Non si placano le polemiche sulla decisione dei Cleveland Cavaliers di sollevare David Blatt dall'incarico di capo allenatore della franchigia dell'Ohio. Dopo le parole durissime di altri head coach Nba come Rick Carsisle e Stan Van Gundy, stavolta è il turno di Raanan Katz, socio di minoranza dei Miami Heat, che rivela come anche a South Beach i rapporti tra LeBron James ed Erik Spoelstra non siano mai stati idilliaci. Kaatz, amico di Blatt dai tempi in cui quest'ultimo era allenatore del Maccabi Tel Aviv, è intervenuto ieri a un programma radiofonico sportivo israeliano sparando a zero su James, anche se per la verità le sue dichiarazioni non sono ritenute attendibili dalla maggior parte dei cronisti al seguito degli Heat, secondo i quali lo stesso Katz non sarebbe più al centro delle questioni più importanti della franchigia della Florida.
Restano comunque le parole di un personaggio che rimane socio di Pat Riley a Miami, riportate da David Pick per Bleacher Report: "Il principale problema di Blatt - sostiene Katz - è sempre stato l'atteggiato di LeBron. Ho assistito a bordo campo a tutte le partite che Cleveland ha giocato a Miami, ero vicinissimo alla loro panchina e potevo ascoltare tutto ciò che si dicevano. Non c'era alcun dialogo tra Blatt e LeBron. Blatt parlava solo a Mozgov e agli altri giocatori, mentre James approfittava del suo status di superstar Nba. Ora che tutti hanno visto come i Golden State Warriors hanno battuto i Cavs la settimana scorsa, penso che LeBron debba capire che, per vincere, tutta la squadra debba essere in sincronia. Blatt ha fatto un lavoro incredibile a Cleveland, ha fatto tutto il possibile ma aveva capito che non avrebbe mai potuto dire a James cosa fare e cosa no. Forse Cleveland avrebbe bisogno di un general manager che abbia più peso nella gestione della franchigia".
Sull'esperienza a Miami del Prescelto, Katz si esprime così: "Agli Heat LeBron fece capire da subito che avrebbe voluto che Spoelstra fosse esonerato. A un certo punto Pat Riley lo chiamò nel suo ufficio e gli disse che nessuno poteva spiegargli come gestire la sua franchigia, che Spoelstra era il suo uomo e che non sarebbe stato licenziato. E' stata questa la ragione principale che ha indotto James a lasciare Miami. Ci ha messo in difficoltà. Non eravamo preparati al suo addio. Anzi, è stato lui a farci prendere la decisione di puntare al Draft 2014 su Shabazz Napier, una point guard che poi ha deluso le aspettative. Lo avevamo scelto proprio perchè sapevamo che LeBron lo voleva". Le rivelazioni di Katz lasciano tuttavia il tempo che trovano in quanto non è una novità che tra LBJ e Spoelstra ci siano stati dei dissapori in alcuni momenti della sua carriera agli Heat, ma pare quantomeno eccessivo giustificare l'addio di James da Miami per dei problemi irrisolvibili con il capo allenatore. Piuttosto, è noto che lo stesso LeBron abbia deciso di tornare a Cleveland non solo per motivi economici, ma anche perchè convinto di avere maggiori possibilità di tornare a vincere il titolo in maglia Cavs piuttosto che a South Beach. Ciò che invece è certo è che da adesso fino a fine stagione, l'intera franchigia dell'Ohio dovrà convivere con il fuoco di fila di chi ritiene sia stato sbagliato esonerare Blatt, aumentando la pressione su una squadra già oggetto di attenzioni mediatiche spropositate.