Notizia dell'ultim'ora che sta impazzando oltreoceano, spinta da Shams Charania (The Vertical) e Micheal Grange (Sportsnet), è quella del taglio da parte dei Toronto Raptors di Anthony Bennett, prima scelta assoluta dei Cleveland Cavaliers al Draft 2013. Con Jason Thompson appena liberato dai Golden State Warriors e pronto a firmare con i canadesi fino a fine stagione, il prodotto di UNLV sembra diretto dalle parti di Phoenix, dai Suns alla ricerca di un lungo dopo la discussissima trade di Markieff Morris, “scaricato” ai Washington Wizards nell'ultimo giorno disponibile, lo scorso 18 febbraio.

Certo è che le medie di Bennett non promettono esattamente spettacolo: per questa stagione si parla di 1.5 punti, 1.2 rimbalzi e 0 assist con una media di 4.4 minuti nelle 19 partite giocate. In Arizona, però, Anthony potrebbe aggiungere profondità al reparto lunghi partendo dalla panchina, soprattutto considerando che il rimpiazzo di Morris, Mirza Teletovic, ha fornito 20 punti e 7.2 rimbalzi di media nelle ultime cinque allacciate di scarpe.
La decisione del front-office di Toronto arriva un solo giorno prima della scadenza del termine per la presentazione delle liste ufficiali di “elegibility”, ovvero di “convocabili” per i Playoffs, ai quali quasi sicuramente Valanciunas e compagni (attualmente secondi nell'agguerritissima Eastern Conference) parteciperanno.

Da quando, dopo la straordinaria annata da freshman e UNLV, i Cleveland Cavaliers scelsero Bennett come prima scelta assoluta al Draft 2013, il lungo originario di Brampton ha collezionato delusioni su qualsiasi parquet NBA, partendo in quintetto solo tre volte sulle 128 presenze totali. Dall'Ohio a Minnesota, dove AB finisce nell'agosto 2014 nel mezzo della trade di Andrew Wiggins. A scadenza di contratto coi T'Wolves, viene messo sotto contratto dai Raptors, passando la stagione tra panchina e D-League.
È davvero difficile immaginare una “rinascita” per quella che con i suoi 543 punti è attualmente la peggior prima scelta assoluta dai tempi di Mark Workman, nel 1962. Greg Oden (ODEN!) ha fatto di meglio: il suo tabellino recita 840.
Insomma, la netta sensazione è quella che Phoenix potrebbe essere per Bennett l'ultima, davvero l'ultima, spiaggia per sperare in una carriera decente nella miglior lega del mondo. L'ultima spiaggia per non essere ricordato come il più grande abbaglio degli ultimi cinquant'anni di basket americano.