Grazie a una prestazione perfetta sui due lati del campo, impareggiabile per aggressività e intensità, gli Oklahoma City Thunder dominano in lungo e in largo gara 3 delle finali playoffs della Western Conference, infliggendo ai Golden State Warriors una delle peggiori sconfitte di quest'ultimo biennio targato Steve Kerr. Travolti dall'energia dei padroni di casa, dalla rabbia agonistica di Kevin Durant (33 punti con 10/15 dal campo) e di Russell Westbrook (30 punti con 10/19 al tiro e 12 assist), i campioni in carica sono ora sotto 2-1 nella serie, ma quel che più dovrebbe preoccupare lo staff tecnico di Golden State è l'atteggiamento della squadra di Oakland, che subisce ben 117 punti in tre quarti, letteralmente spazzata via dal parquet della Chesapeake Energy Arena e incapace di resistere all'onda d'urto degli avversari. Draymond Green si conferma uomo barometro per i Warriors: con il lungo da Michigan State completamente fuori partita, Curry e compagni perdono praticamente da subito la bussola in attacco e in difesa, dove si concedono alla furia dei Thunder. Una sconfitta pesantissima dunque, per proporzioni e modalità, che dovrà necessariamente essere riscattata nella prossima gara 4 di martedì notte, per riportare il fattore campo dalle parti dei californiani.

C'è regolarmente Stephen Curry nel quintetto dei Warriors che scendono in campo a Oklahoma City: il due volte MVP sembra aver recuperato dalla botta subita al gomito in gara 2, ma l'avvio è tutto dei Thunder, che attaccano presto nell'azione, sfondano a piacimento con Russell Westbrook e hanno a disposizione il miglior Durant da anni a questa parte. I primi minuti di aggressione continua lanciano i padroni di casa, che trovano punti anche da Andre Roberson, Steven Adams e Serge Ibaka, autore di una tripla e di una schiacciata nello spazio di pochi secondo. L'attacco di Golden State batte in testa, con il solo Klay Thompson lucido nell'attaccare il canestro su chiara scelta difensiva di Donovan. E' dalla propria metà campo che OKC fa nascere i presupposti per un parziale che vale il 30-18 a pochi minuti dalla fine del primo quarto, garantendosi canestri veloci grazie a un atletismo collettivo fuori dal comune. L'ingresso in campo di Andre Iguodala per uno spento Harrison Barnes tranquillizza per un attimo i Warriors, che grazie all'MVP delle ultime Finals rientrano a contatto, sfruttando anche una classica tripla di Curry, subendo però a rimbalzo difensivo la fisicità del turco Enes Kanter, oltre a quella di Ibaka e Adams. Lo stesso Iguodala, Clark e Livingston sembrano poter dare il via a una nuova fase della gara, una volta pareggiati i conti a quota 38 (raro canestro di Barnes). Ma la seconda mareggiata dei Thunder spazza via una Golden State tremebonda, con Westbrook a fare il bello e il cattivo tempo con le sue accelerazioni.

Draymond Green e Steven Adams si scambiano intanto un paio di colpi proibiti, che costano a entrambi un flagrant foul, ma a uscirne peggio è il lungo di Kerr, completamente fuori registro per Golden State. Il prodotto da Michigan State sbaglia infatti tutto il possibile, dalle letture sul pick and roll a comodi lay-up, finendo anche per farsi stoppare da un elettrico Kevin Durant che, insieme a Dion Waiters, è il protagonista principale di un altro parziale che porta i padroni di casa sul 68-47 a un minuto dalla fine del primo tempo. Eppure prima dell'intervallo lungo c'è ancora modo per i Thunder di dare un'ulteriore spallata agli avversari, al tappeto sui colpi sferrati da Westbrook, mandato inopinatamente in lunetta da Green su tiro da tre. Al rientro negli spogliatoi il tabellone segnala un vantaggio di 72-47 per OKC, che non smette di aggredire i rivali neanche alla ripresa delle operazioni, quando i campioni in carica affondano definitivamente tra palle perse e tiracci di Curry e Thompson, incappando in un terzo quarto da 45 punti subiti, con Durant, Westbrook, Waiters e persino Roberson a trovare la retina da ogni posizione del campo. Serge Ibaka ci aggiunge una stoppata su un Green in stato confusionale per l'esaltazione del pubblico di casa, che vede i suoi volare via sul 117-80 all'ultima pausa. Il linguaggio del corpo degli ospiti è lo specchio fedele della prestazione e dello stato d'animo dei Warriors, che si ritrovano così non solo sotto nella serie ma anche privi dei loro tipici punti di riferimento difensivi. Gli ultimi dodici minuti divengono così un lungo garbage time, mentre Steve Kerr comincia già dalla panchina il suo lavoro motivazionale per ricaricare i suoi per una cruciale gara 4.

OKC Thunder (55-27). Punti: Durant 33, Westbrook 30, Ibaka 14, Roberson e Waiters 13, Kanter 10. Rimbalzi: Kanter 12. Assist: Westbrook 12.

Golden State Warriors (73-9). Punti: Curry 24, Thompson 18. Rimbalzi: Rush 7. Assist: Green, Curry, Iguodala, Clark e Livingston 3.