Vittoria a dir poco fondamentale quella degli Utah Jazz di Quin Snyder che, alla Vivint Smart Home Arena di Salt Lake City si sbarazzano dei Cleveland Cavaliers di LeBron James e tornano a sperare nella qualificazione ai playoff, portandosi a due lunghezze di svantaggio da Dallas, Houston e Portland. I canestri di Hood e Favors indirizzano la gara nonostante l'assenza di Gordon Hayward (fascite plantare), prima che una tempesta di triple si abbatta sul Cavs e affondi la barca di coach Lue, mai in partita ed in ritmo soprattutto da tre punti. James ed i suoi pagano una pessima percentuale da oltre l'arco, oltre ad una difesa fin troppo permissiva che concede 28 punti alla guardia mancina dei Jazz. 

Inizio che sembra sorridere e non poco ai Cavaliers, che volano sulle ali dell'entusiasmo dell'ennesimo alley oop di Smith per James, che sigilla con il suo sesto punto personale il parziale di 11-4 di inizio gara. Rispondono prontamente i padroni di casa, che grazie a Favors, alla tripla di Mack ed al gioco da tre punti di Gobert si riportano in carreggiata ad un punto di distanza dagli ospiti. Hood inizia a martellare sia dalla distanza che con il pick and roll centrale, che resterà un enigma per tutta la durata della gara per la difesa di Cleveland. Sette i punti del mancino che permettono ai Jazz di chiudere avanti di due il primo quarto, con la tripla di James che mette fine alle ostilità (28-26). Secondo quarto che si gioca sulla falsariga del primo, con l'equilibrio che stenta a rompersi: lungo testa a testa fino al minibreak dei padroni di casa firmato a metà frazione dai canestri di Hood e Lyles. Jefferson da tre prova a rispondere alle iniziative di Utah, che però trovava facilmente soluzioni in attacco alternandole sia dal perimetro che da sotto canestro. La tripla di Mack consegna infine sei punti di vantaggio alla squadra di Snyder, punita ancora una volta da Dellavedova sulla sirena (48-44). 

Nella ripresa è Love a provare a suonare la carica per i Cavaliers, con la tripla che prova a mettere in partita l'ala ex Minnesota, anche se saranno proprio gli errori dalla lunga distanza a compromettere la gara della franchigia dell'Ohio: male, infatti, sia Love, che assieme a James, Irving e Smith collezionerà un impietoso 6/30 da oltre l'arco. Troppo poco per far male ed impensierire la leadership dei Jazz, che sebbene subiscano il ritorno dei vice campioni NBA, riescono sempre a testa alta, e con estrema lucidità, a trovare la via del canestro: ancora Hood e la tripla di Mack sono utili ai padroni di casa per provare un primo abbozzo di fuga (61-52). Nel momento apparentemente più difficile, sono 14 i punti messi a referto dai Cavaliers, che sfruttano l'unico momento positivo nel tiro da tre (3/3 per Love, Frye e James) che consente agli ospiti di tornare sotto nel punteggio alla penultima sirena (66-66). Dellavedova apre con la bomba dalla distanza per il più tre l'ultimo periodo, ma sarà l'ultima fiammata degli ospiti, che da quel momento in poi non riusciranno quasi mai a trovare il bandolo della matassa. Utah si riporta con vigoria in testa, sfruttando successivamente quattro triple di fila a bersaglio per dare la seconda e definitiva spallata alla gara: due di Lyles, una di Mack e l'ultima di Ingles sono sufficienti a scavare il solco di 13 punti tra le squadre (86-73), nel parziale di 15-2 che chiude la gara. Prima di tornare a segnare da sotto con Irving, i Cavs falliscono nove conclusioni quasi di seguito da oltre l'arco: troppe per giocarsi la gara contro una squadra quadrata ed ostica, soprattutto in casa. Lyles e Frye si beccano negli ultimi minuti prima di venire espulsi entrambe. James riporta i suoi sotto di sette ma è troppo tardi: i canestri di Hood mettono l'ipoteca sul successo dei Jazz. 

Utah che, grazie a questo successo, torna a sperare nei playoff, con Dallas e Houston che sono a due vittorie di distacco. Due e mezzo, invece, la distanza dalla sesta piazza occupata dai Portland Trail Blazers di Lillard quando mancano 15 gare al termine della stagione regolare. Sempre in testa ad Est i Cleveland Cavaliers di LeBron, che vedono però avvicinarsi sempre più i Toronto Raptors, giunti a due gare di svantaggio dalla prima piazza.