“I Pelicans non sono una squadra da playoffs”. Musica e parole di Alvin Gentry, sessantunenne head coach proprio di New Orleans. Il bilancio è quello di una stagione molto deludente, soprattutto dopo la serie di tre sconfitte su tre partite giocate negli ultimi quattro giorni. Quello che dopo la partita persa 95-100 in quel di Houston (con un +6 da gestire a 2:59 dal termine) sembrava un entusiasmo solo affievolito, dopo gli altri due scivoloni (94-86 contro San Antonio, 94-106 contro i Jazz), assume tutti i contorni di un amaro epilogo di stagione.

“Ad un certo punto, dobbiamo iniziare a pensare al futuro, a guardare al futuro” ha continuato Gentry “ecco perché nel secondo tempo ho tenuto in campo Jrue [Holiday]. Dobbiamo iniziare a pensare a lui come titolare, in alcune gare. E dobbiamo cercare un modo per coinvolgere più nel gioco, nel ritmo, Anthony [Davis]. Anche quando lo raddoppiano, dobbiamo escogitare modi per uscirne. In questo momento per noi sarebbe un miracolo anche solo arrivare ai Playoffs. Stiamo davvero iniziando a cercare di sviluppare una cultura di squadra, di capire come giocheremo in futuro e di scoprire i ragazzi della squadra, come si immettono nel nostro sistema e se si sentono a loro agio nel nostro stile di gioco”.

Del fatto che Holiday faccia giocare meglio la squadra non si può discutere: il suo net rating (+1.0) è il migliore in quel di New Orleans. Inoltre, la stella dei pellicani, mister Anthony Davis, aumenta la sua percentuale reale al tiro di 5.3 punti quando ha al suo fianco la guardia da UCLA, condannata a partire dalla panchina per dare nuova verve alle seconde linee già dallo scorso dicembre. Holiday fu infatti scambiato per due scelte al primo round subito dopo l’all-star game 2012/13, con l’esatto scopo di fornire l’adatto compagno a the Eyebrow per i suoi pick 'n' roll. Inoltre, le doti da realizzatore (questa è la sua migliore stagione se proiettata sui 36 minuti a partita, con 20.9 punti di media) impensieriscono le difese avversarie, spostando gli equilibri nella metà campo offensiva.

Certo è che questa stagione è stata funestata dagli infortuni a New Orleans: sommando tutte le partite perse dai singoli giocatori si arriva a quota 183, quarta franchigia in assoluto per “sfortune” fisiche in questa stagione. Ultimo della lista Eric Gordon, che alla quarta partita dal rientro dopo la frattura dell’anulare della mano destra – per cui è stato costretto a guardare i compagni da bordo campo per sedici volte consecutive - si è procurato lo stesso identico infortunio, tornando così in infermeria accanto a Tyreke Evans, Quincy Pondexter e Bryce Dejan-Jones, tutti fuori per il resto della stagione. La corsa ai playoff è davvero tortuosa: l’ottavo posto dei Rockets, ultimo utile, dista sei partite e mezzo, con ventuno sfide rimaste da giocare. Secondo il Power Index di ESPN, ad esempio, Davis e compagni hanno appena il 3% di probabilità di accedere alla post-season.

"Gioco una partita per volta," ha dichiarato proprio AD23 dopo la sua doppia doppia da 29+11 con 11/31 dal campo contro Utah “ho ancora speranza per questa squadra, credo in questi ragazzi. Possiamo ancora farcela, dobbiamo solo crederci. Giocare bene in questo finale di stagione, in ogni caso, ci darebbe la spinta giusta per iniziare al meglio la prossima. Cioè, iniziamo a costruire le fondamenta, per avere una determinata cultura attorno allo spogliatoio ed a tutta l’organizzazione”. Dopodichè, Davis si è speso riguardo al suo compagno: “Jrue è Jrue. Io e lui abbiamo una grande alchimia. Non so chi sarà titolare o altro. Nella scorsa partita ha iniziato il terzo quarto ed è stato bello averlo in campo al rientro. Se dovesse partire titolare, sarebbe sicuramente un valore aggiunto per noi."
Holiday ha comunque fatto sapere di potersi adattare ai camaleontici quintetti di partenza di Gentry (28 fino ad ora in questa stagione, primato in NBA). “Dovrebbero prenderla tutti così!” ha detto, sorridendo, alla stampa, “onestamente, sono contento di giocare, lo apprezzo. Non lo considero come qualcosa di dovuto. Ovviamente dopo gli ultimi due anni [90 partite perse per infortunio, ndr] e in questa situazione, sono contento di poter scendere in campo”.