Una gara spettacolare, che gli appassionati Nba ricorderanno a lungo, si è disputata nella notte tra gli Oklahoma City Thunder di Kevin Durant (37 punti e 12 rimbalzi) e Russell Westbrook (26 punti e 13 assist) e i Golden State Warriors di Stephen Curry (46 punti, con 12/16 da tre, record di triple in singola serata). Alla fine di un overtime convulso, è Curry a trovare il canestro della vittoria da distanza siderale (praticamente da centrocampo). Partita a lungo condotta dai Thunder, partiti con enorme intensità, trascinati da un Durant spettacolare e dalla voglia matta di Westbrook, dominanti a rimbalzo con Ibaka, ma al tappeto di fronte a un Curry che sta riscrivendo numeri e storia della pallacanestro Nba. Decisivo per gli ospiti l'apporto di Andre Iguodala, autore del due sue due ai liberi che ha mandato le squadre al supplementare a una manciata di decimi dalla fine dei regolamentari.

Per la sfida contro i Warriors Billy Donovan ritrova Andre Roberson in quintetto, e l'inizio (8-0) è tutto dei padroni di casa, con Westbrook che attacca senza sosta Curry e Durant infallibile al tiro. Kerr depista ben presto Klay Thompson sulle tracce del numero zero avversario, cha aggredisce la partita insieme ai suoi compagni di squadra, sfondando di forza fino al ferro, dove Adams domina contro Bogut e Ibaka cattura ogni pallone sorvoli entrambi i tabelloni. I Warriors, doppiati sul 28-14 verso la fine del primo quarto, sono alle corde come poche altre volte in stagione e si affidano prima a Thompson e poi al secondo quintetto, che spezza il ritmo a OKC e ricuce grazie alla grande esperienza di Iguodala e Livingston (36-30 a inizio secondo periodo). L'esperimento Varejao non paga dividendi per Kerr, che prova a giocarsi la carta Speights come alternativa a un Green che non trova canestri dal campo, nonostante la solita attività tra assist e rimbalzi. Un paio di giocate da fenomeno di Curry sembrano rimettere le cose a posto per i campioni in carica, ma il finale di tempo è tutto di Durant, praticamente perfetto al tiro, e di Westbrook, che accelera in ogni singolo possesso (57-46 all'intervallo lungo). 

Al rientro dagli spogliatoi Klay Thompson continua a essere chirurgico con jumper e layup (molto meno da tre), ma è Curry a spaventare l'intera Chesapeake Energy Arena cadendo male sulla caviglia sinistra e uscendo dal campo per accertamenti. Nel frattempo Oklahoma ha perso parte della sua ferocia agonistica, anche se i rimbalzi offensivi di Ibaka garantiscono possessi extra ai vari Westbrook e Durant. In assenza di Curry, è Livingston a prendere per mano i Warriors, mantenendoli a sei punti di distanza insieme a Speights (71-65). Per Donovan si sveglia intanto un irritante Waiters, ma Curry, rientrato dagli spogliatoi dopo un controllo veloce, infila tre triple una più folle dell'altra per il primo vantaggio Golden State dell'intera partita (77-78). Gli risponde immediatamente Durant, con due delle sue classiche piume, per l'83-78 con cui si va all'ultima pausa. La gara sembra prendere definitivamente la direzione dei padroni di casa quando, a inizio quarto quarto, Kanter domina sotto canestro e KD segna a ripetizione (90-78). Gli ospiti barcollano di fronte all'aggressività ritrovata dai Thunder, che hanno in Singler e Roberson due ottimi difensori e in Ibaka un rimbalzista fuori dal comune. Mentre tutto sembra deciso a favore della squadra di Donovan, dal cilindro di Curry escono otto punti in un lampo che rendono il finale un thriller appassionante (98-96 a un minuto dalla sirena). Ibaka va a segno con un jumper dalla media distanza, Thompson trova la tripla del meno uno su assist del "gemello" (100-99). Donovan chiama time-out e Durant replica dall'arco per il 103-99 che sembra chiudere i conti. Ancora Klay pesca due punti veloci. Sulla rimessa i Thunder pasticciano, con Durant raddoppiato che butta in avanti la palla ma trova l'uomo ovunque Green, che intercetta il pallone e lo fa arrivare in qualche modo a Iguodala, abile a pescare il fallo di KD a sette decimi dal gong. Iggy non trema dalla lunetta e pareggia a quota 103, per un match che si prolunga all'overtime.

Westbrook dimostra di averne ancora, aprendo il supplementare con un gioco da tre punti, ma Durant è costretto a uscire per falli dopo aver commesso il suo sesto su Curry. Una schiacciata di Ibaka rilancia OKC sul 108-103, Steph replica con due triple senza alcun senso. Roberson mette a segno quattro punti importantissimi sotto canestro, dove i Warriors soffrono dannatamente i centimetri del congolese e di Kanter. Sul 118-115 è Thompson a segnare con canestro più fallo (in precedenza aveva trovato una tripla su assist di Green). Nell'ultimo possesso Westbrook prova a sfondare contro la difesa di Golden State, ma va a sbattere contro Iguodala e Barnes. Il pallone finisce così a Curry, con Kerr che non chiama time-out: l'MVP in carica oltrepassa appena la metà campo e lascia partire un tiro che trova solo il fondo della retina. E' il colpo del k.o. per i Thunder, trafitti al cuore dall'ultima freccia di Steph, che esulta abbozzando un balletto con i suoi compagni di squadra e si gode un'altra serata indimenticabile. L'ultimo tentativo di Westbrook non trova il bersaglio e condanna Oklahoma City alla seconda sconfitta su due in regular season contro i campioni, che ora vedono sempre più vicino il record dei Bulls del 1996.

Oklahoma City Thunder (41-18). Punti: Durant 37, Westbrook 26, Ibaka 15, Kanter 11, Roberson e Adams 10. Rimbalzi: Ibaka 20, Durant 12. Assist: Westbrook 13.

Golden State Warriors (53-5). Punti: Curry 46, Thompson 32, Iguodala 12. Rimbalzi: Green 14. Assist: Green 14