Folle. Totalmente folle. Non c'è altro modo per definire la prestazione che, domenica sera, si sono trovati davanti agli occhi gli spettatori del Palace di Auburn Hills. Anthony Davis, in trasferta con i suoi New Orleans Pelicans a casa dei Pistons, ha lasciato sul campo cinquantanove (CINQUANTANOVE!) punti conditi da venti rimbalzi, portando i suoi al 111-106 finale. I cinquantanove punti rappresentano un season-high assoluto per l'intera lega, superando i cinquantasei messi a segno da DeMarcus Cousins lo scorso 25 gennaio contro gli Charlotte Hornets.
Per intenderci, oltre ad essere il secondo più giovane di sempre a siglare una prestazione superiore a 50 punti e 20 rimbalzi (a soli 22 anni) dietro Bob McAdoo, Davis entra nell'esclusivissimo club (che oltre a lui conta solo Shaquille O'Neal) dei giocatori che hanno superato quota 55 punti e 20 rimbalzi in una stessa partita nelle ultime quaranta stagioni NBA. Ma non solo: i punti del prodotto di Kentucky University sono arrivati in momenti cruciali del match, come quando con 5:24 sul cronometro del quarto quarto, AD23 ha infilato i successivi 13 della sua squadra, allungando dall'88-87 fino al 101-93 che, a due minuti dalla sirena finale, ha spaccato definitivamente la partita.
Già alla fine del terzo periodo l'ala era a quota 40 punti segnati con 27 tiri tentati, mentre il resto dei Pelicans ha segnato gli stessi punti con ben 47 tentativi. A fine sfida, 59+20 in 43 minuti contro 52+31 di tutti gli altri compagni messi insieme in 197 minuti. Una vera e propria prestazione monstre, se aggiunta ai 4 assist ed alla stoppata.
In generale, la partita è sembrata un continuo crescendo: dagli otto del primo quarto ai diciotto del secondo, passando per i quattordici nel terzo fino alla meravigliosa prestazione da diciannove punti nell'ultima frazione.
Nonostante questo, però, New Orleans non ha trovato una vittoria facile. Proprio Davis è stato chiamato in campo molto presto nell'ultimo quarto: dopo appena un minuto e cinquantotto secondi, a seguito dei sei punti consecutivi segnati dai Pistons per portarsi avanti 81-80. Eppure, Eyebrow non ha mai smesso di tirare e di farlo bene sia dal campo (24/34 totale con 2/2 da tre) che in lunetta (9/10). Così, appena tornato in campo, due liberi ed un jumper gli avevano già garantito il career-high a quota 44.
Ovviamente non è la prima volta che il lungo dei Pelicans domina un campo NBA, ma una prestazione del genere, superando di più del doppio le medie stagionali (23.6 punti e 9.9 rimbalzi), è destinata a restare nella storia come una delle più disarmanti per gli avversari. A fine partita gli stessi compagni hanno cercato di “raffreddare” AD23 rovesciando bicchieri di acqua fredda sul suo testone. Subito dopo il siparietto sono arrivate le parole di Davis: “Ovviamente dalla panchina i miei compagni tenevano il conto dicendomi 'ti mancano quattro rimbalzi ai 20' oppure 'vai per i 60!', ma quando sei in campo cerchi di fare di tutto per arrivare alla vittoria. E' quello che faccio, cerco di aiutare questa squadra a migliorare per avere la spinta decisiva che vale i Playoffs”. Di lui ha parlato anche il coach Alvin Gentry: “Con lui tutto ruota attorno al fatto che cerchiamo di farlo giocare nello spazio. Quando riesce a giocare nello spazio ha l'abilità di mettere giù il pallone e crearsi uno o due palleggi prima che lo chiudano. Penso che possa ripetere altre volte serate del genere”.
Sicuramente se lo augurano i tifosi Pelicans, che vedono i propri beniamini rincorrere l'ultimo posto valido per i Playoffs. Nonostante il record di 22-33 (5.5 partite di distanza dai Rockets ottavi in Western Conference) con un Anthony Davis così, tutto diventa possibile.