Qualche giorno fa è andato in scena uno dei piatti principali offerti dal panorama cestistico europeo, sia per trascorsi storici sia per la qualità del gioco: parliamo ovviamente del derby di Belgrado, ovvero Partizan contro Stella Rossa. Stavolta però non ci interesseremo di basket giocato, ma del contorno che vi farà rendere conto del perché questo match è così unico. Partiamo da un po’ di nozioni storiche, introducendovi le due polisportive a partire dai tempi in cui i Balcani erano unificati sotto un’unica nazione: la Jugoslavia.
Lo Sportsko Društvo Partizan e lo Sportsko Društvo Crvena Zvezda vengono fondate nel 1945, pochi mesi prima del termine del secondo conflitto mondiale, con la formazione di sezioni dedicate al calcio, tennis, ciclismo e, ovviamente, basket. Attualmente contano squadre in un totale di 24 diverse discipline sportive. Le divisioni geografiche e politiche appaiono subito chiare: la Zvezda è la squadra della città di Belgrado mentre il Partizan rappresenta tutta la Jugoslavia. Questo lo si vede anche a livello dirigenziale in quanto la presidenza del Partizan veniva affidata a turno, con scadenza annuale, ad un diverso rappresentante di uno degli stati facenti parte dell’ormai ex-Jugoslavia, ovvero Slovenia, Croazia, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina e Serbia. Un aneddoto da non tralasciare al riguardo è ad esempio l’elezione di Franjo Tudman, eroe della patria per i croati (e criminale di guerra per i serbi) a presidente del Partizan qualche anno prima dell’indipendenza della Croazia. Discorsi politici possono essere fatti ancora oggi poiché le frange di tifoseria più radicali, da entrambe le parti, sono spesso degli strumenti in mano a partiti politici, che quindi riescono ad evidenziare le proprie posizioni anche in ambienti sportivi.
Tornando ad argomenti cestistici, la differenza tra questa partita e la maggior parte delle restanti in Europa la fanno proprio le tifoserie delle due squadre, le quali creano un’atmosfera unica. Lo si può notare subito entrando alla Pionir Hall, il palazzetto dove le due squadre giocano i rispettivi incontri sia di campionato sia di coppe europee, dove gli spalti sono vicinissimi al rettangolo di gioco, favorendo l’acustica e rendendo la struttura un’autentica bolgia. Bisogna precisare che attualmente però le rivalità non sono così accese come gli anni scorsi, poiché le due società stanno vivendo dei momenti storici diametralmente opposti: infatti, mentre la Stella Rossa sta attraversando un periodo di forte crescita sia economica che di risultati, grazie ad un roster in grado di concorrere per un posto ai playoff di Eurolega, il Partizan invece si trova a dover rivedere i propri obiettivi per il futuro, ripartendo dai giovani del vivaio, non firmando i giocatori più esperti, oltre a cambiare già tre allenatori durante il corso della stagione. Il tutto considerando che la Stella Rossa, numeri alla mano, ha sempre avuto il dominio nel settore del calcio mentre nel basket la supremazia negli anni è stata del Partizan.
Si può assistere a dei veri e propri eventi irripetibili sugli spalti, come quando la scorsa stagione l’intero settore della Pionir Hall dedicato alla Stella Rossa scherniva con un coro “ad hoc” Milan Macvan, attuale ala/centro dell’Olimpia Milano allora al Partizan, gridando "restituisci la testa al cavallo!".
O ancora come due stagioni fa, quando l’attuale capitano della Zvezda Marko Simonović si vide quasi costretto dai propri tifosi ad alzare il trofeo del campionato serbo appena conquistato sul campo dal Partizan, e rubato dagli stessi tifosi biancorossi (per la cronaca, la coppa venne poi ritrovata negli spogliatoi distrutta…).
La rivalità e goliardia tra le due tifoserie si vede già dai nomi affibbiati loro dai rispettivi rivali: grobari, letteralmente becchini, per i supporters dei Partizan (a causa del colore delle divise), e cigani, zingari, per i tifosi della Zvezda (per la presenza di esponenti di comunità rom al loro interno), anche se i biancorossi preferiscono il soprannome di delije, eroi. I gruppi di supporter non si trovano poi solo in Serbia: infatti il Partizan, oltre a raccogliere tifosi in tutto il territorio della ex-Jugoslavia, è gemellato con i greci del Paok Salonicco, mentre la Stella Rossa lo è con l’Olympiacos. Non è raro poi trovare serbi in trasferta in Grecia o viceversa per onorare questi patti.
Le rivalità tra le due fazioni possono essere messe da parte solo in due casi: quando una delle due è impegnata in Eurolega (tranne contro la squadra gemellata) o in occasione delle partite della nazionale serba. In quelle date la Kombank Arena diventa lo specchio di un’intera nazione, unita e stretta attorno alla propria squadra, creando l’ambiente perfetto per caricare chi deve scendere in campo. Di questo, a proposito, ne avremo una prova a Luglio, in occasione di uno dei tre tornei preolimpici che si disputerà proprio a Belgrado.