I Golden State Warriors di Steve Kerr raggiungono la cinquantesima vittoria della loro fantastica regular season aggiudicandosi la sfida della Philips Arena contro gli Atlanta Hawks. Gara di parziali quella della Georgia, con gli ospiti padroni del campo e avanti nel punteggio per due quarti e mezzo, ma poi rimontati dal quintetto piccolo di Budenholzer, che trova il sorpasso proprio sulla sirena del terzo periodo. Nel finale ci pensano però prima Klay Thompson (27 punti, 10/23 dal campo), poi Stephen Curry (36 punti con 14/22 al tiro e 8 assist) a rimettere a posto le cose per i campioni in carica, che bissano così il successo di sabato scorso allo Staples Center contro i Clippers.

Rientra Andrew Bogut nel quintetto titolare di Steve Kerr per la partita di Atlanta, con gli avversari finalmente al completo dopo la pausa per l'All-Star Game. Gli Hawks partono però con brutte percentuali dal campo e con il solo Jeff Teague a cercare di scuotere gli uomini di Budenholzer. Dall'altra parte Stephen Curry è raddoppiato costantemente, ma riesce comunque a trovare - sia in transizione, che a difesa a schierata - le soluzioni giuste per i vari Thompson e Barnes, particolarmente precisi dall'arco. Un paio di triple irreali dello stesso Mvp in carica consentono ai Warriors di volare via prima sul 9-21 e poi sul 15-30 con un tiro da fuori di Barbosa allo scadere del primo quarto. La musica non cambia nel secondo periodo, in cui la panchina di Golden State non fa rimpiangere più di tanto i titolari: Iguodala e Livingston forniscono il loro solito contributo, mentre coach Bud prova a mischiare le carte inserendo Schroder e Hardaway. Paul Millsap ingaggia un duello rusticano con Draymond Green, senza riuscire mai a trovare ritmo in attacco ed è poi Curry a chiudere il primo tempo con un canestro da favola per il 39-58 con cui le due squadre rientrano negli spogliatoi (nonostante un'ingenuità dello stesso Steph, che regala due liberi a Teague, non convertiti).

Gli Splash Brothers riprendono da dove avevano lasciato anche dopo l'intervallo lungo, portando i Warriors sul 45-67 all'inizio del terzo quarto, ma qui Atlanta piazza un parziale spaventoso che la riporta in partita. Grazie al quintetto piccolo (Horford e Millsap si alternano come unici lunghi, con Scott e Sefolosha a subentrare dalla panchina), i padroni di casa aprono il campo e trovano il canestro con continuità, mentre dall'altra parte Golden State perde ritmo e incappa in qualche palla persa di troppo. Il pick and roll giocato da Schroder fa enormi danni alla difesa dei campioni, Hardaway e Horford accendono il pubblico con giocate di pura intensità e il tabellone segnala un incredibile 75-76 all'ultima pausa, per un parziale di 30-9 per chiudere il quarto. La gara sembra poter scappare di mano agli uomini di un Kerr che tuttavia resta molto tranquillo, assumendo un atteggiamento zen degno di uno suoi maestri come Phil Jackson. Sefolosha e Horford portano gli Hawks sul + 4 all'alba del periodo decisivo (80-76), ma qui è Klay Thompson, con il "gemello" in panchina, a prendersi sulle spalle l'attacco di Golden State, portandolo fuori dalle secche in cui si stava pericolosamente incagliando. Al rientro in campo di Steph (a sei minuti dalla fine), i Warriors sono così di nuovo avanti 84-88, ed è dunque Curry a calarsi nelle vesti di closer, mettendo a segno sette punti consecutivi che danno la spallata decisiva ai padroni di casa. Sopra di dodici lunghezze dopo una schiacciata volante di Bogut su assist del solito Green, gli ospiti non si guardano più indietro e stabiliscono così il record come prima squadra nella storia Nba ad arrivare a cinquanta vittorie in regular season dopo solo cinquantacinque gare disputate.

Atlanta Hawks (31-27). Punti: Horford 23, Schroder 18, Teague 16, Hardaway 12, Millsap 11. Rimbalzi: Horford 16, Scott 11. Assist: Horford, Teague e Schroder 6.

Golden State Warriors (50-5). Punti: Curry 36, Thompson 27, Barnes 14. Rimbalzi: Green 14, Bogut 11. Assist: Green 9, Curry 8.