Nuova esperienza NBA alle porte per Micheal Beasley: dopo Miami, Minnesota, Phoenix, Miami - di nuovo - e le esperienze in Cina, l'ala ventisettenne è in procinto di approdare agli Houston Rockets. Secondo Jonathan Feigen (Houston Chronicles) e Marc Stein (ESPN), infatti, B-Easy avrebbe firmato mercoledì un contratto fino a fine stagione con i texani, che riempiono così il vuoto lasciato dal taglio di Ty Lawson, arrivato a sorpresa (ma neanche tanto) sul finire della trade deadline, con l'ex-Denver che sembra diretto ora verso Indianapolis per accasarsi tra le file dei Pacers.

E' certo che la mossa ha i suoi rischi: nonostante Lawson, inseguito sin dalla scorsa estate dai fantasmi riguardanti il suo poco impegno ed i suoi problemi con l'alcool, fosse nel mezzo della peggior stagione della carriera sia dal punto di vista statistico che da quello attitudinale, rappresentava comunque un play con punti nelle mani. È comprensibile che il front-office dei missili se ne sia voluto liberare per provare a dare equilibrio a questa stagione tremendamente turbolenta, ma l'arrivo di Beasley (che anch'egli ha dovuto affrontare più volte rogne dovute a mancanze comportamentali e soprattutto alla sua dipendenza dalla marijuana) rischia di gettare benzina a litri sul fuoco appena sedato.

Al contrario, però, con la scadenza del periodo di scambi già alle spalle, Houston potrebbe aver raccolto uno tra i giocatori migliori tra i free-agent per quanto riguarda l'esperienza dalla panchina, fattore essenziale nella corsa ai Playoffs per cui i texani attualmente occupano l'ottavo ed ultimo posto disponibile ad Ovest, solo mezza partita davanti agli Utah Jazz. Forse anche per questo il team si è riservato l'opzione di prolungamento del contratto per la prossima stagione.

In cina, B-Easy ha giocato quaranta partite con gli Shandong Golden Stars, viaggiando a 31.9 punti, 13.2 rimbalzi e 3.8 assist ad allacciata di scarpe e riuscendo addirittura a mantenere il 37.1% dalla linea dei tre punti. Nonostante sia un po' sparito dai radar NBA, Beasley era sul taccuino di molti General Manager negli ultimi giorni, i quali contavano soprattutto sul suo apporto per alllungare le rotazioni delle ali. Pur smentendo al ribasso le aspettative maturate nel suo unico anno al college, che portarono i Miami Heat a chiamarlo con la seconda scelta assoluta (dietro solo ad un certo Derrick Rose) al Draft 2008, il prodotto di Kansas University ha il talento e la fisicità per dire la sua in una squadra di media fascia.

Nelle sue ultime quattro stagioni trascorse in NBA Beasley si è adattato al ruolo di uomo da rotazione, mantenendo tuttavia medie simili al suo primo triennio, per quanto riguarda la proiezione sui 36 minuti:

STAGIONE SQUADRA PARTITE GIOCATE PUNTI %TIRI CAMPO %3 PUNTI RIMBALZI ASSIST PER
2011-12 MIN 47 17.9 .445 .376 6.9 1.5 13.0
2012-13 PHO 75 17.6 .405 .313 6.5 2.6 10.8
2013-14 MIA 55 18.9 .499 .389 7.5 1.8 16.8
2014-15 MIA 24 15.1 .434 .235 6.3 2.3 10.6

Ovviamente, una seconda scelta assoluta non finisce a giocare nella Chinese Basketball Association per caso. Ad esempio nel 2014 fu, secondo voci piuttosto attendibili (Boston Globe), lo stesso LeBron James, all'epoca ancora in casacca Heat, a lamentarsi dello scarso impegno di Beasley in allenamento, che lo portava a non sfruttare al massimo né le sue doti fisiche né il suo talento cestistico.

Ma soprattutto, la croce di The Beast sono stati i diversi guai legali: ultimo dei quali risalente all'agosto 2013 e, come accennato sopra, quasi tutti legati all'uso o al trasporto di marijuana. Dall'irruzione della polizia nella stanza in cui (confessò solo poi) si trovava a fumare con Mario Chalmers e Darrell Arthur ancora prima dell'inizio della sua prima stagione NBA, passando per la riabilitazione del 2009, la ricaduta di due anni dopo, quando fu fermato dalle autorità con una borsa piena di droga leggera nella sua auto, o ancora per il colpo al volto inflitto ad un tifoso particolarmente irritante durante un evento di streetball a cui partecipava anche Kevin Durant; fino al fermo per eccesso di velocità, alle accuse di violenza sessuale (tuttora non confermate) ed all'arresto per detenzione di marijuana, tutti e tre appunto nel 2013.


Dopo aver fallito con l'affare Ty Lawson, arrivato sì tra mille dubbi e mormorii, ma “costato” a Houston relativamente poco (Johnson, Papanikolau, Prigioni, Dorsey ed una scelta al secondo giro del Draft 2017), è certo che il GM Daryl Morey punti piuttosto ad un colpo sullo stile di Josh Smith, altro giocatore discontinuo firmato però nel bel mezzo della scorsa stagione e diventato in pochi mesi un punto affidabile nell'attacco dei Rockets, arrivando ad essere il terzo realizzatore di squadra ai playoffs dello scorso anno coi suoi 13.5 punti di media.

I rischi, dato lo spazio abbastanza modesto che dovrebbe essere concesso a Beasley perlomeno nelle prime uscite, sono pochi e poco preziosi, anche se l'ennesima cresta in uno spogliatoio in cui convivono Harden, Howard ed l'appena riaccasato Josh Smith potrebbe minare definitivamente l'equilibrio già precario; al contrario però Bickerstaff, che lo ha già conosciuto nel suo periodo da assistente allenatore a Minnesota, potrebbe riuscire a valorizzare ed a far rendere al meglio quella che da molti è considerata poco più che una testa calda, ma che potrebbe essere l'ago della bilancia per l'intera stagione dei Rockets.