Una gara fatta di parziali va ai Golden State Warriors, che alla Oracle Arena di Oakland partono alla grande contro gli Houston Rockets, arrivando ad accumulare anche sedici lunghezze di vantaggio grazie a un Curry stratosferico (35 punti complessivi), prima di farsi rimontare da uno scatenato James Harden (37 per il Barba) nei due quarti centrali. I campioni Nba resistono alla furia dei texani e dominano il quarto periodo grazie alla difesa (Bogut stoppa chiunque si avvicini al ferro) e a un paio di protagonisti inattesi, come Harrison Barnes e Andre Iguodala. Con questa sconfitta i Rockets scendono all'ottavo posto del ranking della Western Conference, superati dai Jazz e tallonati da Portland, mentre i Warriors rimangono imbattuti in casa in questa stagione.

Steve Kerr e J.B. Bickerstaff presentano i rispettivi quintetti titolari nella sfida che costituisce il rematch della finale playoff ad Ovest dello scorso maggio. Sono i padroni di casa a partire lanciati, sfruttando uno Stephen Curry perfetto al tiro e un Klay Thompson particolarmente brillante. Tre triple consecutive dell'MVP mandano in estasi la Oracle Arena (30-18), mentre dall'altra parte Harden non trova neanche un canestro dal campo e Howard fatica enormemente in situazioni statiche contro Andrew Bogut. Lo show di Curry si chiude con 19 punti nel solo primo quarto, con Speights scatenato in uscita dalla panchina. I Rockets sono frastornati (42-27 il punteggio alla prima pausa) e si affidano alla lucidità di Ariza, unico tra gli ospiti a mantenere lucidità anche nel bel mezzo della tempesta. Con Curry in panchina, Houston approfitta di un passaggio a vuoto dei padroni di casa per rifarsi sotto nel secondo periodo, quando Harden trova ben quindici punti consecutivi (58-51) e invece Draymond Green deve abbandonare il campo per un terzo fallo fischiatogli ingiustamente contro Beverley. La gara si allunga con i falli sistematici commessi su Bogut da una parte e Howard dall'altra (2/10 per Dwight dalla lunetta), ed è poi Marcus Thornton a rispondere a un paio di giocate di Curry con sette punti che mandano tutti negli spogliatoi sul 69-66.

La ripresa si apre con il sorpasso dei Rockets, bravi ad approfittare di un inizio di terzo quarto superficiale di Golden State, che si fa infilare per due volte dall'angolo da Ariza e Brewer (69-74). Il solito Curry, coadiuvato da un Bogut attivissimo sui due lati del campo, riporta i suoi avanti con una giocata da highlights chiusa al ferro da Leandro Barbosa, ma la gara rimane punto a punto. Thompson sparisce dall'attacco dei Warriors e spara a salve, Green ci mette energia ma poca lucidità, e così Houston comincia a sperare nel colpaccio, anche perchè nel frattempo Harden non sbaglia più nulla e Ariza è una sentenza dall'arco. Dopo l'ennesimo tiro da distanza siderale di Steph, è Andre Iguodala a trovare due triple a cavallo tra terzo e quarto periodo (96-93). E' il momento della svolta, come capisce anche Bickerstaff, che concede ad Harden un riposo di soli due minuti, ma Harrison Barnes si prende la scena segnando dieci punti in un lampo che scavano un solco importante per i campioni in carica (110-98). Nella metà campo difensiva i Warriors trovano in Bogut uno stoppatore seriale, che ridicolizza Howard e rispedisce al mittente anche un tentativo di penetrazione di Harden. Capela fa meglio del suo compagno di squadra, ma ormai è troppo tardi e il duo Barnes-Iguodala continua a imperversare contro la difesa dei texani (114-103 a tre minuti dalla fine). Gli ultimi lampi del Barba non bastano ai Rockets, che vanno ancora k.o. dopo la sconfitta casalinga subita contro Portland e sono ora ottavi nel ranking della Western Conference.

Golden State Warriors (47-4). Punti: Curry 35, Barnes 19, Speights 15, Bogut e Thompson 13, Iguodala 12. Rimbalzi: Bogut 11. Assist: Curry 9.

Houston Rockets (27-27). Punti: Harden 37, Ariza 19, Howard 16, Thornton 15. Rimbalzi: Howard 15. Assist: Beverley 7.