A mali estremi, estremi rimedi avrà pensato coach Erik Spoelstra entrando in gara sei con le spalle al muro, costretto a vincere due partite di fila contro i Toronto Raptors per conquistare la Finale di Conference nella Eastern Conference e sfidare l'ex LeBron James. Detto, fatto. Il rimedio più estremo che il tecnico dei Miami Heat avesse a disposizione era quello di alzare oltremodo i ritmi della contesa, allargando il campo e sfruttando la velocità e l'atletismo dei suoi esterni, prerogativa principale dei vari Dragic, Wade e, soprattutto, Winslow.
Il rookie è la sorpresa assoluta di gara sei, schierato nell'inusuale posizione di centro: la mossa è quella giusta, riesce a togliere certezze ai Raptors e darne, laddove non c'era luce fino a gara cinque, ai Miami Heat. Al termine del match, la soddisfazione del quarantacinquenne di Evanston è visibile, anche se il pensiero vola subito alla decisiva gara sette: "Sono incredibilmente soddisfatto di come abbiamo giocato e come la squadra ha risposto alle difficoltà. Ci siamo messi davanti allo specchi, ci siamo caricati di responsabilità, abbiamo fissato l'obiettivo, gli avversari e siamo scesi in campo con la consapevolezza di quel che siamo. Dovevamo battagliare e l'abbiamo fatto, abbiamo fatto la nostra partita e ci è andata benissimo. Dragic? E' stato Goran, semplice. E' stato aggressivo per tutta la gara, ma quello che mi ha sorpreso è il controllo emotivo di tutta la durata del match. Mi ha stupito, ha fatto una grande partita".
Dal tecnico al play sloveno, autore di 30 punti a dir poco decisivi per la vittoria finale: "Non volevo tornare a casa, in Europa. Volevo restare qui e giocarmela fino alla fine. Ecco cosa avevo dentro di me stasera. Sono stato aggressivo tutta la gara, così come tutta la squadra. L'idea era questa, oltre ad aprire gli spazi giocando con cinque esterni. Direi che abbiamo fatto un ottimo lavoro". Gli fa eco, al suo fianco, Dwyane Wade: "Abbiamo approcciato la gara nel modo giusto. Non c'era domani, eravamo spalle al muro, e l'unico modo per restare vivi era quello di entrare in campo aggressivi e restarci per tutta la durata della gara. Adesso pensiamo a gara 7, ce la giocheremo fino in fondo".
Dai vincitori ai vinti, con Casey che analizza così a mente semi-fredda la sconfitta: "Siamo venuti qui con l'idea di vincere la gara ed evitare per quanto possibile di arrivare a gara 7. Miami ha fatto una grande partita, tutti i giocatori sono cresciuti: Wade è cresciuto, Dragic e Winslow altrettanto. Non abbiamo giocato male in attacco, dove Lowry e DeRozan hanno segnato a sufficienza. E' in difesa dove non siamo riusciti mai a fermarli, li abbiamo sofferti troppo. Hanno dettato i tempi della partita, hanno fatto quello che volevano e a questi ritmi non siamo riusciti ad essere competitivi come volevamo".
Infine, il parere di Kyle Lowry, play di Toronto, autore di 36 punti che però non sono bastati: "Abbiamo giocato tutto l'anno per raggiungere 56 vittorie e ottenere la seconda posizione per avere il fattore campo in questo tipo di situazioni. Sarà divertente, accettiamo la sfida. E' una opportunità esaltante di giocare una partita di questo calibro".