punti consecutivi per riportare a due possessi pieni di distanza i suoi (80-74), ma è solissimo nel suo tentativo di rimonta. Steph Curry continua a sbagliare appoggi su appoggi, oltre a collezionare palle perse in tandem con Draymond Green, e neanche l'esperienza di Iguodala può bastare a rivitalizzare un attacco divenuto asfittico. Ne approfitta così Oklahoma City, che dai palloni recuperati, dai rimbalzi offensivi e da giocate d'intensità rimette nuovamente la testa avanti con un fantastico Russell Westbrook, che scollina ben presto oltre i 30 punti. Al resto pensano nel quarto quarto Durant e Roberson, splendido in difesa e nel tagliare a canestro, mentre Kanter aiuta Ibaka sui due lati del compo. I Warriors vanno così definitivamente al tappeto, traditi dai loro giocatori più rappresentativi e spazzati via da Westbrook, che fa calare il sipario su gara 4 con una tripla che vale il 114-91 per il delirio totale del pubblico di casa. Senza difesa, soverchiati atleticamente e con un Curry neanche vagamente presentabile, gli ospiti escono malissimo dal test più importante di questi playoffs, a un passo da un'eliminazione che al momento sembra impossibile da evitare.
OKC Thunder (55-27). Punti: Westbrook 36, Durant 26, Ibaka e Roberson 17, Adams 11, Waiters 10. Rimbalzi: Roberson 12, Westbrook e Durant 11. Assist: Westbrook 11.
Golden State Warriors (73-9). Punti: Thompson 26, Curry 19, Barnes 11. Rimbalzi: Green 11. Assist: Curry 5.