I San Antonio Spurs di Gregg Popovich eguagliano il record di vittorie casalinghe dei Bulls del 1996, battendo all'AT&T Center i Memphis Grizzlies decimati dagli infortuni. Per i neroargento si tratta del successo numero trentasette in questa stagione all'ombra dell'Alamo (il numero 46 se si contano anche le gare del finale della scorsa regular season), ottenuto grazie a un'ottima prestazione offensiva, con un LaMarcus Aldridge da 32 punti e 12 rimbalzi. I Grizzlies lottano e si battono con onore, prima di capitolare nel finale su un paio di triple dell'eterno Ginobili, che spengono le loro velleità di rimonta.
Gregg Popovich deve fare a meno di Kawhi Leonard nella gara interna contro Memphis, e lascia a riposo anche Green, Diaw e Mills, presentando in quintetto Kyle Anderson e Kevin Martin. Sta ancora peggio David Jorger, costretto a rinunciare all'ultimo minuto a Randolph (con Conley e Gasol out tra gli altri), con Andersen e Jamychal Green sotto canestro. L'inizio vede le due squadre appoggiarsi ai rispettivi lunghi, ed è soprattutto LaMarcus Aldridge a trovare il canestro con grande continuità per i texani (17 punti nel solo quarto d'apertura). Parker attacca con più convinzione rispetto alle ultime uscite, Duncan ci aggiunge le solite giocate d'esperienza, dalla panchina escono due veterani come Ginobili e Miller, e gli Spurs volano via sul + 14 (37-23 alla prima pausa). Gli ospiti giocano una partita gagliarda, con il duo Green-Andersen a non mollare un pallone (anche una tripla a segno per Birdman) e Carter a mostrare sprazzi di antico furore, ma pagano l'assenza di un vero playmaker (McCallum, ex di serata, si alterna a Farmar), finchè non è Stephenson ad entrare in campo. Aldridge, Martin e Anderson lanciano gli Spurs sul 60-43 a due minuti dall'intervallo lungo, ma i Grizzlies rimangono in qualche modo in scia con Allen e Green, nonostante soffrano le accelerazioni di Tony Parker. Si torna dunque negli spogliatoi con i padroni di casa avanti 64-51.
Alla ripresa delle operazioni gli Spurs incappano in un lunghissimo black-out difensivo, dovuto a un abbassamento della tensione e dell'intensità di gioco. Memphis non si fa pregare e riduce lo svantaggio fino a tornare punto a punto, con Andersen, Barnes e Green sugli scudi. Dall'altra parte Duncan segna più volte in post-basso, Popovich inserisce Jonathan Simmons per adeguarsi al quintetto piccolo di Jorger, e il suo numero 17 lo ripaga con una buona difesa su Stephenson e con cinque punti consecutivi nel finale di terzo quarto (88-84), mentre Aldridge veleggia verso i trenta punti personali. I neroargento sembrano però sbandare anche all'inizio del periodo conclusivo, quando l'elettrico Green porta gli ospiti sul 94-92. Qui prima David West, poi il solito LMA tranquillizzano Popovich, che può distendersi definitivamente con tre triple in un minuto dei suoi (due di Manu Ginobili, una di Kevin Martin). E' il segnale della resa per gli uomini di Joerger, sotto 107-92 a due minuti dalla sirena, con gli Spurs che mandano in campo terze linee come Marjanovic e Bonner. I Grizzlies hanno però un ultimo sussulto di puro orgoglio con Farmar e Stephenson, ma è troppo tardi per pensare di ribaltare un risultato che vede ancora vincitori i neorargento, attesi domani notte alla sfida in back to back di Oklahoma City contro i Thunder.
San Antonio Spurs (61-11). Punti: Aldridge 32, Parker 14, Martin e Ginobili 13, Duncan 12. Rimbalzi: Aldridge 12. Assist: Duncan 7.
Memphis Grizzlies (41-32). Punti: Green 20, Stephenson 17, Barnes 14, Andersen 13, Farmar 11, Carter 10. Rimbalzi: Andersen 7. Assist. Farmar 5.