Due partite, due vittorie. Da tempo la settimana dei Los Angeles Lakers non cominciava così. Dopo l'incredibile vittoria di domenica sera contro i Golden State Warriors, i giallo viola sono riusciti ad avere la meglio anche sugli Orlando Magic.

Certo, si parla ovviamente di due avversari totalmente differenti per calibro, qualità e banalmente record (56-6 per Golden State, 27-36 per Orlando). Tuttavia una striscia vincente fa ugualmente notizia, soprattutto se la seconda W arriva grazie ai 27 punti di Russell, ai 24 di Clarkson e ai 23 di Randle. Il tutto, condito dall'assenza del “Mamba”.

Finalmente quindi, ecco il tanto atteso passaggio di consegne: da Kobe Bryant alle giovanissime nuove leve.

I tre giocatori poc'anzi citati hanno infatti rappresentato per buona parte della stagione esclusivamente il futuro della franchigia californiana e soltanto da qualche giorno Byron Scott ha deciso di dar loro pieni poteri. Ciò significa farli giocare insieme, farli crescere insieme, far creare loro una chimica di squadra.

Stiamo cominciando a giocare insieme così tanto che adesso ci conosciamo meglio, ci capiamo in campo, sappiamo dove e come preferiamo avere la palla, e dove invece ci sentiamo più insicuri.” Parole e musica, come direbbe Tranquillo, di D'Angelo Russell. È evidente dunque che passare più tempo insieme aiuti i giovanissimi Lakers a migliorare le proprie prestazioni.

Eppure, ad inizio anno le cose non andavano così. Un allenatore vecchio stampo com'è Byron Scott sa perfettamente come trattare i propri rookie e sophomore: poco spazio, tanta panca e parecchi rimproveri.

Questo è il modo in cui pensavamo avrebbero potuto giocare – ha detto l'head coach dopo la partita contro Orlando – Fin dall'inizio della stagione, sapevamo che sarebbe servito loro del tempo,” ha poi proseguito. “Il problema era solo capire quanto. Da quando abbiamo attuato il <>, li abbiamo aiutati a crescere, sgridandoli e allo stesso tempo incoraggiandoli. Lo abbiamo fatto per renderli pronti, e abbiamo visto chi è riuscito ad esserlo prima e chi dopo. È un processo naturale, tu devi soltanto aiutarli.

Intanto, però, non erano mancate durante l'inverno ampie critiche a Scott. In molti ritenevano che i tre, e soprattutto Russell e Randle, avessero troppo poco spazio per emergere e che ciò avrebbe fortemente influenzato e danneggiato il loro futuro.

Oggi però le cose sono cambiate: la stagione compromessa e le condizioni di Kobe hanno permesso agli under-23 di casa LA di emergere e, proprio con le prestazioni di questa notte, a diventare i primi giocatori gialloviola 23enni o più piccoli a segnare più di 20 punti nella stessa partita.

Il futuro, a questo punto, sembra in qualche modo essere arrivato. I tifosi dello Staples stanno finalmente cominciando a gustare i primi “sapori” della nuova era, fortemente marcata dall'assenza di Kobe.

E dopo Warriors e Magic, questi nuovi giovani Lakers non si pongono limiti: giovedì tocca ai Cavs per l'ultima di LeBron contro Bryant. Dovesse arrivare una vittoria anche in quel caso, chissà, forse, il prossimo anno potrebbe essere più roseo di quanto non ci si aspetti.